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I figli della mezzanotte | Epopea dell'indipendenza indiana

Postato il 16 Novembre, 2023

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446 pages

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I figli della mezzanotte, pubblicato nel 1981, è un romanzo ambientato durante l’indipendenza indiana. Il secondo romanzo di Salman Rushdie è fantastico, reale, comico, tragico, chiaro e contradditorio. Inoltre gli ha portato la fama. I colori, gli odori, i tessuti e i sapori creano un universo vorticoso ed emergono da quest’epopea di un’India che affronta la rivoluzione. Questi elementi, insieme all’ingegnosa scrittura di Rushdie, hanno dato successo a I figli della mezzanotte. L’opera ha vinto il Booker Prize nel 1981, del Booker of Bookers Prize nel 1994 e del Best of the Booker Prize nel 2008. Dopo 40 anni, mantiene ancora la sua atmosfera magica. Anita Desai, giornalista, in una recensione per il Washington Post ha scritto: “Germoglia con la vita, con esuberanza e fantasia”. Nel 2012, il regista Deepa Mehta ha diretto un film tratto dal romanzo. Rushdie ha collaborato alla sceneggiatura e ha recitato come narratore.

Rushdie è nato a Mumbai nel 1947 ed è un cittadino inglese e americano. Ha scritto quindici romanzi, tra cui I figli della mezzanotte e I versi satanici. È un’opera pubblicata nel 1988 e che ha messo l’autore sotto la ‘fatwa’ del Grande Ayatollah Khamenei. Rushdie vive sotto protezione da quel momento. Nell’agosto del 2022 è stato attaccato e ferito gravemente durante un evento letterario a New York.

Varietà di generi

Posizionare I figli della mezzanotte in un genere specifico non è semplice. Innanzitutto, è sia una biografia sia una saga famigliare. Racconta la storia romanzata del periodo sconvolgente, caotico e drammatico della spartizione dell’India. Racconta la vita di Saleem Sinai dalla sua nascita, ossia allo scoccare della mezzanotte del 15 agosto 1947, giorno in cui l’India ottiene l’indipendenza. La narrazione continua attraverso il subcontinente indiano fino al suo trentunesimo compleanno.

La storia però abbraccia numerose generazioni grazie alla narrazione di Saleem. Si parla del nonno di Saleem, ossia Aadam Aziz, poi si focalizza sul matrimonio dei genitori e sulla loro vita nella villa di Methwold. Infine si racconta la storia di Aadam Sinai ossia il figlio. Il rapporto tra questi personaggi e tra i membri della famiglia Sinai è carico di tensioni e incomprensioni. Questa dinamica è simile a quella di Parenthood, una serie TV che mostra le intricate dinamiche quotidiane di una famiglia. Tuttavia la famiglia Sinai è tutto tranne che una famiglia normale.

La lista dei personaggi è lunga, forse è paragonabile a quella del romanzo più famoso di Gabriel García Márquez: Cent’anni di solitudine. Eppure Saleem rimane al centro della narrazione e le sue vicissitudini hanno un qualcosa di magico e storico allo stesso tempo. In questo senso, I figli della mezzanotte è un resoconto storico, ma anche un romanzo del filone del realismo magico. La storia di Saalem si intreccia con quella indiana, come la storia della famiglia Baeks in Pachinko di Min Jin Lee. Entrambi devono imparare a sopravvivere e a farsi strada tra i meandri della storia. Nonostante tutto, gli elementi magici abbondano nel romanzo di Rushdie e il confine tra realtà e fantasia svanisce. In questo modo il realismo magico, simile a quello di Isabel Allende in La casa degli spiriti, entra anche nella storia indiana.

La panoramica è ulteriormente complicata dal suo stile di scrittura, che è umoristico, fortemente frammentato e ricco di riferimenti intertestuali come ad esempio a Il principe e il povero di Mark Twain. Saleem, narratore in prima persona, spesso ammette la sua stessa inaffidabilità e salta da un ricordo all’altro senza spiegazioni.

La nascita di una nazione

Il 15 agosto 1947 non è solo il giorno della nascita di Saleem, ma è anche quello dell’indipendenza indiana. Non è una coincidenza. Tutti i bambini nati nella prima ora dell’indipendenza hanno poteri magici. Tramite la telepatia, Saleem si mette in contatto con 581 di loro e crea la Conferenza dei Figli della Mezzanotte (CFM). Il suo obiettivo è discutere di storia e politica, e anche tentare di guidare la nazione verso la giustizia e l’uguaglianza.

Eppure la conferenza, quando si tratta di realizzare gli obiettivi, si dimostra incapace di rispettare le aspettative. I pregiudizi e le tensioni religiose dividono i membri. Diventa chiaro che il vero obiettivo dei figli della mezzanotte non è soltanto sistemare la nazione, ma specchiare la sua storia. In particolare la religione è divisiva. La ferita creata nel 1947, con la separazione del Pakistan dall’India indipendente, ha delle conseguenze. La guerra tra le due nazioni nel 1965 per il dominio del Kashmir causa la morte della famiglia Saleem.

L’attore e rapper di origini pakistane Riz Ahmed, conosciuto come Riz MC, racconta la rabbia e il dolore che hanno accompagnato questi eventi storici. In The Breakup, una parte del suo concept album del 2020, menziona la partizione e il rapporto tra Gran Bretagna e India tramite una metafora sulla separazione. Infatti canta “Quando sei in guerra con te stesso, è facile dividerti e governarti“ e “Ero un ospite indesiderato in casa mia“.

L’importanza di odorare

Saleem perde i suoi poteri telepatici dopo una campagna di sterilizzazione introdotta dalle autorità contro i figli della mezzanotte:

Sono tornato nella capitale, non più connesso con la storia, scarico da cima a fondo. Conscio che un’epoca, iniziata non tanto tempo fa a mezzanotte, fosse finita.

Eppure l’episodio non segna la fine della storia di Saleem. Il suo già sviluppato olfatto, grazie al suo naso nulboso, si sviluppa e riesce a odorare verità e menzogne. Questa abilità lo porta alla fabbrica di mostarda, dove lavora Mary, la sua tata quando era piccolo. Ed è qui che il romanzo inizia e finisce.

Il potere olfattivo di Saleem gli garantisce un posto nei nasi letterari. Cyrano de Bergerac ha un naso grande che influenza sia la sua percezione di sé sia quella degli altri. Lo scrittore russo Nikolai Gogol ha contribuito a questo filone letterario con il racconto Il naso. Ossia un racconto incentrato sulla vita di un naso che si emancipa dal suo padrone.

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