The Help | L'amicizia femminile nel profondo Sud segregazionista
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The Help | L'amicizia femminile nel profondo Sud segregazionista

The Help | L'amicizia femminile nel profondo Sud segregazionista

Postato il 16 Dicembre, 2023

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444 pages

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È il 1962 e a Jackson, Mississippi, bianchi e neri conducono vite separate. Le domestiche afroamericane, chiamate “The help“, “le serve“, si spaccano la schiena lavorando nelle case delle famiglie ricche per pochi soldi. Crescono i bambini bianchi al posto dei loro genitori. Nonostante ciò devono comunque usare un bagno separato per “evitare la diffusione di malattie”. Tre donne si assumono la responsabilità per tutte e decidono di esporre la dura verità della loro vita attraverso un libro. Sperano così di innescare il cambiamento.

Pubblicato nel 2009, The Help è il romanzo d’esordio della scrittrice jacksoniana Kathryn Stockett. L’autrice, spinta da sentimenti contrastanti nei confronti della sua terra d’origine, ha deciso di approfondire una pagina poco discussa della storia americana, vissuta in prima persona durante l’infanzia. La letteratura americana sul razzismo conta illustri antecedenti, che risalgono fino all’autobiografia di Oludah Equiano (1789) e comprendono Il buio oltre la siepe di Harper Lee (1960) e Radici di Alex Haley (1976).

Un’eredità pesante

Stockett fa tesoro di queste opere e narra il razzismo dei tempi moderni attraverso la voce delle sue vittime. In particolare, assume il punto di vista delle collaboratrici domestiche, un gruppo ancora oggi molto trascurato in termini di visibilità e considerazione sociale. Sebbene sia ambientato più di 50 anni fa, “The Help” offre una prospettiva preziosa sulla società attuale e le sue contraddizioni. Lo stile è schietto e ironico, “terribile e allo stesso tempo brutalmente divertente”, come ha osservato Toby Clements.

Il romanzo è diventato presto un fenomeno della cultura pop, vendendo 7 milioni di copie in tre anni e guadagnandosi un posto stabile nella lista dei best seller del New York Times per oltre un anno. Nel 2011, Tate Taylor ha diretto l’adattamento cinematografico con Viola Davis, Emma Stone e il premio Oscar Octavia Spencer.

Un’amicizia non convenzionale

Il romanzo ruota attorno a tre personaggi femminili principali. Aibeleen Clark, una donna afroamericana che ha cresciuto 17 figli in famiglie di bianchi. Nessuno ha colmato il vuoto lasciato dal figlio Threelore, scomparso prematuramente. La sua amica Minny Jackson, madre di cinque figli, è sposata con un alcolizzato. Salta da un impiego all’altro a causa della sua impertinenza e di un’infondata reputazione di ladra. Come il resto della servitù, le due donne fanno turni massacranti per una paga misera. Sono continuamente esposte a pregiudizi e discriminazioni da parte dei loro datori di lavoro.

Dall’altra parte c’è Eugenia “Skeeter” Phelan. La ragazza, appena laureata, proviene da una famiglia di proprietari terrieri privilegiati e sogna di diventare una scrittrice.

Le tre donne hanno qualcosa in comune. Non sopportano il clima stantio di segregazione e razzismo che pervade la città. Skeeter coinvolge Aibeleen e Minny in una missione inedita e audace. Vuole raccontare in un libro la vita delle domestiche nere di Jackson, le loro condizioni di lavoro e di vita. Usa degli pseudonimi, ma il progetto è rischioso perché potrebbe costare alle donne il posto di lavoro.

Devono soprattutto fare attenzione alla diffidente Miss Hilly, amica di lunga data di Skeeter. La sua priorità è fare in modo che nulla turbi l’ordine sociale della comunità. Man mano che il libro prende forma, Skeeter, Aibeleen e Minny coltivano inconsapevolmente un’amicizia. Un sentimento che supera le convenzioni e le porta a credere nella possibilità di cambiare la propria vita.

Un racconto di donne

The Help è una narrazione in prima persona a tre voci. I capitoli presentano alternativamente il punto di vista delle tre protagoniste. Ognuna ha una voce unica e inconfondibile. Aibeleen e Minny si esprimono in uno slang afroamericano colloquiale che ha un effetto stridente sulla pagina stampata. Tuttavia, mentre le parti di Aibeleen rivelano il suo carattere equilibrato e riflessivo, segno della sua età avanzata, quelle di Minny mostrano la sua personalità burrascosa. Quest’ultima racconta gli eventi con ironia tagliente, strappando spesso un sorriso al lettore.

Al contrario, Miss Skeeter, che ha ricevuto un’istruzione di alto livello, scrive in un inglese chiaro e standard. In effetti è un alter ego dell’autrice. Lei, che ha iniziato a scrivere il romanzo pensando a Demetrie, la domestica di colore che l’ha cresciuta da bambina. E ha cercato di far rivivere la sua voce nel personaggio di Aibeleen.

Ho iniziato a scrivere con la sua voce perché mi sembrava davvero rilassante. Era come parlare direttamente con lei, mostrarle che stavo cercando di capire, anche se non potrei mai dire di conoscere quell’esperienza. È impossibile sapere come si sia sentita lei, quando tornava a casa e accendeva la sua TV in bianco e nero.

Intervista di Elizabeth Day a Kathryn Stockett, The Guardian

Il razzismo nell’era dei diritti civili

Quando si parla di segregazione razziale nella storia moderna, la maggior parte delle persone pensa all’Apartheid sudafricana. Ma nel Sud degli Stati Uniti fino agli anni Sessanta c’era in vigore una politica simile, basata sulle leggi di Jim Crow. The Help mette in luce una pagina scomoda piuttosto recente della storia americana. I tempi della schiavitù, descritti con spietato realismo ne La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead sono lontani. Eppure, le comunità nere devono utilizzare biblioteche, cinema, cabine telefoniche e altre strutture pubbliche diverse da quelle riservate ai bianchi.

Inoltre, il romanzo di Stockett approfondisce le implicazioni delle disuguaglianze sulla vita privata delle donne di colore lungo diverse generazioni. Sia Aibeleen che Minny hanno abbandonato la scuola quando erano ancora bambine per diventare domestiche nelle “case delle signore bianche”. Hanno seguito l’esempio delle loro madri e le loro regole: mai intromettersi negli affari delle signore bianche, usare sempre un bagno separato e stoviglie diverse, non ribattere mai. Tutto questo comportava una quotidianità di sacrifici e umiliazioni da accettare a testa bassa davanti ai bambini bianchi di cui si prendono cura. Questo è il dolore più grande per Aibeleen: dopo aver perso il suo unico figlio, deve crescere e amare i figli degli altri per poi vederli diventare ottusi e ingrati come i loro genitori.

Voglio gridare così forte che la bambina possa sentirmi che lo sporco non è un colore, la malattia non è la parte nera di una città. Voglio impedire che arrivi quel momento, e arriva nella vita di tutti i bambini bianchi, in cui iniziano a pensare che la gente di colore non è buona come i bianchi… Prego che non sia il suo momento, di avere ancora tempo.

Aibeleen Clark, The Help

La società occidentale sotto la lente

Il razzismo non è l’unico tema sociale del romanzo. Attraverso gli occhi delle tre narratrici, Stockett esplora il microcosmo della comunità di Jackson negli anni ’60. Ne esce un affresco non così diverso dalla realtà contemporanea, con i suoi tabù e pregiudizi.

Soprattutto, il libro traccia un ritratto corale della condizione femminile, segnata da stereotipi e costrizioni che non conoscono etnia o status sociale. Infatti, se il destino delle donne di colore è quello di diventare domestiche, il percorso delle donne bianche è un altro. Quello di sposare un uomo giovane e ricco, diventare madri e dedicarsi alla cura della casa e alla beneficenza. Anche se in modo diverso, entrambe le parti sono intrappolate in un modello sociale rigido. Quello che plasma l’identità femminile in base a convenzioni e tradizioni conservatrici. Un sistema che non lascia spazio agli emarginati e a tutti coloro che non seguono la corrente. Questa è ad esempio la situazione di Miss Celia, una donna ingenua e stravagante che Miss Hilly e il suo gruppo escludono dalla vita di comunità.

Alle donne bianche piace tenere le mani pulite. Hanno un piccolo set di attrezzi lucidi pronti all’uso, affilati come le unghie delle streghe, ordinati e disposti con cura, come gli strumenti sul vassoio di un dentista. Si prendono tutto il tempo necessario per fare ciò che devono.

Aibeleen Clark, The Help

Stockett si scaglia contro l’ipocrisia della classe media e delle donne benpensanti, che non muovono un dito per sostenere i diritti dei più deboli. Le iniziative di beneficenza a favore dei “poveri bambini affamati dell’Africa” nascondono qualcos’altro. Sono in realtà un mezzo per ripulirsi la coscienza e mostrare il lato migliore di sé agli occhi della società.

Il coraggio di cambiare

Nonostante il diverso status sociale, le tre protagoniste sono accomunate da una vita di costrizioni, che si tramanda tra generazioni. Aibileen e Minny, discendenti di schiavi, non hanno mai avuto la possibilità di scegliere cosa fare della propria vita. Sono vittime di continui abusi e discriminazioni. Miss Skeeter, invece, a Jackson è un pesce fuor d’acqua. Rifugge dal suo destino di casalinga e vuole realizzarsi attraverso il lavoro. Aspira all’indipendenza e alla libertà da un mondo che le sta stretto. Insieme, le donne trovano il coraggio di uscire dalla gabbia costruita intorno a loro da secoli di storia che anni di storia. Una gabbia che, per molti aspetti, è una zona di comfort e un rifugio contro l’ignoto. La libertà non è mai priva di dolore e di rischi.

Per tutta la vita mi è stato detto cosa credere della politica, dei colori, essendo donna. Ma con il pollice di Constantine premuto nella mia mano, ho capito che potevo davvero scegliere in cosa credere.

Miss Skeeter, The Help

Attraverso un espediente metanarrativo, il libro evidenzia anche il potere della letteratura e l’impatto potenziale della scrittura. Le tre protagoniste gridano alla comunità di Jackson ciò che è sotto gli occhi di tutti, ma tutti tacciono. The Help è un invito a continuare a parlare e a scrivere, come Miss Skeeter, “di ciò che vi turba, soprattutto se non turba nessun altro”.

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