
Firewatch, la gemma indie di Campo Santo e Panic | Non si è mai davvero soli
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Tu sei qui, ed è bellissimo, e scappare non è sempre qualcosa di sbagliato.
Delilah
Firewatch, sviluppato da Campo Santo e pubblicato da Panic, è un indie-game story driven in prima persona uscito nel febbraio del 2016, di genere drammatico e di esplorazione. Il gioco racconta le avventure di Henry, uomo sulla quarantina che inizia un nuovo lavoro come guardaboschi nella foresta nazionale di Shoshone, in Wyoming. Il giocatore impersona proprio Henry, guidato tra i sentieri del bosco dalla voce di Delilah, esperta guardaboschi con cui interagisce a distanza tramite walkie-talkie.
La pace, nel bel mezzo del nulla
Dal punto di vista grafico, il gioco si mantiene semplice ed essenziale, con bei colpi d’occhio della foresta e delle montagne circostanti, anche grazie a un uso sapiente della luce: questa scandisce bene lo scorrere del tempo e l’alternanza giorno notte, con la luce del sole che si tinge di arancione al tramonto e fa allungare le ombre prima che sopraggiunga il buio.
Lato musica, se nell’incipit testuale con i flashback del rapporto tra Henry e sua moglie Julia la colonna sonora si dimostra un po’ troppo monotona e ripetitiva, non seguendo il mood emotivamente altalenante della back story, durante il gameplay vero e proprio l’accompagnamento diventa più variegato. Sa modularsi sapientemente trasmettendo le emozioni giuste, dai momenti spensierati a quelli più cupi o di tensione.


Come gli altri aspetti tecnici, anche il gameplay è semplice ed essenziale, caratteristico di questo genere di videogiochi strettamente legati allo storytelling, come The Vanishing of Ethan Carter o What Remains of Edith Finch. Le azioni di Henry non sono comunque limitate a camminare: in punti specifici può creare scorciatoie calandosi con la corda da delle pareti di roccia, saltare tronchi caduti e arrampicarsi sulle rocce più grandi che intralciano il suo percorso, oltre a correre.
Henry e Julia, la backstory di Firewatch
– Quindi, cosa c’è che non va?
– Scusami?
– Le persone scelgono questo lavoro per fuggire da qualcosa. Quindi cosa c’è che non va?
Facciamo ora un passo indietro parlando del rapporto tra Henry e sua moglie Julia, che i creatori del gioco hanno scelto di raccontare nell’incipit. La backstory viene raccontata tramite una sorta di avventura testuale, dove il giocatore ha solo la possibilità di leggere le vicende di un Henry ancora nemmeno trentenne.
Nonostante la scelta originale di raccontare tutto tramite avventura testuale, la narrazione non è noiosa e dispersiva, ma anzi coincisa e coinvolgente. Si rivela una scelta vincente per raccontare come Henry e Julia si sono conosciuti, i loro anni insieme, i loro alti e bassi: si parla di figli, animali domestici, del tempo che passa. Soprattutto, si parla del motivo per cui Henry ora, invece di essere con lei, lavora in un parco naturale immerso nella pace e nella solitudine.

La fuga di Henry dalle difficoltà della sua vita è comprensibile, ma gli interrogativi che Henry si pone a riguardo, e che quindi si porrà anche il giocatore che poi ne prenderà le vesti la rendono senza dubbio dolorosa, e forse non definitiva. È giusto fuggire dai problemi? Possiamo permetterci di fare un passo indietro e prenderci una pausa?
Henry e Delilah
Henry inizia la sua avventura come volontario, è un lavoro che non ha mai fatto e quindi, soprattutto i primi giorni, le indicazioni che riceve a distanza da Delilah sono fondamentali. Gli elementi più importanti che il giocatore può trovare distribuiti per la mappa di gioco sono delle cassette di latta, chiuse da un lucchetto, contenenti oggetti vari tra cui la mappa della zona: Henry potrà in questo modo segnarsi indicazioni, sentieri e punti di interesse sulla propria mappa, potendo in questo modo orientarsi anche indipendentemente dalle direzioni suggerite da Delilah.

Il rapporto tra Henry e Delilah è fortemente approfondito, e si costruisce dialogo dopo dialogo durante tutta la durata di Firewatch. Emotivamente, se noi vorremo, potremo aprirci con lei parlando del nostro passato burrascoso, e con il tempo anche lei lo farà con noi. Delilah per Henry è soltanto una voce che le parla da lontano, e il legame con essa suggerisce un’ispirazione forte a storie come Her.
La scrittura dei dialoghi è il vero punto di forza di Firewatch: l’abilità degli sceneggiatori di passare abilmente dall’ironia alla serietà e dalla leggerezza alla nostalgia più profonda collima perfettamente con un ottimo lavoro degli attori che hanno dato la voce ai due protagonisti.
Il gioco ha infatti ricevuto una grande accoglienza all’uscita dalla stampa specializzata, ottenendo sei nomine e vincendo due premi ai BAFTA Games Awards, come miglior videogioco di debutto e miglior performance vocale per la doppiatrice che ha vestito i panni di Delilah, Cissy Jones.
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