
Un blackout senza precedenti, che ha lasciato al buio Spagna e Portogallo per dieci ore – al momento in cui scriviamo – forse anche di più. Improvvisamente, intorno a mezzogiorno di lunedì 28 aprile, le luci si sono spente e i trasporti paralizzati. Anche le telecomunicazioni hanno iniziato a funzionare a singhiozzo in tutta la Penisola Iberica. Un problema esteso al sud della Francia – a macchia di leopardo – e, oltre lo stretto di Gibilterra, a porzioni del Marocco. È iniziato il caos: centinaia di chiamate ai vigili del fuoco, ascensori bloccati, passeggeri nei tunnel della metropolitana, treni evacuati nella campagna spagnola. Quello che per la spagna è stato el dia del apagón, il giorno del blackout, a molti telespettatori ha evocato immagini viste di recente.
🔴DIRECTO | El #apagón ha dejado imágenes como esta de la Gran Vía sin luz https://t.co/10zyWFnKxu
— EL PAÍS (@el_pais) April 28, 2025
📷 Borja Sánchez, Efe pic.twitter.com/fS5YCPc03n
Inizia così Zero Day, miniserie creata da Eric Newman, Noah Oppenheim e Michael Schmidt per Netflix. Una produzione che vede tornare Robert De Niro in buona forma e in un ruolo convincente.
Zero Day, senza spoiler
L’ex presidente statunitense George Mullen (Robert De Niro), in pensione dopo un solo mandato nonostante l’alto gradimento dell’elettorato, si è ritirato in un cottage in campagna con la moglie per scrivere la sua autobiografia. Le sue memorie di veterano del Vietnam, procuratore e poi capo della Casa Bianca, sono raccolte in una parete intera di Moleskine (in un caso eclatante di product placement). Ma Mullen non può ancora voltare la pagina finale del suo ultimo taccuino.
A costringerlo a tornare nell’arena politica è lo Zero Day, una tragedia americana paragonabile all’11 settembre. Un minuto di blackout che manda in tilt ogni sistema di trasporto, produzione e comunicazione. In 60 secondi muoiono oltre tremila persone, perlopiù in incidenti d’auto, aerei o in metropolitana. Centinaia di famiglie prendono d’assedio i palazzi delle istituzioni per chiedere notizie dei loro famigliari dispersi. Nel Paese si scatena il panico.
Ritorno in scena convincente per De Niro
Fin da subito, lo staff della presidente Evelyn Mitchell (Angela Bassett, in un personaggio a metà fra Kamala Harris e Michelle Obama) comprende che di fronte a una situazione senza precedenti occorrono misure estreme. Viene istituita una commissione d’indagine che può derogare dalle norme costituzionali per individuare in fretta i responsabili dell’attacco e assicurarli alla giustizia.
Per guidarla, serve anche l’unica persona che possa mantenere la barra dritta e condurre le indagini senza perdere di vista il bene comune: la sicurezza dell’America. L’unico a potersi assumere il rischio – naturalmente – è Mullen, che deve resistere a pressioni politiche, teorie cospirazioniste e minacce misteriose per portare a termine la sua missione, in un conto alla rovescia che inizia proprio dallo Zero Day.
Un plot twist sui veri responsabili dell’attacco informatico salva la miniserie dal rischio di retorica e patriottismo. La trama è godibile, al netto di alcune ripetizioni e semplificazioni – come la caricatura femminile di Elon Musk (Gaby Hoffmann) e dello youtuber Tucker Carlson (Dan Stevens). L’atmosfera e gli intrighi fanno pensare in qualche modo a House of Cards. Il cast di livello include Jesse Plemons (Il Potere del Cane), Joan Allen e Matthew Modine (Stranger Things).
Attacco hacker tra finzione e realtà
Nella serie, non c’è dubbio che il Day Zero sia opera di terroristi. Ciò che è da capire è quale sia la natura della minaccia e come fermarla. La realtà è, come sempre, più complessa.
A diverse ore dall’incidente che ha lasciato al buio Spagna e Portogallo le autorità non sanno ancora dire con certezza quale sia la causa. Si fanno diverse ipotesi, ma non si esclude nessuna pista. Neanche quella dell’attacco hacker, ha ammesso il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez. Il ministro Manuel Castro Almeida ha dichiarato alla televisione Rtp che non si può escludere l’ipotesi di un cyberattacco. Anche il Centro Nacional de Inteligencia, scrive El Pais, valuta l’ipotesi di un hackeraggio.
Le cause più probabili del blackout in Spagna
Ci sono però altre ipotesi – al momento più credibili. La prima è il guasto elettrico – nella giornata di lunedì si è verificato un incendio nella rete elettrica francese a Perpignan che forse c’entra qualcosa. Forse un po’ poco per mandare a terra la rete elettrica di due Stati.
El fallo eléctrico, que ya se investiga como posible ciberataque, ha paralizado trenes, aeropuertos, fábricas y servicios básicos en la Península, mientras las autoridades trabajan para restablecer el suministro.https://t.co/N8NEp4SWrk pic.twitter.com/j86i5JIOdh
— Forbes_es (@Forbes_es) April 28, 2025
Altri esperti, tra cui il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, hanno avanzato l’ipotesi di un sovraccarico di produzione da fonti rinnovabili – il blackout è scattato nell’orario in cui generalmente si verifica il picco in ingresso. Infine, potrebbero essere responsabili “le oscillazioni anomale sulle linee dell’alta tensione provocate da estreme variazioni di temperatura“. A sostenerlo è Ren, la compagnia di energia elettrica portoghese, che parla di “un raro fenomeno atmosferico” verificatosi in Spagna.
La realtà supera la fiction, ancora
Per ora fra Portogallo e Spagna non si registrano vittime del blackout. Ciò che non avviene in Zero Day è accaduto nella realtà: sono entrati in funzione meccanismi di sicurezza. Le metropolitane si sono spente – e non scontrate fra loro. I semafori si sono disattivati e le auto sono rimaste incastrate nel traffico invece di schiantarsi a tutta velocità. Negli ospedali i generatori d’emergenza sono entrati regolarmente in funzione, garantendo la continuità di tutti i supporti vitali.
Chaos in Madrid because traffic lights are not working.
— Disasters Daily (@DisastersAndI) April 28, 2025
Much of Spain, Portugal and France are without power. Massive blackout. pic.twitter.com/xpZwItCeWd
Sono le contromisure di due Paesi altamente tecnologici, che pure pagheranno un prezzo molto alto per il blackout: basti pensare alla produzione industriale che si è fermata (in molti stabilimenti si è dovuto bruciare gas in grande quantità per motivi di sicurezza). Ma anche alle derrate alimentari che dovranno essere gettate via perché è stato impossibile mantenere la catena del freddo. Mentre si fanno i conti sui danni e la corrente elettrica torna a macchia di leopardo, il mondo si sente un po’ più insicuro. Alla fine il sistema ha retto, ma ha mostrato nuove fragilità: probabilmente a frinte di una crisi climatica sempre più conclamata si dovranno costruire infrastrutture energetiche più resistenti, piani B e C per sostituirle quando andranno in tilt. In un mondo sempre più interconnesso, servirà essere sempre un passo avanti per evitare un vero Zero Day.