The Good Place di Michael Shur | Lezione di etica nell'aldilà
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Eleanor Shellstrop (Kristen Bell) è defunta. Ma essere morta non è la notizia peggiore. Lo è semmai il fatto di essere finita nella Parte Buona, The Good Place. Questo non è solo il nome di una serie tv americana fantasy-comedy che ha debuttato nel 2016, ma è anche un paradiso rivisitato. Che c’è allora di male nell’esserci finita? Che Eleanor non dovrebbe essere qui. Qualcuno ha fatto uno sbaglio, un errore di giudizio. L’anima di qualcun altro era destinata al paradiso, ma lei ha preso il suo posto. The Good Place è una commedia che mette in luce i peccati umani che si trovano lungo la strada della redenzione.
Un paradiso… più o meno
Nell’aldilà di Michael Shur (The Office, Brooklyn Nine-Nine) non si parla mai di inferno o paradiso. Ci sono solo una misteriosa Parte Cattiva, piena di urla e sofferenza, e una Parte Buona, un posto da sogno dalle nuance pastello. Shur si è inventato ancora una volta una guida morale come infrastruttura per una commedia. L’assurdità e gli inside jokes che regnano in questo stravagante mondo narrativo ricordano Guida galattica per autostoppisti.
All’inizio, The Good Place appare un po’ caotico: Michael (Ted Danson), l’architetto e l’entità eterna responsabile del posto, è ancora inesperto nel suo lavoro. Per migliorare il suo progetto, chiede aiuto a una coppia di anime gemelle: l’entusiasta e ingenua Tahani Al-Jamil (Jameela Jamil) e un misterioso monaco (Manny Jacinto). Anche Eleonor scoprirà di “avere” un’anima gemella: Chidi (William Jackson Harper), uno strambo ma tenero insegnante di etica. Per non essere rispedita nella Parte Cattiva, Eleonor si accorda con Chidi per tenere segretamente un corso di etica.
Il dilemma filosofico del tram
La serie ruota attorno a un dilemma filosofico: si può insegnare come essere buoni? Un’intera vita passata ad insegnare etica non è bastata a Chidi per rispondere a questa domanda. Le teorie, purtroppo, non offrono un processo decisionale. Ma, secondo la filosofia di Aristotele, spesso menzionato durante la prima stagione, la virtù può essere acquisita con la pratica.
Durante la cinque stagioni, tutti i dilemmi morali e filosofici vengono affrontati allo stesso modo: con leggerezza. In un episodio, Chidi deve riflettere sul Dilemma del Tram, un noto esperimento psicologico di etica. Il test consiste nell’immedesimarsi nell’autista di un tram e decidere se sacrificare una sola persona per salvarne altre cinque. Per una persona indecisa come Chidi, è davvero un problema difficile da risolvere. Tutte le questioni profonde della serie affrontano le contraddizioni della vita, in un mondo che non sembra avere significati più profondi né scopi precisi. Un mondo dove chiunque può avere successo e dichiararsi soddisfatto. Ma, in qualche modo, è un attimo perdersi nella ricerca della felicità.
Possiamo tutti finire nella Parte Buona
Il nuovo interesse delle serie tv per gli antieroi come Walter White in Breaking Bad o per le donne combattenti come June Osborne su The Handmaid’s Tale lascia un spazietto per The Good Place e i suoi personaggi piccoli, ma molto umani. Sono persone reali in un mondo surreale, e le loro avventure dimostrano che l’aldilà, alla fine, è come noi: piacevolmente imperfetto.
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