
Tobey Maguire è tornato a vestire i panni del suo Spider-Man nel 2021 in Spider-Man no Way Home al fianco del suo successore nel ruolo Andrew Garfield e di Tom Holland che ne è l’attuale interprete nel Marvel Cinematic Universe. I tre attori hanno scatenato il dibattito su chi tra loro offrisse la miglior versione di Spider-Man, anche se ognuna ha un’ispirazione diversa. Su chi sia il miglior Spider-Man si può dibattere ma tutto è iniziato dal film di Sam Raimi, che aveva già approcciato il mondo dei supereroi con il suo Darkman (1990), e da un attore esordiente che sarebbe diventato il primo Spider-Man in un film cosí importante al cinema. Le sfide per portare sullo schermo uno dei primi supereroi del nuovo millennio sono state tante e ne abbiamo raccolte alcune qui di seguito.
Maguire, scelto per un soffio
Durante i casting per il ruolo di Spider-Man furono considerati diversi nomi di successo, da Leonardo Dicaprio a Heath Ledger. Tobey Maguire aveva diversi film alle spalle, anche al fianco di colleghi importanti, ma era sempre stato legato al ruolo del ragazzo sensibile. Non poteva immaginare che proprio quella qualità l’avrebbe reso uno Spider-Man perfetto, superando la concorrenza di James Franco, che voleva aggiudicarsi il ruolo, finendo invece per interpretare Harry Osborn.
Maguire si impegnò tanto per riuscire a dimostrare di essere credibile nelle scene d’azione, ma fu proprio il suo look da bravo ragazzo a conquistare regista e studios.
Come creare uno Spider-Man memorabile
Grazie al connubio fra la sua storia convincente, il costume e le sue abilità, Spider-Man era già un eroe tra i più amati dei fumetti. Rimaneva il problema di trasporre le sue avventure in un live action credibile.
Per realizzare il costume di Spider-Man è stato fatto entrare in gioco James Acheson, rinomato costumista che nel aveva già collezionato 3 Oscar. Si è dedicato alla tuta del supereroe pensando sia alla funzionalità sia all’estetica, tanto che i costumi per le riprese diventarono più di uno. Le tute vennero realizzate in Spandex su un calco del fisico di Maguire, che si sottopose a un allenamento intenso per il suo ruolo. Un costume era progettato per i primi piani, uno per certe angolazioni, un altro per gli stunt. Il lavoro di Acheson ha reso al meglio l’aspetto di Spider-Man in ogni scena. Ma al contempo è rimasto ancorato a un look classico, rosso e blu, con il simbolo del ragno nero al centro e le ragnatele argentate in rilievo. Un design inconfondibile nell’epopea dell’Uomo ragno.
Un bacio iconico
Quando si pensa a un bacio epico al cinema, tra le scene più iconiche che vengono in mente c’è il bacio sotto la pioggia (artificiale) a testa in giù di Spider-Man e Mary Jane (Kirsten Dunst), che scopre gentilmente le labbra al supereroe in un momento che è un mix di tante emozioni. Il bacio avviene dopo un’aggressione a Mary Jane, che viene prontamente salvata dall’uomo ragno. Un momento di tensione e romanticismo che Raimi ha chiesto a Dunst di realizzare ispirandosi ai baci più belli della storia del cinema.
Stunt da supereroe
Le acrobazie sono una delle parti più spettacolari del film e riescono a reggere discretamente il confronto con le versioni più recenti. Nel film del 2002, in particolare, Tobey Maguire si è dedicato anche al realizzare buona parte degli stunt con impegno e determinazione anche eccessiva.
La sequenza nella mensa della scuola di Peter Parker in cui afferra Mary Jane, il vassoio ed uno ad uno tutti gli alimenti ha richiesto oltre 150 take. Se si parla di scene spettacolari ci si riferisce quasi sicuramente a Spider-Man che oscilla per i grattacieli di New York e in questo caso la sfida – riuscita – è tra film e videogiochi.
Scene come questa o il combattimento con Green Goblin (Willelm Dafoe) sono state realizzate grazie all’utilizzo della Cgi, unita a scene reali dell’attore o degli stuntmen.
Uno Spider-Man più umano
Tobey Maguire non è stato solo il ragazzo sensibile, in controtendenza ad attori più “prestanti”, ma ha rappresentato il ragazzo della porta accanto. Il Peter Parker del film non ha particolare appeal, anzi è un po’ goffo, vive in un’anonimo appartamento di un quartiere operaio. È introverso e sicuramente non popolare a scuola: tutto cià che Sam Raimi voleva. L’eroe che tutti possiamo sognare di diventare.
Rivedendo oggi il film, a 23 anni di distanza, si può apprezzare il fatto che Spider-Man non sia Superman, non sia Batman. È un ragazzo qualunque che dopo il morso di un ragno diventa eroe. Zia May infatti glielo fa notare: “Non sei superman, lo sai”, dice a Peter sottolineando la fallibilità dell’uomo e dell’eroe. Il primo Spider-Man di Raimi offre una prospettiva di altri tempi, ma ancora oggi attuale e coerente con un personaggio tra i più iconici del fumetto.