Dentro la villa di Gene Hackman | Le immagini della  bodycam e la veglia del cane sopravvissuto

Postato il 16 Aprile, 2025

Non sono le scene di un film thriller ma frammenti di vita reale, immagini drammatiche. Degrado e stato di abbandono. Così vivevano l’attore Gene Hackman e sua moglie Betsy Arakawa. Una bodycam della polizia di Santa Fe, intervenuta nell’abitazione dell’ex premio Oscar, nel New Mexico, rivela dolore e tristezza.

Hackman, 95 anni, e la 65enne Arakawa sono stati trovati morti il 26 febbraio. Con la coppia è stato ritrovato senza vita anche uno dei loro tre cani, chiuso in una gabbia.

Le immagini strazianti della bodycam

La polizia di Santa Fe ha reso pubblico il filmato martedì 15 aprile e questo è stato diffuso da TMZ. La bodycam degli agenti riprende il momento in cui entrano nella residenza dell’attore e si trovano davanti uno scenario disperato. Anche gli agenti rimangono increduli.

Il corpo di Betsy Arakawa è disteso a terra, nella zona del bagno, davanti all’ingresso dal quale sono entrati i poliziotti. Disordine e abbandono all’interno dell’abitazione. Vicino alla donna c’era uno dei due cani rimasti vivi, che vegliava il corpo della vittima. Tranquillo e socievole”, così lo hanno descritto gli agenti. Fuori, nel giardino della proprietà, come si mostrano le immagini, si sente abbaiare anche l’altro cane sopravvissuto.

Poco distante da Betsy c’era il corpo di Zinna, il pastore tedesco morto e che un veterinario aveva visitato tempo addietro. Zinna è probabilmente deceduto per disidratazione. Qualche metro più avanti è stato trovato anche il corpo di Gene Hackman, era vicino alla cucina. La drammaticità del video non sta solo nel fatto che certifica la morte della coppia, ma soprattutto nello stato di degrado nel quale i due ormai vivevano da tempo. Vestiti e coperte ammassati sui divani, sporcizia ovunque, cuscini sparsi in terra e molto altro.

Uno stato di abbandono accertato anche dalle analisi ambientali condotte dagli esperti del Dipartimento di Salute pubblica americano. I risultati dei test hanno confermato che la casa di Gene e Betsy era infestata di topi, almeno in otto ambienti diversi dell’abitazione. Una profonda solitudine nonostante l’ex icona di Hollywood abbia avuto tre figli dal primo matrimonio. A quanto pare nessuno dei tre si occupava della salute del padre. Tra l’altro Christopher, Elizabeth e Leslie non sono nominati nel testamento lasciato e questo blocca le procedure per l’eredità. 80 milioni di dollari che sarebbero dovuti andare alla moglie Betsy che però è morta. Secondo la legge americana dovrebbero essere dunque i tre figli di Gene a doversi dividere l’eredità che resta bloccata da cavilli legali per i quali c’è una battaglia in corso.

Cos’é l’hantavirus che ha colpito la moglie di Gene Hackman

L’autopsia sul corpo di Betsy Arakawa e Gene Hackman ha rivelato la data e cause del decesso. La pianista 65enne è morta il 7 marzo, colpita da una sindrome polmonare causata da infezione da hantavirus. Si tratta di una malattia che si può contrarre dal contatto con i topi o con i loro escrementi. Nella villa da 4 milioni di dollari sono state trovate alcune trappole per topi.

L’hantavirus può colpire sia attraverso una crisi respiratoria aggressiva oppure con la febbre emorragia e sindrome renale. La prima è stata fatale per Betsy. Invece Gene, che è morto dopo la moglie, tenuta per diversi giorni in terra senza vita. E’ deceduto a seguito del dolore per la perdita della donna ma anche per una forte ipertensione, peggiorata drasticamente per via della cardiopatia e morbo di Alzheimer in stato avanzato.

I due cani sopravvissuti

Bear e Nikita sono sopravvissuti per diversi giorni senza che nessuno si occupasse di loro. Una volta messi in sicurezza, nei giorni successivi al ritrovamento sono stati affidati a un canile referenziato. Sono rimasti solo qualche giorno perché poi sono stati affidati ad una famiglia che fosse in grado di poterli accudire.

Numerose chiamate sono arrivate al centro che si era preso cura dei due animali. In molti avevano chiesto informazioni per adottarli. Non è stata rivelata l’identità della famiglia affidataria per questioni di riservatezza, visto il clamore mediatico della vicenda.

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