Dragon Ball di Akira Toriyama | I motivi di un successo che dura da 40 anni
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Uno degli aspetti più divertenti di Dragon Ball riguarda l’incredibile pigrizia del suo autore. Akira Toriyama (1955-2024), un artista che ha letteralmente cambiato la storia dei fumetti, invece di passare il tempo a disegnare preferiva di gran lunga guardare film o costruire modellini. Nonostante non fosse mai in ritardo, Toriyama ha dichiarato in diverse interviste di aver lavorato ai suoi manga in modo sbrigativo e a ridosso della consegna.
È un’anomalia, considerando che quasi tutti gli altri mangaka lavorano instancabilmente per stare al passo con le pubblicazioni settimanali. Inoltre, Toriyama ha confessato più volte di aver disegnato in modo semplice non tanto per una una scelta stilistica, ma per un’esigenza di facilità e velocità. Eppure, tralasciando la pigrizia e gli espedienti che aveva trovato per rendere la sua vita da fumettista più facile, Toriyama ha avuto un’enorme influenza su chiunque abbia deciso di disegnare dopo di lui.
Le origini della leggenda: ispirazioni e trama di Dragon Ball
Dragon Ball inizia con la storia di un ragazzino, Goku. Viene coinvolto dalla scaltra Bulma nella ricerca delle Sfere del Drago. Sono sette sfere che possono esaudire qualsiasi desiderio di chi le trova tutte. Tuttavia, questa è solo la premessa di una storia di battaglie e amicizie. Goku incontrerà numerosi avversari, testando la sua forza più e più volte.
All’epoca Toriyama è già molto popolare tra i lettori grazie al suo precedente manga Dr. Slump (1980), un successo editoriale. Tuttavia, quando esce Dragon Ball, i lettori non lo apprezzano al 100 per cento. In Giappone i lettori esercitano spesso un’influenza diretta sulle pubblicazioni. Riviste come Weekly Shonen Jump, alla pubblicazione degli episodi di Dr. Slump e Dragon Ball accompagnavano inviti a raccogliere le impressioni dei lettori e a partecipare a sondaggi di gradimento.
Dragon Ball è una storia bizzarra, vagamente ispirata al classico cinese Il viaggio in Occidente. Tuttavia, si allontana dalle preferenze del pubblico. Dopo una ventina di capitoli, per movimentare le cose, Toriyama introduce il primo Torneo Tenkaichi: per la prima volta Goku e gli altri personaggi possono combattere tra loro. Da quel momento, il manga prende una piega tutta nuova (e di successo), diventando un Battle Shonen, un manga sul combattimento.
Gag e battaglie: le due facce di Toriyama in Dragon Ball
Inizialmente, Dragon Ball è per certi aspetti simile a Dr. Slump. L’ambientazione è divertente e satirica, focalizzata sulle arti marziali, di cui Toriyama è grande appassionato. L’azione alterna gag banali a fraintendimenti esilaranti, un mix che ricorda la letteratura popolare giapponese. Toriyama è un maestro in questo tipo di scrittura, come dimostrano i suoi precedenti lavori, brevi storie o manga come Sandland.
Tuttavia, Dragon Ball mette sempre più in luce l’abilità di Toriyama nel progettare le sue storie. L’autore organizza la vignetta in modo da rendere lo svolgersi delle azioni il più chiaro e fluido possibile. Questa sua capacità di rendere tutto chiaro e suggestivo è un lascito anche della sua formazione da grafico. E si rivela particolarmente utile nella rappresentazione dei combattimenti.
Onomatopee e linee di velocità si alternano momenti di tensione e altri in cui i colpi sono numerosi e ben connessi. Inoltre, in assenza di dialoghi, le vignette diventano meno numerose e più ampie. Questo rende la lettura più veloce e scorrevole. Sembra di guardare un film su carta. Questo effetto oggi non è forse così sorprendente, perché molti fumettisti hanno queste capacità. Ma Toriyama tra gli anni ’80 e ’90 ha gettato le basi per un nuovo approccio al fumetto.
L’evoluzione di Dragon Ball
Dopo il primo torneo Tenkaichi, Dragon Ball inizia a concentrarsi maggiormente sul combattimento. Questo nuovo focus fa perdere alla serie la sua inclinazione iniziale verso gag, parodie e anatomie deformate. Anche gli occhi che fuoriuscivano dalle orbite dopo un colpo potente diventano meno frequenti.
Se si legge il primo volume e poi si passa al combattimento tra Goku e Vegeta o Frieza, emergono due profonde differenze. La commedia è quasi scomparsa dalla narrazione. Ha lasciato spazio all’azione e ai combattimenti, che occupano la maggior parte delle pagine. D’altra parte, il design dei personaggi si è fatto sempre più spigoloso. Le forme tondeggianti e morbide dei primi volumi sono ormai alle spalle. Dragon Ball diventa, in un certo senso, più serio e drammatico, sebbene Toriyama sia un maestro nella scrittura comica e non abbandoni mai del tutto la sua leggerezza.
Disegni, trama e personaggi: il segreto del successo
In parallelo, Toriyama migliora il suo stile di disegno. Definisce un nuovo standard per i fumetti di arti marziali. È un fatto che ci siano opere scritte molto meglio di Dragon Ball. Espedienti come le Sfere del Drago o i fagioli magici, che permettono ai personaggi di guarire o resuscitare, non aiutano a mantenere la tensione narrativa. Inoltre, la trama e lo sviluppo dei personaggi passano troppo spesso in secondo piano, diventando una scusa per innescare una battaglia.
D’altra parte, i manga si sono evoluti nell’arco di 40 anni. Anche quelli per bambini, oggi, hanno trame più articolate. L’unica opera recente e di successo con una trama molto semplice e un focus sulle immagini è One-Punch Man, che infatti vuole essere un omaggio e una parodia proprio di quei manga di combattimento.
Per questo, non è la trama ad aver reso Toriyama un fumettista così rispettato.
È anche vero che ci sono lavori che raggiungono una fama globale non tanto per la storia, ma per le immagini che offrono ai lettori. Negli anni Cinquanta, Osamu Tezuka ci sono riusciti con Astro Boy e altre opere. Allo stesso modo, Toriyama ha condensato una serie di idee e tecniche che hanno ampliato la potenzialità del fumetto. Potenziamenti, personaggi stravaganti ed esplosioni di energia sono solo alcune delle caratteristiche diventate imprescindibili nel Battle Shonen dal 1984 in avanti. A queste si aggiunge un ampio spazio dedicato ai combattimenti, resi sempre più chiari e incredibili grazie ai suoi disegni.
Toriyama, il genio pigro che ha creato un’opera d’arte
Toriyama ha confessato in più occasioni di non spiegarsi l’enorme successo di Dragon Ball. Rileggendolo, non aveva trovato né la trama né i disegni così grandiosi. In verità, si sentiva davvero in imbarazzo per aver pubblicato sulla stessa rivista con autori che riteneva migliori di lui. Era del tutto consapevole di aver sempre cercato il modo più rapido per svolgere il suo lavoro.
C’è un caso eclatante: la celebre trasformazione in Super Saiyan, tanto apprezzata anche per la serie animata, è una scelta basata sulla convenienza. Dal momento che queste sequenze sono in bianco e nero, Toriyama ha potuto evitare di colorare i capelli biondi del Super Saiyan. Questo ha permesso a lui e al suo assistente di risparmiare molto tempo, evitando di colorare le folte capigliature di personaggi come Goku o Vegeta.
È difficile dire se Toriyama fosse davvero così umile. Ma la semplicità dei suoi disegni non è necessariamente un lato negativo. Al contrario, la capacità di trasmettere un’azione con pochi tratti è a volte più preziosa di saper offrire scene estremamente dettagliate. È una dimostrazione che l’autore ha le idee chiare. Sa bene ciò che vuole mostrare e lo fa nel modo più immediato e comprensibile per tutti.
Grazie alle linee semplici e chiare, i personaggi di Dragon Ball e lo stile di Toriyama sono riconoscibili e restano impresse nella mente del lettore o lettrice. Spesso i disegni presentano tratti distintivi, come la capigliatura, il naso mancante o gli occhiali da sole. Aggiungendo pose distintive e colpi di scena, Toriyama ha creato personaggi iconici che vivono nell’immaginario collettivo.
Goku, un nuovo archetipo di protagonista
Toriyama ha avuto alcune intuizioni che hanno cambiato la scrittura di fumetti per un pubblico di giovani. Se si paragona Dragon Ball ad altre opere attuali e di successo, come Ken il Guerriero (1983) o Saint Seiya-I Cavalieri dello zodiaco (1985), si nota un’enorme differenza nello stile dei disegni. Ma non è la sola.
Prima di tutto, l’idea di rappresentare Goku per l’intera durata della sua vita è piuttosto insolita. Anche se questo elemento ha un impatto minore nella narrazione, contribuisce a rendere Dragon Ball una sorta di epica moderna. Tuttavia, l’innovazione principale che arriva con Goku è un nuovo archetipo di protagonista. Eccentrico, sempre affamato, ingenuo e impulsivo, ha valori solidi ed è determinato a diventare il migliore di tutti. Goku rispecchia la descrizione di gran parte dei protagonisti dei manga per ragazzi degli ultimi 40 anni. I personaggi di Toriyama non puntano ad essere complessi. Al contrario, mostrano una chiara e limitata serie di obiettivi e valori. Per questo, è più facile per ogni tipo di pubblico – soprattutto per i giovani – immedesimarsi in loro.
Personaggi come Naruto o Rufy di One Piece sono sviluppati in maniera analoga. Questo suggerisce che Toriyama non abbia solamente rivoluzionato l’aspetto visivo, ma i personaggi stessi. Sebbene non abbia esplorato appieno il potenziale della sua intuizione, ha aperto un nuovo orizzonte. E i fumettisti successivi hanno rielaborato la sua visione.
L’impatto di Dragon Ball e di Toriyama sulla cultura pop
Toriyama ha lasciato il segno nella cultura pop anche grazie al suo lavoro come designer di videogiochi. Da Chrono Trigger alla serie di Dragon Quest, ha creato personaggi, mostri, ambientazioni che hanno influenzato questo ambito tanto quanto quello fumettistico.
Dragon Ball ha lasciato il segno anche nell’animazione. Le due serie animate Dragon Ball (1986) e Dragon Ball Z (1989) hanno contribuito al successo mondiale del manga. Inoltre, hanno esaltato il gusto di Toriyama per le trasformazioni e le esplosioni energetiche. Per quanto Toriyama fosse un maestro nell’illustrare l’azione e trasmetterne l’intensità, il Super Saiyan o l’Onda Energetica sicuramente acquistano un impatto maggiore sullo schermo.
Numerosi film e videogiochi ambientati nel mondo di Dragon Ball hanno amplificato il successo di questo classico moderno. La serie continua a vivere con Dragon Ball Super (2015) di Toyotaro, attualmente in corso di pubblicazione, anche se con recensioni contrastanti.
Con più di 250 milioni di copie vendute, Dragon Ball è ancora uno dei manga di maggior successo. Inoltre, ha avuto anche un impatto significativo nella diffusione della cultura giapponese. Nelle sue versioni tradotte, una delle richieste dell’editore Shueisha è di mantenere la modalità di lettura tipica dei manga, da destra a sinistra.
L’editore sa che la qualità dell’opera gli permette di imporre le sue condizioni. È un primo piccolo passo che ha portato la cultura giapponese a un nuovo livello di popolarità, che continua ancora oggi. Dragon Ball e Akira Toriyama hanno giocato un ruolo fondamentale in questo processo, così come nell’evoluzione dell’arte del fumetto.
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