C'è un prima e dopo Twin Peaks | La scoperta della serialità in TV
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C’è un prima e un dopo Twin Peaks. La maggior parte dei critici televisivi è d’accordo su questo. Twin Peaks rivoluziona la televisione in un’epoca – come gli anni ’90 – in cui la serialità deve essere ancora scoperta, dove le maratone televisive sono un sogno e si deve resistere un’intera settimana per godersi una nuova puntata. Questa serie ha saputo creare un mistero che ha incollato milioni di telespettatori allo schermo. “Chi ha ucciso Laura Palmer?” è la domanda che ci si pone – per anni – ogni venerdì mattina nei bar o nelle le pause a lavoro. Con Twin Peaks si afferra per la prima volta il potenziale di una narrazione seriale.
La collaborazione tra Mark Frost e David Lynch per un adattamento del libro Goddess: The Secret Lives of Marilyn Monroe fa nascere l’idea della serie. Alla fine i due accantonano quel progetto, ma restano affascinati dall’idea di raccontare la storia di una ragazza dalla doppia vita. Laura Palmer è la reginetta del ballo alle superiori. Tutta la città le vuole bene. Per questo la comunità è sconvolta quando il suo corpo, avvolto in un sacco di plastica, viene ritrovato sulla riva del fiume. Twin Peaks comincia da qui. La morte della giovane donna e l’indagine su essa svelano un mondo oscuro e pieno di segreti.
I due lati di Twin Peaks
La città di Twin Peaks ha due lati, come le montagne che le danno il nome. Laura è la ragazza della porta accanto, ma ha un’esistenza segreta. Una vita fatta di prostituzione, droghe e fughe in moto. Lo stesso vale per i suoi concittadini. Una città di campagna intrisa dei tradizionali valori americani nasconde sotto la superficie mondi criminali, segreti inconfessabili e presenze esoteriche. L’agente dell’FBI David Cooper (Kyle MacLachlan) è un emarginato con l’ardua missione di scoperchiare il vaso di Twin Peaks.
La serie, come Laura e la città, ha diverse facce. Per lo spettatore medio è un punto di convergenza tra diversi generi. Il motore degli eventi è un omicidio, ma lo spettatore, grazie ai personaggi, può vivere momenti da sit-com, storia romantica e thriller.
Il ruolo di internet nella creazione del mito
Twin Peaks è l’esperienza televisiva per eccellenza. Ma qualcosa la rende ancor più interessante: è un enigma. David Lynch usa il suo classico linguaggio onirico e semina briciole che solo gli spettatori più attenti possono seguire. Quando la serie viene trasmessa, Internet è ai primordi, ma i forum si riempiono di utenti che analizzano la serie frame per frame, a caccia di nuovi indizi per risolvere il mistero. È un fenomeno sui cui vengono scritte tesi universitarie. Per dirla come Henry Jenkins, che per primo ha concettualizzato l’idea di cultura convergente:
Con Twin Peaks e Usenet, il pubblico diventa improvvisamente reattivo durante le pause pubblicitare, mentre l’episodio è ancora in onda, proprio come avviene oggi su X (Twitter).
Henry Jenkins – Convergence Culture
Un mistero lungo 27 anni
Twin Peaks ha una storia travagliata.
Durante la seconda stagione, la pressione del pubblico sulla domanda di fondo, “Chi ha ucciso Laura Palmer?”, si fa sempre più pressante. Questo comporta una disaffezione dei telespettatori e la cancellazione della serie. Nel 1992 David Lynch dirige un prequel, Fuoco cammina con me. Il film però è stroncato dal pubblico e dalla critica perché “non dà abbastanza risposte”. Per più di due decadi si parla della serie.
La televisione, dopo esere stata rivoluzionata da Twin Peaks, è entrata nella sua età dell’oro e molti autori seriali come Damon Lindelof (Lost) hanno mostrato gratitudine verso la serie di Lynch.
Alla fine, dopo un annuncio arrivato da Laura Palmer in persona, venticinque anni dopo, nel 2017, la serie è tornata sulla scena. Twin Peaks: The Return è stata acclamata alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Una serie che ha mostrato di poter essere ancora un’opera televisiva all’avanguardia.
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