Milk and Honey | La rivoluzione degli Instapoet
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Il 2021 sarà probabilmente ricordato come l’anno in cui la poesia ha conquistato il grande schermo. Prima di tutto, c’è stata la lettura di Amanda Gorman alla cerimonia di insediamento del presidente Joe Biden. Poi, la poetessa canadese di origine indiana Rupi Kaur si è esibita in una delle trasmissioni più famose al mondo. Abito lungo, luci calde, musica suggestiva: questi gli elementi chiave della performance di Kaur al Tonight Show di Jimmy Fallon. La giovane poetessa ha recitato Broken English, una poesia che racconta le difficoltà dei suoi genitori immigrati, contenuta nella sua seconda raccolta, The Sun and Her Flowers. Ma il successo di Kaur risale a qualche anno fa, col suo primo libro, Milk and Honey.
Il successo dell’Instagram poetry
com’è che ti viene così facile
esser buona con la gente chiese luilatte e miele stillarono
dalle mie labbra mentre rispondevoperché la gente non è
stata buona con me
Instapoet è il termine usato dai critici per identificare i poeti che hanno raggiunto la fama grazie alla spinta dei social media. Rupi Kaur è una delle più note. Ha iniziato a postare le sue poesie su Tumblr nel 2012 ed è passata gradualmente ad Instagram, dove ora conta 4.3 milioni di follower. Milk and Honey è stato autopubblicato nel 2014 e poi ripubblicato da una casa editrice americana l’anno successivo. Il successo è stato immediato: il libro è diventato un best-seller di poesia con milioni di copie vendute in tutto il mondo, rubando così il primo posto all’Odissea. Nel 2018, secondo un’indagine del U.S. Census Bureau, 28 milioni di americani leggevano poesie, il numero più alto in decenni. E gli Instapoet come Kaur riempivano gli scaffali delle librerie, contribuendo anche alle vendite dei poeti classici.
Un diario sul dolore e sulla guarigione
ogni volta che
dici a tua figlia
che la sgridi
per amore
le insegni a confondere
la rabbia con la bontà
Milk and Honey inizia con un’affermazione: questo è il viaggio della / sopravvivenza tramite la poesia. In un’intervista con l’attrice Emma Watson (saga di Harry Potter, Piccole donne), Kaur ha dichiarato: “Scrivere per me è una relazione romantica, è una connessione spirituale, ed è il momento in cui mi sento più vicina a me stessa”. Il libro esplora, infatti, temi intimi ma universali: l’abuso, la tristezza, l’autostima, il femminismo e l’amore. È diviso in quattro sezioni (Il ferire, L’amare, Lo spezzare e Il guarire), ognuna delle quali attinge a una parte diversa della vita della narratrice. È un diario sul dolore e sul processo che porta a superarlo.
Inoltre, un elemento chiave della poesia di Kaur è la bontà: il titolo è molto legato a questa qualità umana. Nell’Esodo 33:3, Dio promette agli israeliti: egli vi condurrà in un paese dove scorre latte e miele, una terra promessa di abbondanza e pace. Per Kaur, la bontà è il mezzo che gli esseri umani possono usare per rendere il mondo una terra promessa.
Caratteristiche inconfondibili: il Gurmukhi e l’uguaglianza
eri drago ben prima
che arrivasse lui a dire
che sapevi volare
La poesia di Kaur è breve e diretta: è un insieme di tessere di un mosaico più grande. Presenta anche aspetti grafici particolari. Innanzitutto, onora la sua lingua madre, il punjabi, simulando la scrittura Gurmukhi. Nel Gurmukhi non ci sono lettere maiuscole o minuscole; sono tutte trattate allo stesso modo. Kaur dice che questa è una rappresentazione visiva di ciò che vorrebbe testimoniare nel mondo: l’uguaglianza. In più, ogni poesia è accompagnata da un’illustrazione, uno schizzo della prima immagine che le è venuta in mente dopo aver scritto i versi.
Per concludere, la poesia di Kaur deve il proprio successo ad un insieme di elementi. La chiarezza del discorso, l’abbinamento dei disegni e l’aspetto performativo contribuiscono a creare un’esperienza unica che mette d’accordo un pubblico vasto e vario.
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