
Cercando Alaska Serie TV | Come usciremo da questo labirinto di sofferenza?
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Alaska, dall’aleutino “Alyeska”, è ciò contro cui si infrange il mare, e Alaska Young, colei che dà il nome alla miniserie televisiva basata sull’omonimo romanzo di John Green, è ciò contro cui si infrange il protagonista Miles Halter. L’adattamento televisivo è stato creato da Josh Schwartz per Hulu. Otto puntate distribuite dal 18 ottobre 2019, e arrivate in Italia sette mesi più tardi.
Miles (Charlie Plummer) è un ragazzo introverso e appassionato per le ultime frasi dette in punto di morte da personaggi famosi. Decide di seguire le orme del poeta francese François Rabelais e partire alla ricerca del suo Grande Forse iscrivendosi al college di Culver Creek in Alabama. Qui fa la conoscenza del carismatico Chip Martin, (Denny Love), soprannominato Colonnello per la sua mente da stratega, l’onnisciente Takumi Hikohito (Jay Lee), e la trasgressiva, femminista e mozzafiato Alaska Young (Kristine Froseth).
I temi della serie e una lezione di vita
La serie accompagna Miles e i suoi nuovi compagni in questo viaggio turbolento. Racconta momenti adrenalinici, come gli scherzi ai ricchi raccomandati, anche chiamati i Settimana Corta, vicende coinvolgenti, come la nascita di nuovi amori o amicizie, e momenti di riflessione, in cui i protagonisti si interrogano sul futuro e sulla propria esistenza.
In circa sette ore, Cercando Alaska riesce a parlare a cuore aperto di quanto sia importante trovare sé stessi, essere sinceri e trasparenti con le altre persone, circondarsi di anime pure che tirino fuori la parte più bella delle persone e non le abbandonino. Nella lotta quotidiana contro i traumi e le paure, Miles e i suoi compagni offrono una chiave di lettura che può essere utile agli spettatori. Suggeriscono di non disperarsi perché qualcosa è finito, bensì gioire poiché è successo.
Il generale nel suo labirinto
Miles scopre fin da subito di essere affascinato dalla tanto consapevole quanto enigmatica Alaska. La ragazza gli apre le porte della “biblioteca della sua vita“, rivelando quanto sia tormentata dall’interrogativo di Simon Bolivar ne Il generale nel suo labirinto di Gabriel García Márquez si pone: “Come farò a uscire da questo labirinto?”
Per Alaska, il labirinto è la sua vita e il fine ultimo è sfuggire alla sofferenza. La ragazza propone a Miles di aiutarla a cercare la risposta offrendo in cambio la sua impeccabile capacità di trovare una ragazza adatta a lui, come ha già fatto per il Colonnello.
Cercando Alaska dalla carta allo schermo
John Green è stato direttamente coinvolto nell’adattamento dell’opera, che ha un’ispirazione autobiografica. Green vive un’adolescenza da studente solitario di una noiosa scuola in Alabama come Miles. Con Alaska ha in comune gli impulsi autodistruttivi e con il Colonnello gli attacchi di rabbia che a volte prendono il sopravvento.
Lo stesso Josh Schwartz svela quanto la presenza di Green sul set sia stata indispensabile. Ha aperto a Schwartz le porte della sua scuola superiore, gli ha affidato gli annuari e il racconto di quegli anni della sua vita. Ecco perché la serie risulta molto fedele al libro. Scorrendo le pagine dopo aver concluso gli otto episodi, è possibile ripercorrere ogni singola scena mentre si danza sulle parole, che grazie all’accuratezza del regista prendono vita.
Green comincia il suo racconto centocinquantasei giorni prima di un colpo di scena e lo conclude in equivalenti giorni dopo. Tale scelta, spiega, è fatta per far combaciare la durata della storia con la durata di un anno scolastico. Questa strategia creando suspence e curiosità, spingendo lettori e spettatori ad andare avanti.
Grazie alle parole del Professor Hyde, (Ron Cephas Jones), e alle citazioni di poeti e letterati presenti all’interno dell’opera, quest’ultima esorta a non passare la vita nel labirinto, ma a vivere il presente senza pensare al futuro come via di fuga. Questo è l’unico modo per connettersi alle altre persone, conoscere la loro vera natura e, come Wystan Hugh Auden insegna, amare l’imperfetto nostro prossimo con l’imperfetto nostro cuore.
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