Sailor Moon di Naoko Takeuchi | La rivoluzione delle ragazze magiche
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Quando il manga Pretty Guardian Sailor Moon di Naoko Takeuchi fece il suo debutto nel 1991, nessuno avrebbe potuto prevedere l’impatto che avrebbe avuto sulla cultura popolare. Pubblicato negli anni ’90, cavalcando l’era del girl power e affrontando il teme dell’espressione della propria personalità, ha dato un nuovo spessore al genere del mahō shōjo, letteralmente “ragazze magiche”. Un rivoluzionario mix di azione e storia d’amore, che con il suo femminismo ed empowerment ha ispirato una generazione.
Una reinterpretazione del mahō shōjo
Le avventure di Usagi, studentessa di 14 anni, iniziano il giorno in cui salva un gatto parlante di nome Luna. Il felino le conferisce il potere di combattere la minaccia del Regno Oscuro trasformandosi in Sailor Moon. Insieme ad altre ragazze, la sua missione sarà quella di trovare la Principessa dell’antico regno lunare e salvare il mondo. Nonostante sia la prima volta che questo genere approda in Occidente, le sue origini sono risalgono a qualche decennio fa.
Il mahō shōjo è apparso per la prima volta negli anni ’60, rivolgendosi a un pubblico di ragazze molto giovani. Manga come Sally la strega e Il segreto di Akko hanno introdotto rispettivamente i due principali archetipi del genere. Nel primo la protagonista è una strega che porta la magia nel mondo umano. Nel secondo è una ragazza normale che riceve poteri magici. Sailor Moon rientra in entrambe le categorie, insieme all’altro manga di successo degli anni ’90, Inuyasha.
Negli anni ’70 l’elemento dell’amicizia diventail focus principale, ma negli anni ’80 si ha un altro grande cambiamento. Fino ad allora le protagoniste sono ragazze giovani per lettrici altrettanto giovani; con manga come Creamy il pubblico diventa più ampio. Si fanno strada temi come l’età adulta e le relazioni romantiche. Tuttavia, il decennio che segna il boom del genere è quello degli anni ’90. Tutto grazie a Sailor Moon, che coniuga vecchi e nuovi aspetti del genere per un pubblico internazionale.
Amore, gender e censura in Sailor Moon
L’amore è un tema centrale della narrazione, tipico della maggior parte dei manga shojo. Tuttavia, questa storia è un’eccezione, grazie ai suoi elementi d’azione. Usagi è una supereroina che trae potere dall’amore, trovando forza nell’affetto che prova per coloro che la circondano. È un tipo d’amore disinteressato, per il quale è pronta a combattere e sacrificarsi: una forte protagonista femminile contro il mondo, elemento in comune con fumetti come I Kill Giants e Troppo facile amarti in vacanza.
La sessualità è un altro tema toccato dal manga, nonostante la censura. Anche se raramente è esplicita, Naoko Takeuchi include un’ampia rappresentazione delle relazioni e delle identità di genere nella sua storia, sia tra le eroine sia tra le loro nemesi. Un ottimo esempio è la storia d’amore tra Sailor Uranus e Sailor Neptune, eliminata negli adattamenti occidentali. Le Sailor Starlights, un’altra squadra di guardiane introdotta più avanti nella storia, subiscono una simile censura LGBTQ a causa della loro fluidità di genere. Arrivate sulla Terra per cercare la loro principessa, assumono i panni della boy band “Three Lights” e rivelano la loro identità femminile solo una volta trasformate.
Queste idee sono state ritenute inadatte al pubblico occidentale più giovane, nonostante fossero normalizzate nel manga. Dopo i primi tagli, il recente adattamento anime Sailor Moon Crystal si è rivelato più fedele alla storia originale. Nel frattempo, riflessioni su identità e genere si sono affermate nelle graphic novel, (vedi l’opera francese Peau d’homme).
Femminismo imperfetto
Sailor Moon rappresenta un’espressione del girl power ed è considerata tale ancora oggi, ma il suo messaggio potrebbe risultare a volte incoerente. Il fatto che la trasformazione includa minigonne e tacchi alti è di per sé un elemento controverso. Mentre la femminilità come fonte di potere mette tutti d’accordo, qualche critica è stata rivolta alla sessualizzazione dei personaggi. Come anche il fatto che Usagi venga salvata spesso dalla sua controparte maschile, Tuxedo Mask (Milord): una contraddizione in tema di indipendenza femminile.
Sono tutti aspetti che non inficiano l’impatto o i messaggi costruttivi del manga. Usagi ha pregi e difetti; la magia non la rende perfetta. Questa imperfezione, anzi, la rende più credibile agli occhi del pubblico, che infatti si immedesima in lei. In alcuni momenti deve fare affidamento sugli altri, ma perseverando diventa più forte. L’indipendenza è un traguardo raggiunto lavorando come squadra, grazie al legame con le altre sailor.
Gli archi narrativi di tutti i personaggi puntano all’accettazione dei propri difetti per diventare una persona migliore. Sailor Moon ha plasmato l’immaginario collettivo femminile, proprio come ha fatto Dragonball per la controparte maschile, con una rappresentazione di personaggi femminili complessi che fa eco a diversi media, incluso il romanzo di Isabel Allende La casa degli spiriti. Sebbene in qualche modo immaturo, il messaggio femminista di Sailor Moon è comunque riuscito a conquistare il pubblico, grazie a un messaggio di amore e accettazione di sé.
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