Salone del Libro 2025:

Postato il 15 Maggio, 2025

In un mondo dove tutto scorre a una velocità vertiginosa – tra social media, intelligenza artificiale e sovraccarico informativo – leggere è diventato per molti un atto di concentrazione difficile, quasi eroico. Eppure leggere è una delle forme di evasione e leggerezza più semplici e profonde che conosciamo. È tempo dedicato a noi stessi, è viaggio in mondi narrativi alternativi, è la possibilità di vivere mille vite. Leggere è libertà.

Dopo il successo dell’edizione del 2024, dal 15 al 19 maggio 2025, il Salone Internazionale del Libro di Torino torna al Lingotto Fiere per la sua trentasettesima edizione, sotto la direzione di Annalena Benini.

In un momento storico attraversato da crisi globali, polarizzazioni e domande sul futuro, il Salone sceglie di puntare sulla leggerezza — sul potere leggero e resistente delle parole.

Un tema, una dichiarazione d’intenti

Il Salone del Libro è l’evento più rilevante legato alla filiera del libro in Italia e si pone nella costellazione delle fiere europee e internazionali di spicco. Si fonda su due pilastri culturali: l’attenzione al mercato e la promozione alla lettura, ha ricordato Silvio Viale, presidente dell’associazione Torino, la Città del Libro. Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha aggiunto in chiusura al proprio intervento come il Salone sia “un simbolo di rito civile, un atto di fiducia nella lettura come bene comune. […]Attraverso le storie costruiamo il mondo — e ne abbiamo bisogno”.

Le parole tra noi leggere è un titolo che vibra in profondità, e che rende omaggio all’opera di Lalla Romano – scrittrice, poetessa, giornalista e artista visiva del Novecento italiano – oltre ad essere un verso di Eugenio Montale. Ma è anche un invito politico e poetico: leggere come attraversamento, come gesto di attenzione, come tentativo di avvicinarsi agli altri. In una società satura di slogan e retoriche, la leggerezza – nel senso calviniano del termine – può diventare una forma di resistenza.

Spazi che raccontano una comunità

I numeri sono già di grandi impatto: 137.000 mq, oltre 700 stand, 51 sale, 2.000 eventi, e il Salone Off che anima la città con più di 500 appuntamenti. Ma è nella geografia simbolica degli spazi che il Salone 2025 disegna la sua identità: dal Bookstock – area intergenerazionale e laboratorio di futuro – al nuovo Publishers Centre, passando per l’inedito Romance Pop-up. Un ecosistema culturale che valorizza tanto la riflessione quanto l’entertainment, la professionalità quanto la passione.

Ascolto, dialogo, leggerezza. Tra i concetti chiave più portati alla luce in conferenza stampa c’è anche quello di comunità. Da Lo Russo che ha condiviso l’idea di Salone come generatore di comunità e di lavoro al Ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha ricordato il termine comunità e la sua forza olivettiana. Il Ministro ha colto l’occasione per ricordare il Piano Olivetti, l’iniziativa del Ministero che mira a contrastare la desertificazione culturale e la “siccità creativa” attraverso la promozione di biblioteche di prossimità e il sostegno alle scuole.

Lo stato di salute della cultura e la crisi della civilizzazione

Il Ministro Giuli ha aperto il suo intervento sottolineando l’importanza dell’aspetto popolare della cultura, intesa come forza collettiva capace di generare confronto, dialogo e identità. Ha ricordato come Torino, culla culturale italiana, abbia ospitato la nascita della prima agenzia di stampa e della televisione nazionale.

Il Salone 2025 è simbolo di libertà, pluralità e confronto.

“Ogni libreria che chiude, così come ogni casa editrice costretta a uscire dal mercato, rappresenta un fallimento materiale e immateriale. Un lutto culturale. Lo stesso principio vale per ogni sala cinematografica che chiude, così come per ogni impresa artistica che fallisce. Uno scacco che interpella le nostre coscienze e muove il nostro senso di responsabilità”

Alessandro Giuli in occasione della conferenza stampa della XXXVII edizione del Salone del Libro

l Presidente della Regione Campania, regione ospite alla kermesse, Vincenzo De Luca, nel suo intervento, ha messo in guardia contro la crisi del processo di civilizzazione: una deriva che mina i presupposti stessi della convivenza democratica. Ha criticato l’idea che si possa rivendicare il “diritto” della civiltà occidentale in assenza di giustizia e coerenza.

A questo proposito, ha raccontato il caso di un bambino palestinese ferito da bombardamenti israeliani, attualmente curato in un ospedale campano, per denunciare la contraddizione tra la proclamazione dei valori democratici e la loro applicazione concreta.

De Luca, infine, ha evidenziato le fratture generazionali in atto: i più giovani faticano a distinguere la realtà dalla dimensione digitale e soffrono di isolamento sociale, mentre le generazioni over 50 spesso non hanno gli strumenti per interfacciarsi con l’innovazione tecnologica. Un doppio scollamento che, se non affrontato, rischia di aggravare le disuguaglianze culturali e cognitive.

Un programma a otto voci

Proprio in questo scenario, iniziative come il Salone del Libro diventano vitali.

La kermesse torinese fa sentire “come Winnie The Pooh”, ha dichiarato Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei Lettori, a testimonianza della magia che la caratterizzano.

Atmosfera data dalle persone che la rendono possibile, come ricordato in molti interventi, e dalla ricchezza della sua offerta.

Anche quest’anno, il Salone si articola in sezioni tematiche curate da figure del panorama culturale, e non solo, italiano. Rispetto alle sette dell’edizione precedente, si aggiunge “Crescere” curata dallo psicoterapeuta Matteo Lancini.

  • “Romanzo” con Alessandro Piperno
  • “Leggerezza” con Luciana Littizzetto
  • “Arte” con Melania Mazzucco
  • “Informazione” con Francesco Costa
  • “Cinema” con Francesco Piccolo
  • “Crescere” con Matteo Lancini
  • “Editoria” con Teresa Cremisi
  • “Romance” con Erin Doom

Un ottagono che tiene insieme le grandi domande e i piccoli dettagli della nostra contemporaneità.

Dalla memoria partigiana alla spiritualità post-secolare, dai femminismi alle migrazioni, dall’attivismo climatico alla violenza di genere, il programma si struttura come un atlante polifonico.

Nuove centralità: il Romance e il linguaggio pop

L’attenzione al Romance – da sempre relegato a nicchia – si conferma come uno dei punti più strategici di questa edizione. La giornata di sabato 17 maggio è dedicata a Meet&Greet con autrici italiane e internazionali, il Salone riconosce un valore culturale di un genere ancora poco noto. Un’apertura che parla il linguaggio delle community, dei BookTok e dei lettori giovanissimi.

Un Salone tra paesaggi culturali: Paesi Bassi e Campania

Prosegue anche nel 2025 l’apertura del Salone alla dimensione internazionale e territoriale. Il Paese ospite di questa edizione sono i Paesi Bassi, presenti con una programmazione dedicata e una selezione di autori come Jan Brokken, Ilja Leonard Pfeijffer e Hanna Bervoets. Una letteratura che, tra tradizione e sperimentazione, apre finestre su nuovi immaginari europei. Willem van Ee, Ambasciatore Pasesi Bassi in Italia, ricorda come i Paesi Bassi fossero già stati ospiti nel 2001. Rispetto allora, oggi la diffusione in italia della letteratura olandese è aumentata anche grazie a realtà come la Fondazione olandese per la letteratura, che al Salone ha aiutato nella cura del programma.

La Campania, regione ospite, è presente con oltre 50 case editrici e numerose voci della scena letteraria e culturale locale. Un’occasione per valorizzare una delle regioni più dinamiche d’Italia dal punto di vista editoriale, con iniziative come il Campania Libri Festival e una serie di eventi curati dalla Fondazione Campania dei Festival.

Ospiti internazionali, voci globali

La Lectio inaugurale della XXXVII edizione è affidata a Yasmina Reza: una delle voci più affilate del teatro e della narrativa contemporanea e riconosciute a livello internazionale.

Tra i nomi attesi: Joël Dicker, Adania Shibli, Mircea Cărtărescu, Tracy Chevalier, Etgar Keret, Scott Turow, Paul Murray, Saitō Kōhei, David Quammen. Dal memoir politico al legal thriller, dal racconto distopico all’inchiesta scientifica. Così il Salone del Libro 2025 ribadisce il suo ruolo come crocevia di narrazioni del presente.

Cose da non perdere al Salone del Libro 2025

Ogni edizione del Salone è un labirinto di stimoli, ma alcuni appuntamenti brillano per profondità e visione. Ecco alcune dei nostri suggerimenti:

  • Stand dei Paesi Bassi – Una letteratura che non cerca facili consolazioni. Gli autori ospiti portano una scrittura asciutta, complessa, profondamente europea.
  • La sezione “Crescere” curata da Matteo Lancini – Il nuovo spazio dedicato a educazione emotiva, adolescenza, famiglie e scuola. Urgente e necessario.
  • Romance Pop-up – Da osservare con attenzione critica: è qui che l’editoria sta riconoscendo nuove energie, nuove estetiche e nuovi mercati. Uno spartiacque culturale da decodificare.
  • Il palco Live e gli eventi podcast – Spazi dove la parola si fa musica, ritmo, performance. Sul palco la letteratura si trasforma e si contamina.

Ci uniamo alla Direttrice Benini nell’augurarvi nuove parole leggere e una buon trentasettesimo Salone del Libro.

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