Cinzia di Leo Ortolani | Uno sguardo ironico sulla lotta di una donna transgender
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Prima di morire, mia nonna mi disse:
“Paul non è un brutto nome… solo che non è il tuo. Se vuoi, puoi usare il mio.
Tanto, ormai, non mi serve più.”
Le didascalie svaniscono mentre la metro su cui viaggia la protagonista scompare in un tunnel. Il titolo della storia emerge dal silenzio. Questo esordio cinematografico coglie appieno l’equilibrio di toni di Cinzia, la prima graphic novel di Leo Ortolani. È la storia di una donna transgender alle prese con sé stessa e la società per esprimere la propria identità.
Ortolani è famoso per la sua serie a fumetti Rat Man. Tuttavia, questa volta il protagonista non è il supereroe mascherato, ma un personaggio secondario molto amato: Cinzia Otherside. Il fumetto conserva quel senso dell’umorismo che ha reso uniche le opere di Ortolani. Tuttavia, questa volta, lo usa come mezzo per dare voce ai temi dell’identità e dell’accettazione. Un’impresa possibile grazie al delicato equilibrio tra commedia e riflessione. Uscito nel 2018 per Bao Publishing e presentato al Lucca Comics and Games, è stato accolto calorosamente dal pubblico.
Un’eroina in divenire
Questa donna transgender biondo platino è un personaggio ricorrente sin dagli esordi delle opere di Leo Ortolani. La sua prima apparizione in Rat Man – quando era ancora Paul il postino – era poco più che uno scherzo. Ma presto è diventato chiaro il suo grande potenziale, esplorato in questa graphic novel.
La storia segue una protagonista che non è più Paul ma non è ancora Cinzia, la quale sta ancora imparando a portar fuori la vera se stessa. Un’eroina alla ricerca del suo posto in un mondo che giudica dalle apparenze. E agli occhi del quale lei non è altro che una macchia scura da cancellare, al pari di tutti quelli che non si conformano al senso comune.
Cinzia affronta un duro processo di crescita, interiore e esteriore, come mostrato nella scena dell’arca di Noè. Il patriarca continua a negare la richiesta di Cinzia di salire a bordo, nonostante i suoi tentativi di dimostrare il proprio valore. Un richiamo alla differenza tra il diritto di esistere e la lotta per esso, che molti affrontano ancora oggi. Il tema emerge anche nelle opere autobiografiche della fumettista transgender Fumettibrutti, con una critica alla società di oggi.
Non una classica storia d’amor (proprio)
Cinzia Otherside, che fatica a trovare lavoro a causa della sua identità sessuale, si innamora di Thomas, un uomo conosciuto in un bar. Pur di conquistarlo, non esita a sacrificare ciò che le sta più a cuore: la sua identità. Infatti è nei panni di Paul, il vecchio sé stesso, che riesce a trovare impiego vicino a Thomas, solo per scoprire una verità sconfortante. Il suo amato lavora per un’associazione che sostiene le famiglie tradizionali e condanna apertamente ogni forma di diversità.
Una storia d’amore impossibile, eppure Cinzia è pronta a lottare per una chance di felicità, anche se fugace. È attraverso questo percorso che si rivela la profondità della storia. La protagonista si mostra nei suoi aspetti migliori e peggiori, in bilico tra l’amore per un uomo incapace di accettare se stesso e una comunità LGBTIQ+ di cui non si sente più parte.
Ciononostante, lei risorge dalle proprie ceneri, in un crescendo che tocca la sensibilità dei lettori a vari livelli. Diventa chiaro che, per trovare la felicità, bisogna prima amare se stessi. Il risultato è una narrazione intima sull’accettazione di sé, come nel documentario I’m Gonna Make You Love Me. Cinzia sa chi è, anche quando il mondo cerca di respingerla.
Cinzia: un esempio iconico dell’umorismo di Leo Ortolani
I fumetti di Ortolani sono famosi per il loro umorismo, che spazia dall’ironia tagliente alle gag provocanti. La narrazione in Cinzia non fa eccezione, anche se qui la comicità svolge un doppio ruolo. Da un lato, alleggerisce il tono quando necessario, garantendo un ritmo narrativo fluido che tiene agganciato chi legge. Dall’altro, riesce a trattare temi come l’identità e la sessualità senza sminuirli, nonostante il tono allegro. Un approccio condiviso dall’autrice giapponese Kabi Nagata nel suo manga My Lesbian Experience with Loneliness. Ma, ormai, è anche un segno distintivo di molte opere italiane, come la serie Strappare lungo i bordi di Zerocalcare.
In Cinzia, Leo Ortolani non ha l’approccio emotivo di altre storie transgender, come The Danish Girl, dove la transizione di Einar Wegener si mostra in tutta la sua fragilità, senza mai smorzarla con toni umoristici. La graphic novel prende in giro tutti, dalla società moderna alla comunità LGBTQI+, senza mai risultare svilente. Al contrario, stimola la riflessione, veicolando concetti profondi e rendendoli memorabili con le battute tempestive della sua protagonista.
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