Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban | Trovare la luce nell'oscurità
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Il nuovo anno scolastico si prospetta oscuro a Hogwarts. Sirius Black, uno fra i più pericolosi Mangiamorte di Voldemort, è fuggito da Azkaban, il carcere magico. Era il padrino di Harry, ha tradito I suoi genitori e nessuno sa dove possa essere. Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban porta il giovane mago a scontrarsi violentemente con le sue paure.
Bloomsbury ha pubblicato il terzo capitolo della saga fantasy di J.K. Rowling nel 1999. L’illustratore britannico Jim Kay ha realizzato le immagini per la versione illustrata, distribuita nel 2017, mentre nel 2004 il regista Premio Oscar Alfonso Cuarón ha diretto il film omonimo.
Spazio e tempo: niente è come sembra
Crescendo, Harry si trova sempre peggio nel mondo babbano. A volte ha anche a problemi a controllare i propri poteri. Si trova a dover fronteggiare non solo molti ostacoli, ma anche pericoli sempre maggiori. Tutti credono che Black voglia finire il suo lavoro e consegnare Harry a Colui che non deve essere nominato.
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban cambia le regole di spazio e tempo. Alcuni oggetti magici permettono a Harry e ai suoi amici di sorpassare un limite che appariva insuperabile: la Mappa del Malandrino, che mostra ogni angolo della scuola e l’esatta posizione di ogni persona, e la GiraTempo, una speciale collana che permette di viaggiare nel tempo e rimediare agli errori. Durante una lezione di Divinazione, una delle nuove materie, scoprono quanto sia sottile la linea che divide reale e possibile.
Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Questi oggetti speciali, insieme a nuovi incantesimi e conoscenze, faranno scoprire a Harry che non sempre è tutto come sembra.
Affrontare la paura: licantropi e dissennatori
Black aveva rivelato a Voldemort il nascondiglio dei genitori di Harry, nonostante loro lo considerassero un amico. Era anche uno spietato assassino; la sua evasione terrorizza quindi gli studenti e l’intera comunità magica. Remus Lupin, il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, tiene una lezione sull’affrontare la paura sfruttando un Molliccio. Si tratta di una creatura in grado di assumere la forma di ciò che la persona che ha avanti teme di più. Per sconfiggere il Molliccio bisogna affrontare la paura stessa, imparando a riderne.
Sin dalla sua prima apparizione, il Professor Lupin ha un aspetto misterioso, come se nascondesse qualcosa: è un lupo mannaro. La paura dell’ignoto e di tutto ciò che è diverso, lo rendono un personaggio emarginato. Rowling ha confermato a The Independent che tramite questo personaggio voleva dare voce a tutti coloro che sono discriminati a causa di una malattia. Ha paragonato la licantropia all’HIV, uno stigma legato al sangue. I lupi mannari sono spaventosi ed emarginati, proprio come i contagiati da HIV, nella serie It’s a Sin.
Nel mondo dei maghi, il concetto di punizione è intrinsecamente legato all’impossibilità di essere felici. I Dissennatori sono creature magiche con il potere di sottrarre gioia: per questo sono i custodi di Azkaban. Il loro bacio, in grado di rubare l’anima, è considerato una pena capitale: una condanna a una non-vita in un corpo svuotato. Come in IT di Stephen King, Azkaban e le sue guardie sono la personificazione della paura stessa e i prigionieri finiscono per vivere in un’eterna atmosfera di terrore e sofferenza.
Trovare una protezione: gli incantesimi e l’amore
Gli incantesimi Riddikulus e Patronus, in grado di sconfiggere Mollicci e Dissennatori, funzionano solo grazie a ricordi felici e divertenti. Se il ricordo della felicità è più forte della paura, i Dissennatori fuggono. La sconfitta dei Dissennatori (e dei Mollicci) si trasforma in metafora della possibilità di vivere liberi, nonostante le proprie paure. Una libertà resa possibile dalla protezione data dall’amore: amici e familiari diventano uno studio più forte di ogni incantesimo. Il ricordo delle persone care e del tempo trascorso insieme crea una barriera fra il mago e le sue paure.
Harry è sopravvissuto a Voldemort da bambino grazie al sacrificio di sua madre; da adolescente, può fare affidamento su Ron e Hermione, che resteranno sempre al suo fianco. E non sono il primo gruppo di amici che prova di essere più forte delle avversità: la Mappa del Malandrino era stata creata da Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso. Un lupo mannaro e tre suoi amici, che avevano deciso di diventare Animagus per passare con lui le sue lunghe notti in forma animale.
L’amicizia e l’amore sono fonte infinita di ricordi felici, l’unico mezza per sconfiggere l’oscurità.
Provata innocenza: la storia di Fierobecco
Durante una lezione di Cura delle Creature Magiche, gli studenti fanno la conoscenza dell’ippogrifo Fierobecco. In quanto insegnante, Hagrid li avvisa: gli ippogrifi sono creature orgogliose, a cui bisogna approcciarsi con calma ed educazione. Harry segue il suo avviso e riesce a stabilire un contatto; al contrario, Malfoy si dimostra maleducato e Fierobecco lo ferisce accidentalmente. Il Ministro della Magia condanna la creatura a morte, nonostante la sua innocenza.
Il suo destino somiglia a quello del padrino di Harry. Accusato di un crimine che non ha commesso, Sirius ha dovuto scontare una lunga pena e ha quasi ricevuto il bacio dei Dissennatori. Ma sia lui che Fierobecco trovano qualcuno convinto della loro innocenza che li aiuti a scappare. La loro vicenda ricorda quelle di processi passati alla storia per essere terminati con l’accusa di innocenti; vicissitudini che hanno ispirato When They See Us e Il Miglio Verde di Frank Darabont.
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban ha qualcosa in più, però. La storia cresce coi suoi personaggi, riflettendo il percorso per la vita adulta. I temi si fanno sempre più complessi e anche il linguaggio riflette questa evoluzione. Parole e frasi rispecchiano la maturazione dei protagonisti, la loro lenta evoluzione. Affrontando grandi problemi, imparano come esprimersi e come affrontarli. Imparano incantesimi in grado di salvare anime, e accendere la speranza nelle notti più oscure.
La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce.
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