Il grande Lebowski | Un antidoto ai piccoli e grandi problemi della vita
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Il grande Lebowski | Un antidoto ai piccoli e grandi problemi della vita

Il grande Lebowski | Un antidoto ai piccoli e grandi problemi della vita

Postato il 08 Febbraio, 2024

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117'
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Prendila come viene!

Jeffrey “Drugo” Lebowski (Jeff Bridges)

Nel 1998, dopo il grande successo di Fargo (1996) i fratelli registi Joel e Ethan Coen portano sullo schermo Il grande Lebowski, una commedia crime che attinge dal genere noir e western. Malgrado la scarsa accoglienza al botteghino e alla critica, il film diventa un classico di culto.  

Sono tante le ragioni che hanno contribuito a rendere Il grande Lebowski un’esperienza memorabile. Prima di tutto, i suoi personaggi iconici, eccentrici ed esilaranti. Come il protagonista, interpretato da Jeff Bridges, che nella scena iniziale infrange il codice di abbigliamento (e rimane subito impresso nella mente dello spettatore) indossando una vestaglia, un paio di infradito e dei bermuda per comprare una bottiglia di latte per il suo white russian. O l’artista “molto vaginale” Maude Lebowski (Julianne Moore), che dipinge nuda e attaccata a un’imbracatura. E Jesus Quintana (John Torturro), un eccentrico “pederasta” che gioca a bowling in un’attillata tuta spandex color lavanda. A ognuno di questi personaggi corrisponde una canzone; scelta ben elaborata che ne rafforza l’identità, caratterizzandoli ancora di più. 

Tra filosofia e internet

La filosofia di vita del personaggio principale, Jeffrey Lebowski, conosciuto come “il Drugo”, è stata così influente da portare alla creazione di una religione, il Dudeismo, con un’organizzazione ufficiale, la The Church of the Latter-Day Dude, e veri e propri sacerdoti dudeisti. Di fronte alle difficoltà della vita, il movimento sostiene la necessità di “prendersela comoda” e di “seguire la corrente”.

Un altro elemento che ha contribuito al culto di questo film è il periodo in cui è stato prodotto. A fine anni Novanta, la rapida diffusione di internet ha permesso agli appassionati di interagire e diffondere il loro amore per questo film nei forum, nei siti dei fan e nelle chat room. Non per niente, per alcuni Il grande Lebowski è diventato il primo film di culto dell’era Internet

Per molti spettatori, il film è stato una via di fuga e una risposta a uno stato interventista e guerrafondaio. In questo specifico caso, ci si riferisce alla Guerra in Vietnam e all’intervento militare degli Stati Uniti, ma anche ai vincoli e le convenzioni dell’economia capitalista.

Al di là di questo, il film sovverte gli stereotipi della mascolinità attraverso uno sguardo comico. E lo fa rappresentando Lebowski come un “vero uomo” non convenzionale, deridendo il significato socioculturale stesso del termine “uomo”.  

Tutto ha inizio con uno scambio d’identità

Siamo nei primi anni Novanta a Los Angeles. Jeffrey “Drugo” Lebowski (Jeff Bridges) è un disoccupato scansafatiche. Passa il suo tempo tra le sale da bowling e bevendo litri di white russian. Vive indisturbato fino a quando un gruppo di ricattatori lo attacca e urina sul suo tappeto preferito, a causa di uno scambio d’identità – un tipico tropo del genere noir da cui i Coen hanno tratto ispirazione, basandosi sull’opera hard-boiler dello scrittore Raymond Chandler. Da questo episodio scaturisce l’intero film, incentrato sul tentativo di Drugo di farsi rimborsare il suo tappeto, che “dava davvero un tono all’ambiente”. È uno dei MacGuffins più famosi della storia del cinema. Il catalizzatore dell’azione che lo porta a subire involontariamente una serie di assurde ritorsioni.  

A raccontare l’intera storia è lo Straniero (Sam Elliott), una voce fuori campo che ricorda i western e nel finale diventa un’istanza extradiegetica. Mostra la sua approvazione nei confronti di Drugo e trasmette una morale allo spettatore.  

Il Drugo: un atteggiamento mentale

Il critico cinematografico Robert Ebert scrive: “Il grande Lewboski parla di un atteggiamento, non di una storia”. Jeffrey Lebowski è noto a tutti come “il Drugo” perché rifiuta di identificarsi con un nome, una famiglia, un lavoro o perfino con la ricchezza. Il Drugo è un hippie invecchiato. Vive senza vincoli. Gli importa solo del bowling con gli amici; affronta le difficoltà fumando erba, bevendo il suo cocktail preferito e facendo un bagno caldo. Con il suo pizzetto trasandato e le camicie di seconda mano, infradito e accappatoio, è del tutto indifferente all’apparenza. Nel pieno della cultura consumistica americana, il Drugo prova felicità nei piaceri semplici.

La sua filosofia di vita è incapsulata nel famoso mantra “Il Drugo sa aspettare”. In poche parole, consiste nel tenere duro e “prenderla come viene”. Valori contrapposti a quelli delle classi dominanti del sistema capitalistico, rappresentate invece dall’avido magnate Jeffrey “Il grande” Lebowski (David Huddleston). Il suo stile di vita da scansafatiche lo rende “eroico” perché lo distingue dall’avidità e dal potere del mondo capitalistico. 

Creare il Drugo

Il personaggio di Jeffrey Lebowski, come la maggior parte degli eventi e dei personaggi del film, prende ispirazione da persone reali. Il Drugo è basato su due amici della vita reale di Jeff Dowd e Peter Exline. Dowd è un produttore cinematografico indipendente e un popolare pacifista, chiamato “Drugo” dai suoi amici, ex attivista contro la guerra del Vietnam. Exline era un veterano del Vietnam che viveva in un disordinato appartamento di Los Angeles. La leggenda narra che amasse particolarmente il modo in cui il suo tappeto completava il suo salotto.

Il resto del personaggio ha preso spunto dalla spontaneità di Bridges. L’attore è ingrassato, ha recuperato alcuni vecchi vestiti dal suo guardaroba e li ha indossati anche fuori dal set.

Contrastare il maschio Alfa

In una scena del film, “il grande” Lebowski chiede in modo retorico al Drugo, “Che cosa rende un uomo tale, signor Lebowski? È essere pronto a fare la cosa giusta, qualsiasi sia il prezzo? Non è quello che rende un uomo tale?”. Il Drugo risponde: “Mmmm… Ovvio, quello e un paio di testicoli”.

Con questa celebre risposta, il Drugo demistifica in modo sottile e deride il modello di mascolinità incarnato dal “grande” Lebowski. Egli riduce la definizione della mascolinità al livello biologico. Allo stesso tempo, dimostra la sua indifferenza alle definizioni socioculturali standardizzate della mascolinità.

In realtà, il Drugo si distanzia dagli altri personaggi che incarnano tali aspetti dannosi della mascolinità. Come il suo amico guerrafondaio Walter Sobhack (John Goodman), il pornografo Jackie Treehorn (Ben Gazzara), o il “grande” Lebowski. Infatti, quest’ultimo incarna un esempio di un modello maschile la cui cattiva morale è definita e misurata esclusivamente dal successo professionale e dalla ricchezza. 

Con la sua filosofia Zen, la sua avversione per il conflitto e perché no, la sua pigrizia, il Drugo rappresenta l’antitesi dell’uomo Alfa. Non è belligerante. Non è avido di profitto. E non tratta il corpo femminile come una sua proprietà. Alla fine, il Drugo vuole essere un essere umano piuttosto che un uomo.

Tra surrealismo e musica epica

Come ha osservato Robert Erbert, “I Coen hanno sempre avuto uno stile visivo straordinario, tendente all’eccesso di dettagli architettonici”. Loro vanno oltre il realismo per offrire un cinema che risulta a volte surrealista.  

Il grande Lebowski presenta il tipico stile registico dei Coen attraverso la pista da bowling: è il centro del film, l’architettura psichedelica e bizzarra di un mondo fantastico. Questo ambiente fa da sfondo al sogno allucinatorio di Lebowski ed è dominato da colori blu e arancione accesi.

Ne Il grande Lebowski, la musica rappresenta una parte integrante della storia. Rafforza l’identità dei personaggi e i temi centrali della storia. Il professore associato Jeffrey Adams, nel suo libro The Cinema of the Coen Brothers: Hard-Boiled Entertainments, analizza la colonna sonora del film (realizzata dai Coen con l’archivista musicale T-Bone Burnett). Trova che offra una ricca varietà di generi musicali e canzoni degli anni Sessanta e Settanta. In particolare, Adams afferma che ogni personaggio abbia “una musica distintiva”. Il Drugo è accompagnato da canzoni western, come Tumblin’ Tumbleweed dei Sons of the Pioneers, che ben rappresenta il pensiero di Jeffrey di “andare avanti senza preoccupazioni”. 

Alcune canzoni del suo gruppo preferito, i Creedence Clearwater Revival (CCR), compaiono in alcune scene del Drugo. The Man in Me di Bob Dylan accompagna il suo volo immaginario su Los Angeles, adagiato su un tappeto magico. La canzone è una critica al modello di mascolinità prodotto dal capitalismo, in cui l’uomo non ha bisogno di una donna per avere successo.

Jeffrey Lebowski è rappresentato dal Requiem in D minore di Mozart. Quella di Jesus Quintana è Hotel California degli Eagles. Lui è la nemesi del Drugo, che odia gli Eagles perché sono una cattiva imitazione e un revival della CCR, “un prodotto commerciale dell’industria musicale capitalista”.

Il Drugo: un enorme culto

Il grande Lewbowski ha avito una grande influenza sulla cultura pop, soprattutto negli ultimi vent’anni. Non solo ha portato alla fondazione di una religione. Ha anche dato vita a festival itineranti chiamati Lebowski Fests, grandi incontri di fan che vogliono celebrare e ricordare il film. Ha ridato popolarità al bowling e al white russian. Ha avuto grande impatto sull’industria musicale, con la sua colonna sonora, ispirando ad esempio la band indie rock dei White Stripes. Ha avuto anche un’influenza significativa sull’industria cinematografica e il genere delle commedie “stoner”.

Ma cosa ha reso Il grande Lebowski un culto fervente? Di sicuro i suoi personaggi, molto riconoscibili, la caratteristica colonna sonora, Internet come mezzo per generare legioni di appassionati e i dialoghi che i fan hanno imparato a memoria. Curiosità: la parola “dude” (drugo) appare 161 volte; la parola “fuck” e le sue varianti 292 volte. Ma più di tutti, il merito va al personaggio principale. 

Jeffrey Lebowski è un antidoto ai piccoli e grandi problemi della vita quotidiana. Accetta la vita così com’è; dimentica facilmente i torti che ha subito. Non si sente intrappolato dal bisogno di denaro e gode di un’esistenza semplice, fatta da piccole cose.

Ma il Drugo è anche una risposta intellettuale all’avidità dei leader mondiali, ai valori egoistici e alla logica della classe dominante. È una risposta pacifica a ogni sorta di violenza, soprattutto quella della guerra, alla quale risponde con il suo motto, un grido di battaglia disarmante: “Il Drugo sa aspettare!”. 

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