GTA (Grand Theft Auto): San Andreas | Uno spaccato dell'East Coast anni '90
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GTA (Grand Theft Auto): San Andreas | Uno spaccato dell'East Coast anni '90

GTA (Grand Theft Auto): San Andreas | Uno spaccato dell'East Coast anni '90

Postato il 02 Dicembre, 2023

Game designer

Art Director

Aaron Garbut
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Lead Composer

Michael Hunter

Publishing Year

Type of game

Subgenre

Country

USA

C’era una volta un uomo, nella leggendaria città di Los Santos. La sua vita era fatta di violenza urbana e scelte sbagliate. Questa è la storia di GTA San Andreas, con cui è cresciuta un’intera generazione.

Il videogame fa parte di un franchise, creato da Rockstar Games, iniziato anni prima con titoli rivoluzionari come GTA Liberty City e GTA Vice City. Ma il gioco che ha fatto la storia (e la fortuna) della compagnia dei fratelli Sam e Dan Houser è San Andreas.

Il gioco è uscito nel 2004 (e in versione rimasterizzata nel 2021) e ha venduto 12 milioni di copie nei primi quattro mesi. Attualmente è nella classifica dei videogiochi più venduti di sempre.

Il giocatore veste i panni di un giovane afroamericano, membro di una gang, rientrato dopo qualche anno nel suo quartiere. Quando scopre a sue spese che la situazione è peggiorata, inizia a lottare per riprendere il controllo della strada e della sua vita.

Come nei precedenti capitoli, ambientati in due versioni alternative di New York (Liberty City) e Miami (Vice City), il gioco presenta una rivisitazione di Los Angeles (Los Santos). Ma non solo. San Andreas si ispira a livello geografico e culturale alla costa occidentale degli anni ’90.

La libertà del giocatore

San Andreas si presenta al giocatore con un ambiente immenso ed eterogeneo. La mappa è interamente esplorabile e si compone di tre città: Los Santos, San Fierro e Las Venturas (L.A., San Francisco e Las Vegas). Ci sono anche montagne, foreste, deserti, mari e chilometri di strade. Tutti da percorrere con un’ampia gamma di veicoli sparsi per la mappa.

Eppure, la libertà del titolo non si limita all’esplorazione. Il giocatore ha a sua disposizione una miriade di armi per creare il panico nelle strade. Inoltre, il gran numero di vestiti, acconciature e tatuaggi permette una personalizzazione unica del personaggio.

Anche il suo stile di vita è nelle mani dell’utente. Il gioco permette di decidere se andare in palestra e scolpire un fisico di marmo o affogare nei fast food.

Tutto questo è supportato da un design innovativo che asseconda le preferenze dell’utente. In San Andreas si può dichiarare guerra al mondo intero, fare un viaggio sul proprio veicolo preferito o dedicarsi a un altro pezzo forte dell’esperienza di gioco: la storia.

Grove Street – Home

Carl “CJ” Johnson. Un uomo costretto a tornare a casa. Un uomo che deve fare i conti con un passato da cui ha deciso di scappare. Una premessa semplice per una storia subito diventata un cult.

Rockstar Games ha creato in GTA: San Andreas uno spaccato della società americana in un preciso contesto urbano e storico. Dominano tematiche come il razzismo, la cultura nera e gangsta, la corruzione e la violenza. Tutto è mostrato nello stile Rockstar: la parodia e l’esasperazione potenziano la narrazione.

Per esempio i colori delle gang principali sono verde, giallo e viola. Una decisione vista da molti come una scelta di evitare deliberatamente il rosso e il blu dei veri Bloods e Crips di Los Angeles. Il protagonista, l’emarginato CJ, è un archetipo della cultura nera gangster volutamente esagerato. Così come gli altri personaggi.

C’è Big Smoke, il filosofo di strada, l’imbroglione Ryder, l’idiota OG Loc, il fratello maggiore Sweet e il poliziotto corrotto, l’agente Tenpenny. Loro e molti altri personaggi eccentrici definiscono lo spaccato di cultura pop del gioco. Inoltre, l’eccellente sceneggiatura e le scene cinematografiche contribuiscono al successo narrativo di GTA: San Andreas.

Bello e dannato

San Andreas è un videogioco che ha fatto la storia grazie a un’identità forte.

Certe frasi come “Ah s**t, here we go again” sono diventate meme. Come l’iconica scritta “Missione superata”. La musica mentre il gioco si carica. Le stelline che appaiono man mano che i crimini diventano più efferati. Le stazioni radio (San Andreas non ha una colonna sonora originale), che hanno reso alcune canzoni immortali. I trucchi. Ma anche le controversie (come la Hot Coffee mod). O le critiche per il razzismo e la violenza.

Con San Andreas, Rockstar Games è stata in grado di combinare una potente e nostalgica narrazione di un’epoca e uno stile di gioco innovativo, basato su una violenza che sfida ogni convenzione sociale.

I game designer hanno riprodotto slang, modi di dire, atmosfere, musica e un’estetica che esprime una realtà unica. Una sfida che Rockstar ha completato anche in un ambientazione diversa: il mondo western di Red Dead Redemption 2.

L’ironia del racconto della vita nel ghetto e il ritratto della società americana ha fatto sì che chi entra nel mondo di CJ possa accedere a un museo virtuale destinato a fare la storia dei videogiochi.

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