
Eric Moussambani, l'Anguilla di Sydney 2000 | Come imparare a nuotare e diventare un mito
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Alcune gare dei Giochi Olimpici sono molto più attese di altre. Se per l’atletica i grandi protagonisti sono i 100 metri piani e la maratona, la gara che tutti aspettano nel nuoto sono i 100 metri stile libero e quello che è successo a Sydney 2000 ha fatto la storia dello sport. Infatti, non è stato il vincitore a guadagnarsi tutta la gloria perché durante le batterie è successo qualcosa mai visto prima.
All’International Aquatic Centre il pubblico si aspettava una sfida agguerrita tra tre protagonisti: l’olandese Pieter Van den Hoogenban – campione nei 200 metri stile libero, il russo Alexander Popov – campione olimpico in carica, e l’idolo di casa Michael Kim, che aveva stabilito il nuovo record mondiale su questa distanza durante la finale della staffetta, giusto un paio di giorni prima. Certe volte però il culmine della competizione non è la finale.
Eric Moussambani, un’anguilla in piscina
Un protagonista inaspettato aveva conquistato il pubblico quella mattina durante le batterie. Nella prima batteria di qualificazione gareggiano i partecipanti più lenti, dalle nazioni emergenti. In terza corsia c’era Karim Bare, nigeriano, nella quarta Farkhod Oripov, dal Tagikistan, e per ultimo in quinta corsia c’era Eric Moussambani, in gara per la Guinea Equatoriale.
Fino a quel momento non c’era stato nulla di strano, almeno fino al fischio d’inizio. In realtà, vista la platea dei contendenti, nessuno stava prestando particolare attenzione. Presi dall’emozione, sia Bare che Oripov si sono tuffati troppo presto. Entrambi sono stati squalificati per una regola che non concepiva le false partenze, lasciando Moussambani a gareggiare da solo.
Un nuovo campione nella narrazione olimpica
La Guinea Equatoriale aveva ricevuto una wildcard per questa gara e non sapeva bene come usarla. La scelta è ricaduta su Moussambani, che aveva appena iniziato a imparare a nuotare dopo aver finito le superiori. Pochi mesi prima delle olimpiadi aveva iniziato ad allenarsi in una piscina autocostruita non regolamentare.
Moussambani non aveva mai nuotato in una vasca grande come quella di Sydney e le energie hanno iniziato a mancargli dopo aver fatto un primo giro discreto. Esausto, ha iniziato a sbracciare freneticamente, con le gambe completamente sommerse, cosa che gli ha garantito il soprannome di Anguilla. La folla è impazzita, ha fatto una standing ovation e si è messa ad applaudire per il secondo ed ultimo giro.
Eric ha completato i 100 metri in 1:52.72, quasi 7 secondi in più di quanto è servito a Van Den Hoogenband per vincere l’oro sul doppio della distanza. L’Anguilla ha provato a qualificarsi anche per Atene 2004 e Pechino 2008, ma anche se i suoi tempi erano migliorati non ha mai ottenuto i visti necessari per poter partecipare nuovamente. Così, la sua unica comparsa ai Giochi Olimpici rimangono quei due minuti di Sydney 2000. Come dicono in molti, il miglior modo di imparare a nuotare è lanciarsi in acqua.
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