Strappare lungo i bordi di Zerocalcare | Cintura nera di come si schiva la vita
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Strappare lungo i bordi di Zerocalcare | Cintura nera di come si schiva la vita

Strappare lungo i bordi di Zerocalcare | Cintura nera di come si schiva la vita

Postato il 20 Gennaio, 2022

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Le persone leggono, ascoltano e creano molte storie nel corso della loro vita. Ma ce n’è una che difficilmente si comprende: la propria. Strappare lungo i bordi è la prima serie animata del fumettista italiano Zerocalcare (alias Michele Rech) e parla delle storie che le persone si raccontano giorno per giorno. Le esperienze che si vivono, traumatiche o piacevoli, costruiscono il punto di vista sul mondo circostante. Zerocalcare condivide il suo in prima persona. È sempre lui il protagonista delle sue graphic novel, come in Kobane Calling o Dimentica il mio nome. Lo stesso accade in Strappare lungo i bordi, una raccolta di ricordi che coinvolge Zerocalcare e una sua amica.

La serie, disponibile su Netflix, è piuttosto diversa da altri prodotti di animazione italiani, solitamente rivolti a bambini e adolescenti. Serie come Winx Club o Monster Allergy si basano su forti elementi di fantasia/avventura. Al contrario, i contenuti di questa serie sono piuttosto intimi e si tratta di una dramedy. Temi come la depressione, la disoccupazione e le conseguenze della crisi economica segnano un passo avanti nella trattazione tematica dell’animazione italiana.

La storia che racconti a te stesso

Chiunque, almeno di tanto in tanto, si perde in monologhi interiori con se stesso. Nel caso di Zerocalcare, riguardano soprattutto di dubbi e incertezze, infiniti e ossessivi. Per esprimerli, ne parla con un grande armadillo immaginario, la sua coscienza, come una versione esistenzialista del Grillo Parlante di Pinocchio. In questo modo, gli episodi di Strappare lungo i bordi si sviluppano mostrando Zerocalcare che cerca di cavarsela nella vita di tutti i giorni mentre mette in discussione letteralmente tutto ciò che dice e fa.

La storia segue più o meno il suo primo graphic novel, La profezia dell’Armadillo. La trama si concentra sulla relazione passata tra Zero e Alice. Il rapporto è sempre stato qualcosa di più di un’amicizia, ma non è mai diventato una storia d’amore. Anche se la storia principale prende sempre più piede, la narrazione è fatta di digressioni, flashback e fantasie. L’indecisione alla base del rapporto tra i due si diffonde in ogni scena, insieme a un senso di inadeguatezza. Il tutto condito da citazioni e parodie di videogiochi, film, pubblicità e altri prodotti, una caratteristica che Zerocalcare e Leo Ortolani (Rat-man) padroneggiano meglio di chiunque altro nel fumetto italiano.

Il modo in cui Zerocalcare sembra sopraffatto da quanto grande e complicata possa essere la vita ricorda la scena di Novecento di Alessandro Baricco in cui il protagonista decide di continuare a vivere su una nave, invece di esplorare un mondo vasto e frenetico. Tuttavia, decidere di non affrontare la durezza della vita significa rimanere bloccati nello stesso posto per sempre. La paura di non avanzare mai perseguita Zerocalcare, ma ha anche paura di uscire dalla sua comfort zone.

Una trasposizione efficace

Zerocalcare ha deciso di entrare nel mondo dell’animazione nel 2020 con una web serie intitolata Rebibbia Quarantine, disponibile su YouTube. Un primo esperimento e un’occasione per guardare alla pandemia dal punto di vista del suo amato quartiere di Rebibbia, una zona di Roma. Già allora era chiaro che il passaggio dal fumetto all’animazione, per lui, era quasi naturale.

Il suo iconico mix di racconti, ricordi e monologhi – con Zero che si rivolge al pubblico – si adatta perfettamente a una trasposizione animata. I tagli tra i diversi stili narrativi rendono il ritmo più incalzante che nei fumetti. La colonna sonora aggiunge un ulteriore livello di narrazione, in cui Zerocalcare si affida a citazioni e nostalgia tanto quanto nelle sue storie.

Inoltre, l’autore ha scritto, diretto e doppiato la maggior parte dei personaggi della serie. In questo modo, il suo punto di vista sulla storia come un filtro narrativo è sottolineato ancora di più. Ha continuato a usare il dialetto romano, come nei suoi fumetti, suscitando un leggero clamore in Italia, in quanto molte persone hanno ritenuto le battute difficili da capire. Una reazione inaspettata, considerando l’esistenza di spettacoli di successo recitati in dialetto, come Gomorra. Inoltre, fare diversamente avrebbe rimosso una delle caratteristiche principali dello stile di Zerocalcare. Una caratteristica che è difficile da tradurre in altre lingue, anche se la serie è stata diffusa e apprezzata in moltissimi Paesi.

Un autore per tutti

Si potrebbe dire che il pubblico di riferimento di Zerocalcare sia quello dei suoi coetanei. Tuttavia, affrontando problemi generazionali in modo ironico e delicato, riesce a raggiungere anche altre fasce d’età, come aveva già fatto con i suoi fumetti. Attraverso i riferimenti alla cultura pop e i temi trattati, con un umorismo accattivante, la serie si adatta a gusti eterogenei. Tuttavia, l’elemento più efficace delle opere di Zerocalcare è il suo stesso coinvolgimento nelle storie. E anche se sottolinea qualsiasi situazione che potrebbe renderlo ansioso, dimostra che c’è sempre la possibilità di vedere le cose in modo diverso, senza restare bloccati nelle proprie paure.

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