Paul McCartney show ai 50 anni del Saturday Night Live | Tributo ad

Postato il 18 Febbraio, 2025

Sette minuti di suite sono bastati a Sir Paul McCarteny per far rivivere ai presenti in studio, tutti rigorosamente in abito da sera, e le migliaia di spettatori americani davanti alla televisione, l’emozione Beatles. Il popolare varietà del sabato sera negli Stati Uniti, il Saturday Night Live ha festeggiato 50 primavere con una serata evento a New York, tra le star che negli anni hanno fatto parte del cast e un concerto di alcuni tra i più grandi volti della musica internazionale.

Tra le celebrity più note c’erano Meryl Streep, Ryan Reynolds, Kim Kardashian, Adam Driver e Emma Stone – la lista è molto più lunga. Parterre d’eccezione anche per il concerto. Si sono esibiti Cher, Lady Gaga, Post Malone, Sabrina Carpenter, Paul Simon, Chris Martin e soprattutto McCartney, il baronetto di Liverpool.

Perché Paul McCartney ha suonato i brani di Abbey Road

Prima al pianoforte poi alla chitarra, Paul McCartney ha reso omaggio ai Beatles. Ha deciso di cantare tre brani dell’album Abbey Road. La scelta non è casuale: sono canzoni tratte dall’ultimo disco dei Fab Four registrato in studio. 26 Settembre 1969 è la data che segna la pubblicazione di un disco leggendario di una delle più grandi band di tutti i tempi. Abbey Road è stato l’album più venduto di sempre dei quattro ragazzi di Liverpool: oltre cinque milioni di copie solo nel primo anno.

Nel 1970 è uscito poi l’album Let It Be, ma i pezzi erano stati registrati prima della realizzazione di Abbey Road. Quella che era solo una strada di Londra vicino a Westmister è diventata un luogo di pellegrinaggio. La foto sulla copertina del disco dei Beatles, con i quattro di Liverpool che attraversano sulle strisce pedonali, ha fatto il giro del mondo. Tra le foto più iconiche di sempre nel mondo della musica, nel tempio dei Beatles diventato così una meta turistica per chi passa da Londra.

I brani di Abbey Road al SNL50

Il disco Abbey Road contiene 17 tracce. Lo apre Come Together, lo chiude Hey Majesty, che però è una ghost track. Inizio e fine dunque, in mezzo la perfezione dei Beatles che decisero di dare il massimo della loro espressione artistica, una cura maniacale, tornarono diverse volte nello studio di registrazione fino a quando ogni singola nota non fosse musicalmente perfetta. Ai tempi, le ruggini nel gruppo erano già evidenti, c’erano distanze difficili da colmare. Erano gli anni con Lennon ormai politicamente esposto. Per questo, bisognava lasciare un segno.

Così piuttosto che suonare i classici di sempre dei Beatles, il baronetto McCartney ha voluto omaggiare il pubblico del SNL con tre pezzi meno famosi ma per sempre ricchi di grande fascino. Sir Paul ha aperto il medley con Golden Slumbers, traccia numero 14 dell’album, una ballata sognatrice. È stata scritta da McCartney e riprende una ninna nanna contenuta in un’opera teatrale che Paul aveva rivisto musicalmente.

Il miglior momento della suite

Poi la session è salita di livello, McCartney alla chitarra, accompagnato la band del Saturday Night Live, ha suonato Carry That Weight. Pezzo decisamente più rock in stile Beatles. La canzone parlerebbe di alcuni dissapori nella band, per via di scelte imprenditoriali non condivise, e anche dei rapporti tesi all’interno della Apple Records. McCartney ha deciso di chiudere con The End: la pietra tombale sui Fab Four. Il brano, come richiama il titolo, doveva raccontare la fine del gruppo. La parte migliore del pezzo sono gli assoli di chitarra di McCartney, poi George Harrison e infine di John Lennon. C’è gloria anche per l’assolo di batteria di Ringo Star.

La suite proposta, di fatto, è la sequenza finale del disco leggendario. Il baronetto di Liverpool ha suonato le tre tracce che chiudono l’album. È stata anche la chiusura del concerto per i 50 anni del SNL che era stato aperto da Paul Simon e Sabrina Carpenter e chiuso dalla magia di Paul McCartney.

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