La Saga di Paperon de' Paperoni | Il Sogno Americano
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La Saga di Paperon de’ Paperoni è una serie di 12 storie che vedono protagonista Paperon de’ Paperoni, il famoso zio di Paperino. Porta con sé forti riferimenti al romanzo di Daniel Defoe La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe e parla della storia della vita di Paperone, dal 1877 al 1947, anno in cui fece la sua prima apparizione sulla carta stampata.
Scritta e disegnata da Don Rosa, è stata pubblicata per la prima volta in Danimarca dalla Egmont Publishing dal 1992 al 1994. È arrivata poi negli Stati Uniti proprio nel 1994, pubblicata da Gladstone Publishing. Nel 1995, Don Rosa ha ricevuto nel 1995 the Will Eisner Award for Best Serialized Story.
Non solo anatre
Nella Saga di Paperon de’ Paperoni Rosa non racconta solo la storia di Paperone, ma quella dell’America stessa. Paperone viene dalla Scozia, e si è trasferito negli Stati Uniti per fare fortuna. È colui che cerca la gloria proprio negli anni cui gli stessi Stati Uniti stavano emergendo a livello globale, incarnando così l’ideale del Sogno Americano. Il diventare sempre più ricco di Paperone va proprio di pari passo con la crescita della potenza e della ricchezza dell’America. Don Rosa ha visto in lui l’opportunità di raccontare quest’altra storia, nonostante fosse un fumetto prevalentemente per un pubblico giovane e incentrato su animali antropomorfi.
Per me era molto chiaro che fossero tutti esseri umani: pagano le tasse, hanno un lavoro, indossano vestiti, hanno emozioni umane e sono più o meno come tutti gli altri personaggi che si possono guardare nei film o in televisione. Non mi è mai venuto in mente che fossero delle anatre.
Don Rosa in una intervista per il blog Ventenni Paperoni
Attraversando il passato americano, Don Rosa fa sì che Paperone incontri persone come Jack London, Buffalo Bill o addirittura Theodore Roosevelt e Nicola II di Russia. L’autore unisce eventi storici a quelli di finzione, rendendo Paperone parte della storia degli Stati Uniti. In ogni caso, dato che non gioca in essa un ruolo cruciale, Don Rosa non rischia mai di rovinare la sospensione dell’incredulità di chi legge.
Carl Barks, il vero padre di Paperon de’ Paperoni
Spero che apprezziate questo mio massimo tributo al più grande narratore del 20° secolo, Carl Barks.
Don Rosa
Carl Barks è stato un noto fumettista, paragonato perfino a Mark Twain, anche se molto meno noto. Per la Disney ha lavorato quasi esclusivamente alle storie riguardanti Paperino, ma poi si è concentrato sulla sua personale creazione, Zio Paperone. Don Rosa ha studiato il lavoro di Barks meticolosamente, cercando di dare una continuità a ogni avventura citata all’interno delle sue storie. Don Rosa ha preso appunti su ogni riferimento a tempi e luoghi citati da Paperoni nelle sue storie, cercando così di mettere insieme le fila della cronologia. Così è nata la Saga di Paperon de’ Paperoni. Ovviamente Don Rosa stesso ha dovuto modificare qualcosa, per mantenere una certa coerenza narrativa.
[…] Persino nelle ultime storie di Barks, quelle degli anni ’70, Paperone era un cattivo che distruggeva l’ecosistema e cose del genere. Ma quando mi sono reso conto che avrei sul serio creato regolarmente storie con questo personaggio, l’ho dovuto trasformare in modo che poteste apprezzarlo, ma non ho poi dovuto davvero trasformarlo, ho dovuto giusto sostituirlo che la versione che Barks aveva implementato nel 1952 e renderla un personaggio più simpatico, meno avido e più avventuroso.
Don Rosa in una intervista per il blog Ventenni Paperoni
Per quanto il personaggio e le storie di riferimento siano prevalentemente barksiani, la Saga di Paperon de’ Paperoni è pregna del personale stile di Don Rosa. L’autore e disegnatore è, infatti, un grande amante dei dettagli e delle espressioni facciali. Dalle venti sfumature di rabbia sul volto di Paperone al particolare della mattonella di un castello scozzese, l’attenzione al dettaglio di Don Rosa è un suo vero tratto distintivo.
Il Sogno Americano
La storia di Paperon de’ Paperoni inizia in Scozia. Il Clan de’ Paperoni era una famiglia un tempo aristocratica, ma ora in declino e con poche ricchezze per poter vivere dignitosamente. Per cui persino Paperone, all’epoca di soli dieci anni, ha iniziato a lavorare come lustrascarpe. Qui è quando ha guadagnato la sua prima moneta da dieci centesimi americani, diventata simbolo di prosperità nella storia fumettistica del personaggio.
Ma proprio perché si trattava di un’inutile moneta americana, per il giovane Paperone ha significato il fatto che tutti, nel mondo, cercano sempre di imbrogliarti. Bisogna essere quindi più astuti degli altri, senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Non bisogna fidarsi, ma lavorare duro. Solo così si raggiungerà il successo. E questo è uno stile di vita che il giovane Paperone adotta da quel momento in poi, sia a Glasgow che in giro per il mondo, ovunque lo portino le sue avventure. Una volta arrivato in America, constata davvero che i raggiri sono sempre dietro l’angolo. Tuttavia, è un’occasione per Paperone per capire che, per quanto la vita sia dura, se si è liberi si hanno sempre nuove opportunità, basta saperle cogliere.
La metafora del capitalismo
Paperon de’ Paperoni (in originale Scrooge McDuck) è ispirato a Ebenezer Scrooge, il personaggio principale del romanzo breve di Charles Dickens Canto di Natale. Proprio come Ebenezer, Paperone è un capitalista che incarna la filosofia del suo tempo: si può diventare ricchi se si lavora duro.
Ma, quando la filosofia capitalista è spinta all’estremo, la società può sì essere ricca e più confortevole, ma inevitabilmente produce dei dilemmi morali. Come mostrato da Paperone stesso, quando si comincia a ricercare la ricchezza non solo come mezzo per uscire dalla povertà, ma come fine a se stessa, si rischia di diventare avidi, burberi e crudeli. Paperone viene infine deriso dagli unici parenti che gli rimangono, per poi rimanere da solo. Il sogno stesso, quando incontrollato, non fa altro che indurire le persone, eliminando l’empatia in nome del sempre maggior profitto. Alla fine persino Paperone arriva a chiedersi se è valsa davvero la pena diventare il più ricco del mondo.
“No, una volta Paperon de’ Paperoni aveva tutto! Adesso tutto ciò che ha è il denaro e tutto ciò che il denaro può comprare! Sigh! Questo ne fa solo un povero vecchio!”
Matilda McDuck de’ Paperoni nella Saga di Paperon de’ Paperoni
Non è dunque una coincidenza che, nella Saga di Paperon de’ Paperoni, la storia del protagonista sia ambientata in America e non in una città inventata come Paperopoli o Topolinia. Don Rosa sembra voler dire che, se l’America – così come ogni altra nazione – rischia davvero di diventare ricca come Paperone, forse può anche imparare a cambiare strada prima che sia troppo tardi. Pur rimanendo capitalista e mantenendo il suo deposito pieno di monete sulla cima della collina più alta.
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