Up | Se un'amicizia intergenerazionale aiuta a superare il lutto
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Up | Se un'amicizia intergenerazionale aiuta a superare il lutto

Up | Se un'amicizia intergenerazionale aiuta a superare il lutto

Postato il 23 Novembre, 2022

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96'
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Up è un film d’animazione del 2009, diretto da Pete Docter e co-diretto da Bob Peterson. Il film fonde una varietà di tematiche che danno profondità alla storia e la rendono fruibile a qualsiasi età, tanto è facile immedesimarsi nelle delicate emozioni rappresentate. Tra queste, il naturale processo di invecchiamento, la morte, l’abbandono e coloro che che ci si lascia alle spalle. Quest’ultimo tema è il motore del conflitto interiore che il protagonista deve affrontare. Infine, si incontra anche l’amicizia, la vera forza motrice degli eventi e del viaggio. Infatti, è proprio quest’ultima che, aiutando a superare il lutto, diventa alla fine il viaggio principale. Questioni esistenziali, dunque, raccontate però con un’estetica colorata e da sogno.

Una passione condivisa per l’avventura

Up racconta la storia di un anziano, Carl Fredricksen (intepretato da Edward Asner). Da bambino, il suo eroe era l’esploratore Charles Muntz (Christopher Plummer), diventato famoso per aver viaggiato il mondo a bordo del suo dirigibile auto-progettato, per aver scoperto tesori e animali esotici. Era stato visto l’ultima volta prima di imbarcarsi per una missione verso le Cascate Paradiso, in Sud America, per provare l’esistenza di un raro esemplare di uccello alto quasi 4 metri.

All’inizio del film, un giovane Carl (Jeremy Leary) conosce una bambina, Ellie (Elie Docter). La passione condivisa per l’esplorazione, l’avventura e la devozione per Muntz li unisce fino a far sbocciare il loro amore. Il sogno di tutta la loro vita è seguire le orme del loro eroe ed esplorare il Sud America. Ma il tempo e gli anni passano in fretta e la vita scombussola i loro piani. Ormai anziano e vedovo, Carl sceglie comunque di tenere fede al loro sogno. Trasforma la sua casa in un dirigibile, che si alza in cielo grazie a migliaia di palloncini variopinti. Tuttavia, il suo viaggio in solitaria diventa presto un viaggio in compagnia. Si ritrova, infatti, bloccato ad alta quota con un ragazzino, Russell (Jordan Nagai). Il duo inaspettato vive insieme esperienze esilaranti, affrontando numerosi pericoli e facendosi amici inaspettati.

Prodotto da Pixar Animation Studios, in co-produzione con Walt Disney Pictures, Up è stato il primo film d’animazione a debuttare alla 62ª edizione del Festival di Cannes, e il terzo film consecutivo della Pixar a vincere l’Oscar per il miglior film d’animazione, dopo Ratatouille (2007) e WALL-E (2008).

La casa con i palloncini

Senza dubbio, il simbolo del film è la casa volante alimentata da migliaia di colorati palloncini ad elio. Questa casa emblematica evoca gioia, speranza e leggerezza. Eppure, allo stesso tempo, introduce uno dei più complessi e commoventi prologhi della Pixar.

Quello di Up è un inizio che rimane impresso negli spettatori perché riesce a esprimere in pochi minuti il senso della vita, con i suoi alti e bassi. La casa di Carl ed Ellie costituisce una parte integrante della loro storia. È come un personaggio in evoluzione. All’inizio è uno spazio sicuro in cui ha luogo la vita di tutti i giorni. Poi diventa una sorta di reliquia del loro amore. In questo senso, Up è un dolce promemoria dell’importanza della casa e del posto che occupa nella nostra vita quotidiana.

La casa con i palloncini di Up è entrata nell’immaginario collettivo, al punto che alcuni l’hanno replicata, proiettandone il significato nel mondo reale. Dopo la prima del film, un costruttore, spinto dall’immaginazione, ne ha costruito una replica e ha convinto una famiglia a trasferircisi. La coppia si sentiva connessa al film, che parla di problemi della vita reale che anche loro aveva dovuto affrontare.

C’è anche un altro caso simile. Un bungalow di Seattle è stato definito da numerosi fan come la casa di Up nel mondo reale. Secondo alcuni, è stata proprio questa casa a ispirare quella del film. Tuttavia, questa credenza è più una proiezione dei sentimenti delle persone riguardo a problemi concreti. In questo senso, la casa di Up ha contribuito a tradurre la preoccupazione per la tutela delle proprietà locali. È diventata il simbolo di una piccola e anonima forza di resistenza contro il rapido processo di gentrificazione.

La particolarità di un protagonista anziano

Il viaggio fisico del protagonista può essere letto su più livelli. Uno di questi è quello del viaggio di un anziano verso la vecchiaia. Capita di rado che i protagonisti abbiano capelli bianchi e rughe. Più spesso, il personaggio anziano funge da mentore o da compagno per un protagonista più giovane. Ci sono numerosi esempi di questo: il signor Miyagi (Pat Morita) nei film di Karate Kid, Gandalf (Ian McKellen) nelle trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, o ancora Albus Silente (Michael Gambon) in Harry Potter. Invece, in Up, Carl non ha nessun maestro o mago a dargli consigli. Non ci sono indovinelli da decifrare, né eco di una qualche verità a guidarlo. Le decisioni più difficili deve prenderle lui sul momento, il che rende il personaggio ancora più autentico.

La narrativa di Up omaggia la vecchiaia, con le esperienze e il bagaglio di coonoscenze che questa racchiude. In questo, il film è paragonabile al romanzo di Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare (1952). Entrambi raccontano del viaggio in solitaria di un anziano in mezzo alla natura. Più l’uomo si addentra nelle terre selvagge, più viene avvolto dai ricordi del suo passato, trasmettendoli al pubblico. I ricordi sono quindi la forza motrice della storia, a patto che rimangano una fonte di energia per andare avanti e non per rimuginare sul passato.

Il mito di Sisifo in Up

A un certo punto della storia, il sogno diventa un incubo. L’ossessione di Carl di trascinarsi dietro la casa sino alle cascate ricorda la tortura di Sisifo. La punizione inflittagli da Zeus consisteva nello spingere per l’eternità un masso sopra una collina. Ma, appena toccata la cima, il masso sarebbe inesorabilmente rotolato giù.

Allo stesso modo, Carl trascina la sua casa verso il punto da sempre sognato sulla scogliera, affrontando deviazioni e sventure che lo conducono fuori strada. Il filosofo esistenziale e autore francese Albert Camus, nel suo saggio del 1942 Il mito di Sisifo, immaginava Sisifo andare con audacia incontro al suo destino, accettandone le difficoltà, assurde e ripetitive che fossero. In Up, Carl opta per un’altra soluzione: getta tutti i suoi beni materiali dalla finestra. Metaforicamente, disfacendosi del peso materiale del passato, riesce a liberarsi anche del lutto e ad accettare la morte della moglie.

La vera avventura e il significato di Up

Carl viene aiutato dai suoi due nuovi compagni a superare l’inevitabile. Il nuovo duo, formato con Russell, offre un cambio di prospettiva. Infatti, rispetto alla dinamica di cui si è parlato sopra, in cui l’anziano interviene solo come mentore, qui Carl si assume la responsabilità del giovane compagno, ma è in realtà Russell che suggerisce come agire. Dopotutto, Russell è un ragazzino spontaneo, ma con un’intelligenza innata e intuitiva. E a Carl viene data la possibilità di vedere un mondo più colorato attraverso gli occhi del bambino. Un mondo ben diverso dalla grigia routine delle prime scene.

Alla fine, la nascita di questa nuova amicizia diventa l’avventura che Carl stava cercando.

Produzione tecnica verso la “simplexity”

La palette di Up è composta da colori brillanti e vivaci. I toni dei gialli, dei blu e dei rossi sono nitidi e variegati. I bordi delle immagini sono morbidi e il background talvolta sfocato, in uno stile artistico che sembra quasi pittorico. Ricorda anche la semplicità e l’immediatezza dei disegni dei bambini. Il team artistico ha realizzato rappresentazioni dettagliate e panorami e oggetti verosimili. Il team Pixar ha inventato il concetto di “simplexity” per descrivere questo processo. La casa, il cane, il pennuto, il cielo e le nuvole: sono tutti elementi che appartengono al disegno di un bambino. Tuttavia, la texture delle piume o i dettagli dell’uniforme da scout di Russell danno vita e profondità alle figure animate.

A bordo della casa-mongolfiera, Carl e Russell partono per un’avventura verso le Cascate Paradiso. Seppur immaginarie, questev ultime si ispirano alla cascata più alta del mondo, Salto Ángel (o Angel Falls), che si trova nella foresta Amazzonica, in Venezuela. Il team artistico si è recato proprio qui, nel tepui, per esplorare i caratteristici panorami e i biotopi che si trovano solo in cima a questo altopiano montuoso. Una volta tornati in studio, si sono lasciati ispirare dalla loro spedizione: più che riprodurre il territorio che aveva visitato, la squadra di creativi ha cercato di rendere nel film gli stati d’animo e le sensazioni provate.

Un messaggio profondo espresso con leggerezza

I film live action raccontano la storia di qualcun altro. Questo non si può dire invece per i film d’animazione. Il pubblico abbassa la guardia.

Lee Unkrich

Up della Pixar emerge dal panorama della narrazione visiva perché tocca il cuore del pubblico, e con la sua semplicità rende fruibili temi profondi a ogni età. Gli spettatori si sentono coinvolti dalla storia di Carl, un burbero vecchietto che, in fondo, potrebbe essere il nonno di chiunque. E alla fine diventa come un nonno per Russell.

Inoltre, Up esplora a fondo la psiche umana e tematiche più stratificate, come i sogni, la morte e le emozioni. Questi temi sono pensati per un pubblico più maturo, per via della loro portata e complessità. Tuttavia, trattandosi di un film d’animazione, vengono rivisitati attraverso una leggerezza calviniana, che permette di planare sulle cose dall’alto, per osservare il mondo e le persone. Il viaggio sulla casa volante, tenuta in aria da migliaia di palloncini colorati, incoraggia a planare sulle difficoltà con leggerezza e a liberarsi dai propri macigni sul cuore.

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