
Euphoria, istantanea sulla vita e l'estetica della Generazione Z
Euphoria, istantanea sulla vita e l'estetica della Generazione Z
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Dall’abuso di droghe alla salute mentale, passando per sessualità, social media e amicizie, Euphoria non è solo una serie di successo targata HBO: è soprattutto un illuminante caleidoscopio di punti di contatto culturali tra moda, bellezza e tensioni sociali degli adolescenti di oggi.
Scritta da Sam Levinson e basata su un’omonima serie israeliana del 2012, ha concluso la sua seconda stagione con un episodio di un’ora che ha incollato allo schermo più di sei milioni e mezzo di spettatori. Il ruolo della protagonista Rue è valso a Zendaya due Emmy, facendone la più giovane attrice ad aver vinto per due volte. I numeri in continua crescita di chi si avvicina a questa narrazione seriale ancora oggi riflette bene quanto sia viva la necessità di trovare una narrazione onesta delle emozioni e delle esperienze di chi appartiene alla Gen Z.
Sotto la trama principale
Euphoria si è fatta spazio in un’epoca storica dove è lampante che solo i prodotti di intrattenimento capaci di intercettare i cambiamenti valoriali in atto possono conquistare davvero la fiducia del pubblico più giovane.
Ecco che, per analizzare il fenomeno, è bene provare a guardare oltre la trama principale e la rappresentazione emotiva degli adolescenti statunitensi. Già, perché è nella parte più visiva della serie che si cela un osservatorio privilegiato sulle tendenze di stile, moda e bellezza. Sul piccolo schermo, il liceo si trasforma in una passerella delle forme più libere di autoespressione, e in Rete i look di Euphoria sono risultati essere i più cercati e ricreati sui social media (Instagram, YouTube e TikTok).
Gli ingredienti del successo? La rilevanza culturale per i teen, l’aderenza con la realtà, l’allontanamento dalla norma, e un occhio vigile sull’atteggiamento sperimentale nei confronti dell’estetica.
Modalità espressive fluide
Basta vedere qualche puntata per capire come lo spettacolo trascenda gli stereotipi abbracciando modalità che vanno oltre i confini tradizionali.
La capo reparto make-up di Euphoria, Doniella Davy ha raccontato in un’intervista di come sia una questione di glam emotivo e di come il trucco abbia come ruolo quello di “comunicare in modo visivo gli stati d’animo dei personaggi; sono gli sguardi a dare più informazioni su quel personaggio in quel dato momento.”
Nei mondi digitali, dove poi si riversano i giovani spettatori, l’auto-rappresentazione fluida non è poi una novità: le identità online sono sempre influenzate da icone ereditate dalla cultura pop, nonché da linguaggi e piattaforme che incentivano un modo di relazionarsi libero e senza giudizio. Capi di abbigliamento, accessori e cosmetici arrivano a essere terapeutici per la Generazione Z, proprio perché diventano valvola di sfogo di un’identità spesso soffocata dalla crisi.
Ritratto della Gen Z



Il grande reset della moda
Dopo la pandemia e i lockdown, l’industria del fashion ha dovuto sintonizzarsi con nuove attitudini e abitudini, destreggiandosi tra vita casalinga e voglia di capi stravaganti.
Uno studio, ad esempio, ha messo in luce come il 35,8% delle persone abbia più voglia di sperimentare di più con la moda dopo l’emergenza sanitaria, e il 56,4% prevede di acquistare nuovi vestiti appositamente per gli eventi post-pandemia. Non è un caso che brand come Our Legacy, Balenciaga e Margaret Howell stiano promuovendo collezioni “anti-moda” che si rivolgono a persone che vogliono stile e sostanza insieme. Così anche in Euphoria, si privilegia la creatività personale rispetto alle tendenze e si cerca l’unicità nelle differenze. Nella serie, i personaggi indossano qualsiasi cosa, attingendo con retro-nostalgia anche dagli anni 2000 non vissuti in prima persona, per dimostrare che è ancora possibile divertirsi con la moda. Un esempio su tutti: al lancio della serie, gli analisti di Vestiaire Collective hanno osservato un aumento delle ricerche per il brand I.am.Gia (+30%) e per i corsetti (+125%), dopo che un personaggio ne ha indossato uno in una festa di Capodanno.
La moda in Euphoria



Reinventare identità con il trucco
L’hashtag #euphoriamakeupchallenge su TikTok ha più di undici milioni di visualizzazioni, #euphoriamakeup ne ha più di due miliardi: dati da capogiro, capaci di svelare che la serie tv ha un pubblico smanioso di veder sgretolare tutti gli standard di bellezza.
Via via che i canoni e le percezioni della bellezza cambiano, anche i marchi cercano di stare al passo, come il caso di MAC Cosmetics e la campagna “Be. Feel. Love.” che ha celebrato in chiave giocosa le persone di ogni estrazione, corporatura, orientamento e genere, e le ha mostrate nell’atto creativo con il make-up. Rules Beauty – il brand di bellezza di proprietà e gestito dalla società di produzione indipendente A24 che ha sotto il suo ombrello anche Euphoria – ha stravolto le proprie offerte di make-up proprio a partire dallo show televisivo nelle loro offerte di prodotti.
@falcopunch What eye color do you have ?! 👀 #euphoriafilter #filter #trend
Infine, anche i filtri in realtà aumentata di Euphoria su Instagram vanno nella direzione di creare strumenti negli habitat digitali in grado di consentire maggiori forme di espressione individuale e di esperienze inclusive. Al contempo, anche TikTok e Twitter sono stati inondati di meme che ricreano gli sguardi esagerati sfoggiati alla East Highland High School di Euphoria.
L'uso del make up in Euphoria


