Arkham Asylum | La mente come folle dimora in un folle mondo
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Arkham Asylum | La mente come folle dimora in un folle mondo

Arkham Asylum | La mente come folle dimora in un folle mondo

Postato il 03 Novembre, 2023

Year

1989

Format

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Length

120 pages

Genre

“Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”

“Come lo sai che sono matta?” disse Alice

“Devi esserlo”, disse Stregatto, “altrimenti non saresti venuta qua”. 

Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, di Lewis Carroll

Probabilmente Batman era d’accordo con i pensieri di Stregatto quando è entrato nell’Arkham Asylum, il luogo lovecraftiano dove spedisce i criminali. L’Arkham Asylum non è solamente un manicomio criminale, ma è anche un ingresso nella psiche umana e sovrumana. I suoi corridoi sono rami della coscienza e le sue stanze sono l’oscurità della mente. Anche Batman si sente perso quando entra nell’istituto.

Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo è una graphic novel scritta da Grant Morrison e disegnata da Dave McKean ed è stata pubblicata nel 1989 da DC Comics. Arkham Asylum, con il suo stile quasi espressionista e le sue atmosfere claustrofobiche, è un viaggio disturbante che cambia inevitabilmente chi lo percorre.

Nella tana del bianconiglio

In Arkham Asylum la polizia chiama Batman perché Joker e altri detenuti hanno preso il controllo di Arkham, prendendo in ostaggio medici e infermiere. La richiesta di Joker è che Batman entri da solo nel manicomio. Una volta entrato, il criminale gli dà un’ora per scappare. Così facendo, dovrà superare i pazienti del manicomio e i traumi che rappresentano. Joker guida Batman durante la prova, come una versione distorta della coppia Virgilio-Dante della Divina Commedia. Ma loro non andranno verso la salvezza. Al contrario, come tante altre volte, Joker vuole dimostrare a Batman che lui non è così diverso dai suoi nemici. Batman crede il contrario, ma in Arkham Asylum, la sua idea sembra essere profondamente messa in dubbio.

Io ho paura. Temo che Joker possa aver ragione su di me. A volte… dubito della razionalità delle mie azioni.

Batman in Arkham Asylum

Questa volta, Batman sembra quasi spaventato, impaurito su cosa potrebbe trovare muovendosi dentro l’Asylum. Principalmente ha paura di trovarsi faccia a faccia con i suoi traumi. Teme che potrebbe scoprire di non essere meno pazzo dei cattivi che incontrerà. Tuffandosi nei suoi temi complessi e crudi, Arkham Asylum trova il suo posto insieme ad altre opere, come Batman: The Killing Joke, Batman – Il ritorno del Cavaliere Oscuro o L’ultima caccia di Kraven, nell’Epoca Oscura dei fumetti.

I criminali come allegorie

Ogni criminale incontrato da Batman rappresenta un aspetto della sua psiche: divinità e umanità, colpevolezza e innocenza, follia e razionalità. L’autore gioca con le principali caratteristiche di ogni nemico, rendendoli ricchi di significati allegorici mentre sfidano Batman rievocando i suoi conflitti interiori.

Arkham Asylum
Immagine concessa da DC Comics © 1989

Joker, per esempio, è come un fantasma, onnipresente ma evanescente. Anche il suo lato giocoso è sottolineato, ma in un modo più adulto, con battute legate alla sfera sessuale. La sua personalità viene presentata in una nuova veste. Joker non è semplicemente pazzo: è così lucido che cambia a seconda delle circostanze solo per adattarsi al mondo che lo circonda.

Come ha detto Grant Morrison a IGN:

Il mio Joker, curvo e sbattuto come un albero dal vento, era un essere umano spezzato che reagiva a ogni cambio dello spirito del tempo e del meteo, cambiando personalità. Ciò l’ha reso un uomo con un milione di facce – come l’ha descritto Bill Finger in una delle prime storie. Muoversi in questa corrente l’ha reso instabile, incline a cambiare alla caduta di un capello viola, ma fedele a decenni di storie.

Una folle dimora in un folle mondo

Il titolo completo di Arkham Asylum include la frase una folle dimora in un folle mondo. La frase prende spunto dalla poesia Church Going di Philip Larkin. Nella poesia, il narratore si avventura in una chiesa intraprendendo un viaggio spirituale dentro ogni stanza in cui si reca. Ciò definisce il tono della graphic novel e suggerisce un riferimento al cristianesimo.

Arkham Asylum
Immagine concessa da DC Comics © 1989

L’opera di Morrison è ricca di simbolismi. Per esempio, quando introduce Killer Croc, mostra l’Arcangelo Michele mentre uccide un serpente con una lancia. Batman è presentato a un certo punto come Cristo: sia amato sia odiato da tanti. Ci sono anche riferimenti alla psicologia, come l’uso degli archetipi degli studi di Jung, per esempio con la figura del drago/serpente. Nel suo L’io e l’inconscio, Jung spiega che il drago è un simbolo materno, perciò chi conosce queste teorie può già indovinare qual è il trauma principale di Batman.

Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie è tra i riferimenti. Il romanzo di Carroll ruota attorno al concetto di follia, seppur sotto gli occhi fanciulleschi di Alice. Anche il tema del sesso è enfatizzato. Si vociferava che Carroll avesse una predilezione per le bambine, e inizialmente in Arkham Asylum, Joker fa intendere che Batman e Robin abbiano una relazione. Di conseguenza il Cappellaio Matto è presentato come un pedofilo, come se ciò suggerisse che anche Batman potrebbe prendere quella strada.

Morrison usa anche un altro mezzo per esprimersi: i tarocchi. Attraverso illustrazioni pregne di simbolismi, spiega il viaggio interiore di Batman, aggiungendo quasi una visione magica alla storia. I tarocchi sono usati sia come accompagnamento ai momenti di svolta della trama, sia per evidenziare i vari aspetti della psiche del personaggio.

Due storie parallele

Mentre Batman affronta i suoi demoni, l’autore racconta anche un’altra storia: la vita del fondatore del manicomio, Amadeus Arkham. Sua madre (malata di mente) è stata così presente nella sua vita, che ha deciso di creare la clinica per aiutare persone come lei. Anche Amadeus è legato alla malattia mentale, che raggiunge il suo apice quando la madre si toglie la vita. In questa maniera, sia Batman che Arkham devono combattere con un disturbo mentale per tutta la vita.

Arkham Asylum
Immagine concessa da DC Comics © 1989

ALLERTA SPOILER!

I due sono anche legati da un altro fattore, il trauma per la morte delle loro mamme, un trauma affrontato in modi diversi. Successivamente si scopre che la mamma di Amadeus non si è uccisa: è stato Arkham a ucciderla. Il fondatore del manicomio non è riuscito a sconfiggere la follia poiché non ha sopportato il trauma che lo ha sconvolto. Batman invece sceglie un’altra strada. Nonostante sia una vittima, Bruce Wayne si sente inconsciamente colpevole per l’omicidio della madre. Pensa che avrebbe dovuto proteggerla, e di aver fallito. Le conseguenze dello stato della psiche si Amadeus sembrano portarlo alla follia. Batman al contrario, le affronta e le accetta come una possibile parte della sua personalità. In questo modo si libera delle paure e – di riflesso – dalla momentanea prigionia nell’Arkham Asylum.

Arkham aveva ragione: a volte è solo la pazzia a fare di noi ciò che siamo. O forse il destino.

Batman in Arkham Asylum

L’arte di Arkham Asylum

Dave McKean, conosciuto per aver disegnato le copertine di Sandman di Neil Gaiman, usa uno stile fatto di pittura, fotografia, scultura e computer grafica. Il suo disegno è surreale, con luoghi che hanno illustrazioni quasi astratte. L’oscurità è così onnipresente che sembra un personaggio della graphic novel. Perciò Arkham Asylum rientra nella categoria horror con le sue immagini disturbanti, deformate e a volte con disegni appena abbozzati.

Arkham Asylum
Immagine concessa da DC Comics © 1989

Il lavoro di Gaspar Saladino assicura che la scrittura faccia emergere la personalità di ogni personaggio, che viene fortemente caratterizzato. Un esempio lampante è Joker. Le sue parole sono di un rosso fuoco disordinato e senza la nuvoletta. È difficile capire cosa c’è scritto ed è una caratteristica che esprime la difficoltà nel capire il personaggio.

Il vero nemico

Temo che Joker abbia ragione su di me. A volte… metto in dubbio la lucidità delle mie azioni. E temo che quando varcherò l’ingresso di quel manicomio… quando entrerò ad Arkham e le porte si chiuderanno dietro di me… sembrerà come essere tornati a casa.

Batman in Arkham Asylum

Il viaggio di Batman è racchiuso simbolicamente nella prima e nell’ultima vignetta. Nella prima c’è un’immagine della luna nel cielo, mentre nell’ultima la luna è rappresentata dentro i tarocchi. La carta ritrae la luna tra due torri oscure, implicando che si deve attraversare l’oscurità per arrivare alla luce.

Il concetto è simile a quello di The Killing Joke, in cui Joker e Batman sono due facce della stessa medaglia. In Arkham Asylum però, è come se la follia stessa fosse un personaggio, al punto che Batman la teme: teme costantemente che potrebbe non essere meno pazzo dei nemici che affronta. Qui l’eroe emerge più vittorioso dalla scoperta di se stesso. Non scopre solamente le sue debolezze, ma le supera, uscendo dal manicomio.

Anche se Joker gli dice “ma se le cose si mettessero al peggio, non dimenticarti – qui c’è sempre un posto per te“, suggerendo che sia il mondo là fuori il vero manicomio, Batman decide di prendere la strada più difficile. È questo che lo rende diverso da chi cede alla follia.

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