
Lo scrittore irlandese Paul Murray con Il giorno dell’ape ha vinto la dodicesima edizione del Premio Strega Europeo. La premiazione, avvenuta al Circolo dei lettori di Torino durante i densi giorni del Salone Internazionale del Libro, conferma una tendenza ormai consolidata: l’Irlanda è uno dei Paesi più vivaci e significativi nel panorama culturale contemporaneo. Con poco più di 5,3 milioni di abitanti, l’Isola verde è capace di offrire narrazioni profonde e universali attraverso una varietà di linguaggi artistici, dalla letteratura al cinema.
- Il giorno dell’ape | Una storia di crisi e resistenza familiare
- Dalla lista dei migliori libri 2023 del New York Times al Premio Strega Europeo 2025
- Il Premio Strega Europeo e la sua edizione 2025
- Joyce, Beckett e Wilde | Una profonda e totemica eredità
- Sally Rooney | L’intimità e la sofferenza delle relazioni umane
- Dalle pagine al grande schermo | Cinema irlandese, tra ironia e introspezione
- Le relazioni umane al centro delle opere irlandesi
Il giorno dell’ape | Una storia di crisi e resistenza familiare
Nato a Dublino nel 1975, Murray è riconosciuto per la sua capacità di tratteggiare personaggi complessi e realistici attraverso una prosa vivace e ironica. Con romanzi come Skippy muore (2010), ha già ottenuto consensi di critica e pubblico. Il giorno dell’ape Murray racconta le vicende di una famiglia irlandese, i Barnes, composta da Dickie, Imelda, Cass e PJ, che affrontano le conseguenze della crisi finanziaria del 2008. Dal ricordo degli anni della Tigre Celtica, questa saga familiare racconta le difficoltà economiche comuni e, parallelamente, le lotte di ciascun personaggio con i propri lati oscuri: segreti, amori, amicizie tossiche e caos. Nonostante le avversità, il romanzo trasmette con ironia un profondo messaggio di speranza, resistenza e amore familiare.
Dalla lista dei migliori libri 2023 del New York Times al Premio Strega Europeo 2025
Il successo del quarto romanzo di Murray non si è fatto attendere: la critica ha acclamato il ritorno dell’autore irlandese e le testate come The New York Times lo hanno inserito nella rosa dei migliori libri dell’anno. Il giorno dell’ape è il libro protagonista del mese di febbraio 2025 del Service95 Book Club della pop star Dua Lipa, con cui Murray ha dialogato in merito al libro e ai suoi temi.
Il 18 maggio 2025, grazie alla traduzione di Tommaso Pincio e alla pubblicazione con Einaudi, Il giorno dell’ape ha vinto il Premio Strega Europeo. Il direttore del Circolo dei lettori, Giuseppe Culicchia ha commentato la vittoria:
“È senza dubbio un segnale della vitalità della narrativa di quella nazione e una conferma dell’acume con cui la casa editrice Einaudi sceglie i propri autori. Da tempo la narrativa anglofona riscuote un grande apprezzamento non soltanto in Italia ma anche all’estero, e da lettore di scrittori come lo scozzese Irvine Welsh o il britannico Jonathan Coe e da traduttore dell’americano Bret Easton Ellis non posso che esserne felice: sono cresciuto accompagnato dai libri di Mark Twain, Jonathan Swift e Charles Dickens, e i grandi amori della mia adolescenza sono stati Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald, che rileggo ancora oggi”.
Il Premio Strega Europeo e la sua edizione 2025
Nato nel 2014 in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, il Premio Strega Europeo mira a diffondere la conoscenza di alcune tra le voci più originali e rilevanti della narrativa contemporanea e per sottolineare il ruolo della letteratura come
momento di conoscenza reciproca oltre i confini che delimitano le nostre nazioni.
Il Premio promosso da dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e dall’azienda Strega Alberti Benevento, in collaborazione con BPER Banca, Salone Internazionale del Libro e Fondazione Circolo dei lettori. Tra i libri premiati nelle edizioni precedenti si trovano Gli anni di Annie Ernaux (Premio Nobel per la Letteratura 2022), Patria di Fernando Aramburu, Primo Sangue di Amélie Nothomb e V13 di Emmanuel Carrère. Il premio 2025, che ha visto la vittoria di Il giorno dell’ape di Murray, aveva in concorso:
- Jan Brokken, La scoperta dell’Olanda, tradotto da Claudia Cozzi (Iperborea)
- Mircea Cărtărescu, Theodoros, tradotto da Bruno Mazzoni (Il Saggiatore)
- Terézia Mora, La metà della vita, tradotto da Daria Biagi (Gramma Feltrinelli)
- Iida Turpeinen, L’ultima sirena, tradotto da Nicola Rainò (Neri Pozza).
Joyce, Beckett e Wilde | Una profonda e totemica eredità
Oggigiorno leggere narrativa rappresenta un atto molto particolare: da un lato per il fatto che questa attività sta cedendo il passo a forme d’arte visuali e ai media contemporanei, dall’altro perché la scelta su cosa leggere è cruciale. Dal momento che in una vita si può arrivare a leggere circa mille libri e l’offerta è ben maggiore, cosa leggere diventa essenziale per trovare qualcosa rilevante per noi. Scegliere autori irlandesi rimane sempre una valida soluzione.
Guardando alla storia letteraria irlandese, nomi illustri come James Joyce, Samuel Beckett, e Oscar Wilde hanno da tempo stabilito un’eredità culturale che continua a risuonare nelle produzioni contemporanee, seppur leggere Joyce rimanga un’impresa ardua senza tempo – iconica la notizia del bookclub che ha impiegato 28 anni per leggere tutto Finnegans Wake.
Questa tradizione si rinnova costantemente, dialogando con le inquietudini e le sensibilità moderne, arricchendo così il dibattito culturale internazionale.
Sally Rooney | L’intimità e la sofferenza delle relazioni umane
Ma non è solo la produzione letteraria del passato ad affascinare il pubblico. La penna irlandese più nota e riconosciuta è Sally Rooney. Con opere come Normal People, Conversations with Friends e Intermezzo, ha catturato l’attenzione internazionale grazie al suo modo intimo e diretto di esplorare le complessità relazionali. È proprio questo il punto di forza della narrativa irlandese: raccontare le relazioni interpersonali con un equilibrio unico tra ironia e sofferenza, evidenziando la fragilità e l’intensità delle connessioni umane.
Dalle pagine al grande schermo | Cinema irlandese, tra ironia e introspezione
Anche nel cinema, l’Irlanda dimostra grande forza e originalità narrativa. Martin McDonagh (Tre manifesti a Ebbing, Missouri) con Gli spiriti dell’isola ha consegnato al pubblico una fiaba amara e ineluttabile sull’amicizia e il proprio scopo di vita. Nella cornice della guerra civile irlandese, il conflitto mostrato è quello dato dall’incomunicabilità e dal distacco tra realtà, sogni e velleità. Un dipinto di creature fragili che soffrono, lottano, muoiono o fuggono. Così, sotto la direzione di McDonagh, Colin Farrel, Brendan Gleeson, Kerry Condon e Barry Keoghan hanno dato vita a una delle pellicole più intense degli ultimi anni.
Nel 2023 Pat Collins racconta l’Isola verde di uno degli scrittori irlandesi più rilevanti, John McGahern. That They May Face the Rising Sun, tratto dall’omonimo romanzo di McGahern, è uno spaccato di vita di una vecchia comunità irlandese e di una coppia inglese che si prende cura di loro. Leggerezza e malinconia. Le relazioni si nutrono di dialoghi e piccoli gesti – dall’offrire un panino, condividere una birra, al seppellire un amico affinché sia rivolto verso il sole che nasce.
Le relazioni umane al centro delle opere irlandesi
Purtroppo la diffusione in Italia di That They May Face the Rising Sun è stata limitata a pochi festival e rassegne. Questo sottolinea l’urgente necessità di arricchiere i cartelloni con cinematografie estere, al di fuori di quella locale e mainstream. Rendere accessibili altre narrazioni è uno dei modi più immediati e semplici di entrare in contatto con nuove culture, e, come evidenza Culicchia, contribuiscono a costruire i nostri immaginari. Mettersi in ascolto del diverso, inteso come attitudine a conoscere e capire chi e cosa ci circonda, è un’attitudine che può essere ampliata grazie alla narrazione.
Le opere irlandesi, come quelle raccontate nel Il giorno dell’ape di Murray, hanno la capacità di mostrare dei mondi che intrecciano relazioni autentiche, di sofferenza e affetto, e conflitti interiori drammatici, ma non tragici e aggressivi. Leggerezza, ironia e malinconia sono elementi ricorrenti nelle tonalità di queste storie capaci di creare specchi nel quale riflettersi, riconoscere fragilità e virtù, e forse assorbire qualcosa di nuovo sul modo di stare insieme.