Qui di Richard McGuire | La Graphic Novel che ridefinisce il tempo - Recensione
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Qui di Richard McGuire | La Graphic Novel che ridefinisce il tempo - Recensione

Qui di Richard McGuire | La Graphic Novel che ridefinisce il tempo - Recensione

Postato il 06 Maggio, 2025

Year

2014

Format

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Length

304 pages

Subgenre

Mio papà ci ha scattato la stessa foto ogni anno nello stesso posto in cui siamo cresciuti, […] tutte le foto di famiglia sono tutte uguali.

Richard McGuire

Con queste parole, Richard McGuire riassume l’essenza di Here, un fumetto che esplora il passare del tempo attraversi momenti sovrapposti nella stessa stanza. E in cui tutti, dovunque nel mondo e in ogni momento, si trovano a vivere le stesse esperienze. 

Autore e fumettista americano, McGuire pubblica per la prima volta Here nel 1989 come striscia di sei pagine nella rivista Raw, diretta da Art Spiegelman (Maus). L’idea nasce quando un coinquilino gli racconta di Windows, il sistema operativo rilasciato qualche anno prima. Affascinato dall’idea di poter visualizzare più finestre allo stesso tempo, McGuire applica questo principio alla narrazione, mostrando lo stesso ambiente in diversi periodi. Nel 1991, questa versione è stata adattata in un cortometraggio.

Dopo oltre vent’anni, McGuire ha ripreso ed espanso il progetto. La graphic novel del 2014, pubblicata da Pantheon, ha una dimensione molto più personale. L’autore l’ambienta nella sua casa d’infanzia, aggiungendo foto di famiglia e fatti storici sul New Jersey. Il libro diventa quindi un viaggio nel tempo, in cui passato e futuro si intrecciano in una stessa immagine. In Qui, lo spazio si trasforma in ricordo.

Penso che ci sia una grande differenza tra le due versioni. La prima la vedo più come un esercizio formale di stile, mentre la seconda – dato che ora sono più vecchio, ho molta più esperienza artistica e spero di essere anche più saggio – ha una connotazione emotiva decisamente più intensa.

Richard McGuire in un’intervista per Fumettologica.

Una storia senza un inizio o una fine

È il 1957. Una donna entra in una stanza. È entrata per prendere qualcosa, ma non ricorda cosa. Quante volte è accaduto a qualcuno? Qui inizia così.

La totalità di Qui si ambienta nello stesso spazio fisico – l’angolo di una stanza – ma ogni pagina sovrappone diversi periodi, dal passato più lontano al futuro più distante.

Ogni doppia pagina è una finestra sulla storia, con eventi che si incastrano in modo non lineare. Leggendo, ci si sposta da 3mila anni A.C. con un panorama primordiale; al 1609, con i nativi americani; e al 1775 con Benjamin Franklin. Il XX secolo è attraversato da scene di vita quotidiana, mentre il futuro si estende al 22175, mostrando forme di vita sconosciute e, ancora una volta, una natura selvaggia.

Il tempo passa senza che vi sia un ordine cronologico: un uomo ride nel 1989, tossisce, e crolla il pavimento, ma la reazione della sua famiglia appare solo una dozzina di pagine dopo. Nel 1949 uno specchio si rompe, mentre nel 2111 la stanza si allaga. La storia della stanza (e quindi dell’intera casa) si sviluppa attraverso piccoli dettagli: la tappezzeria che cambia, il caminetto che sparisce e la televisione che diventa obsoleta.

Sembra quasi che McGuire voglia far vivere ai lettori il modo in cui Dr. Manhattan percepisce il tempo nella graphic novel Watchmen di Alan Moore. Non come una sequenza lineare ma come una sovrapposizione di eventi simultanei. Ogni momento coesiste con l’altro. Passato, presente e futuro si fondono e il lettore diventa un osservatore onnisciente di una storia senza protagonisti fissi. In Qui, i personaggi cambiano, è l’ambiente – quell’angolo della stanza – che resta.

Passato, presente e futuro: tutto esiste allo stesso tempo.

Per noi fisici credenti, la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione, per quanto tenace.

Albert Einstein

All’inizio il lettore può pensare che sia la stanza la protagonista di Qui, ma non è così. Il vero protagonista è il tempo: non segue un ordine lineare e non avanza secondo la logica. McGuire descrive un mondo in cui ogni momento è una connessione con altri, mostrando che il tempo non è un flusso ma una serie di stratificazioni che ci influenzano a vicenda. Come ha detto William Faulkner in Requiem for a Nun: “il passato non è morto! Anzi, non è neanche passato!”. E questo è il principio su cui si basa Qui: ogni momento esiste simultaneamente con gli altri.

Un uomo, nel 1986, indossa una maglietta con scritto Futuro Fossile in Transizione per ricordare che ogni vita, anche se unica, è solo una connessione in una eterna evoluzione. Il ciclo naturale dell’esistenza è evidente nei piccoli gesti ripetuti nel tempo: feste di compleanno, lavoro manuale, musica, amore e morte.

Questo ciclo naturale non riguarda solo la vita degli individui, ma tutta la storia dell’umanità. Il filosofo George Santayan ha detto: “Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. E sono state elaborate teorie su teorie sulla storia che si ripete, sui cicli sociali e politici, mostrando come i periodi di instabilità e crisi si alternino regolarmente. McGuire con la sua storia visiva conferma questa visione. Anche se con una leggera variazione.

La nostra epoca non sfugge da questo schema. Guerre, rivoluzioni, crisi economiche e rinascite sembrano ripercorrere i passi di coloro che hanno vissuto in passato. Ma con ogni ciclo emergono nuovi elementi, nuovi dettagli che cambiano il contesto senza alterare il meccanismo sottostante.

In Qui, nel 1775, Benjamin Franklyn afferma “la vita ha una talento per far rimare gli eventi”. Quindi, McGuire suggerisce che la storia non si ripete mai esattamente allo stesso modo, anche se molto simile, ma continua a rimare con sé stessa in un eterno ritorno che connette passato, presente e futuro.

L’estetica del linguaggio di Qui

Nella graphic novel Qui, McGuire combina tecniche e influenze artistiche, dando al libro un aspetto visivo e suggestivo. Disegni a mano si mischiano con colori digitali, alternando Photoshop, acquerelli e grafica vettoriale, creando un effetto stratificato. L’autore spiega che ha usto tutte queste tecniche differenti perché non voleva “essere tutta arte vettoriale ‘hard edge’”. “Volevo un’immagine più calda. Stavo sperimentando con acquerello, guazzo e matita, creando degli schizzi”, racconta sottolineando l’importanza della sperimentazione nel suo processo creativo.

Le ombre variano a seconda per periodo, ispirandosi alla resa cromatica delle vecchie fotografie. Ricordano quasi la palette di Wes Anderson. I colori degli anni ’50, col loro grigio, rosso e verde che contrastano con i toni dorati delle foto degli anni ’70. Si crea così una palette che guida il lettore attraverso le epoche. L’ambientazione fissa della stanza richiama Edward Hopper, con spazi vuoti che suggeriscono una sospensione del tempo. L’attenzione di McGuire per i dettagli architettonici, evidenti nel suo uso della grafica vettoriale per l’arredamento, fornisce al libro un realismo tangibile. Al contrario, l’allineamento dell’asse prospettico della stanza con la piega centrale del libro è una tecnica visiva per favorire l’immersione del lettore.

La memoria sopravvive

Qui è stato accolto con grande entusiasmo fin dalla sua prima apparizione nel 1989. Chris Ware, uno dei più influenti autori della moderna graphic novel e autore di Jimmy Corrigan e Building Stories, ha detto a The Guardian che la scoperta del lavoro di McGuire ha cambiato radicalmente il suo modo di pensare:

Per la prima volta la mia mente è rimasta sconvolta. Seduto su quel divano, ho percepito il tempo che si estendeva all’infinito indietro e avanti, afferrando il senso di tutti i grandi e piccoli momenti nel mezzo. E non era solo la mia mente: Qui ha fatto saltare i confini della narrazione grafica, espandendone l’universo con un unico lampo incendiario. Ha introdotto una nuova dimensione alla narrazione visiva che si discosta radicalmente dalla tradizionale lettura up-down e left-right dei fumetti. E la struttura era organica, con un’allusione non solo al passato del medium ma anche al suo futuro.

Chris Ware

Qui è stato anche adattato in versione digitale. L’e-book enfatizza il concetto centrale del lavoro: la sovrapposizione del passato, del presente e del futuro. Infatti, il lettore può cambiare anche l’ordine cronologico delle scene. Si offre così un’esperienza ancora più immersiva e coinvolgente, che amplifica l’idea della stratificazione del tempo.

Il concetto del ciclo naturale della storia è parte della struttura della graphic novel. Nelle prime pagine, una donna nel 1957 entra in una stanza senza ricordarsi il perché o che cosa stava cercando. Lei è la persona con cui Qui finisce all’ultima pagina, quando finalmente si ricorda di cosa avesse bisogno: un libro con la copertina rigida. Forse, allora, è solo la memoria, il ricordo, che sopravvive nel tempo: quegli scorci di un’epoca passata.

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