Vita di Pi di Yann Martel | Una storia che richiede un atto di fede
Author
Year
Format
Length
Original language
Genre
Scritto nel 2001, il romanzo di Yann Martel, Vita di Pi, ha vinto il Man Booker prize nel 2002. Il libro racconta la storia di un giovane ragazzo, Pi, sopravvissuto per 227 giorni in una scialuppa insieme a una tigre. È una storia bizzarra, che funziona un po’ come una religione. “Ti fa sospendere l’incredulità”, direbbe Martel. Secondo l’autore americano Gary Krist, Vita di Pi “potrebbe rinnovare la tua fiducia nella capacità dei romanzieri di dare plausibilità agli scenari più assurdi”.
Inizialmente rifiutato da cinque case editrici, il libro ha poi venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo. Nel 2012, il regista di origini taiwanesi Ang Lee ne ha realizzato l’adattamento cinematografico. Il film ha vinto ben quattro Oscar: miglior cinematografia, migliori effetti speciali, miglior colonna sonora originale, miglior regista.
Parte Prima: l’infanzia di Pi
All’inizio del libro, il lettore trova una nota dell’autore che “fonde realtà e finzione con astuto fascino”. La nota spiega come Martel sia venuto a conoscenza della storia di Pi in un bar indiano. Così sembra che l’autore non stia inventando niente, ma semplicemente raccontando una storia già esistente.
La prima parte di Vita di Pi è ambientata a Pondicherry, in India. Qui Piscine Molitor Pater, che si fa chiamare da tutti Pi perché si vergogna del suo nome ispirato a quello di una piscina francese, vive con la sua famiglia di guardiani di uno zoo. Questi capitoli descrivono la sua infanzia, la sua innata curiosità e la sua passione per la zoologia e la religione.
Nel 1977, quando Pi è appena sedicenne, la sua famiglia decide di emigrare in Canada. Dopo aver venduto alcuni animali agli zoo in Nord America, la famiglia e gli animali restanti si imbarcano sulla Tsimtsum, una nave cargo giapponese. Dopo pochi giorni, una violenta tempesta li colpisce e la nave affonda. Ed è qui che cominciano la seconda parte del libro e l’epica avventura in mare di Pi.
Abbracciare l’alterità: animali e religioni
Una iena, una zebra ferita, un orangotango, una tigre del Bengala di nome Richard Parker e Pi. Sono questi i cinque sopravvissuti della tempesta che si ritrovano insieme sulla stessa scialuppa. Dopo poco, tre di loro soccombono dopo una crudele lotta. Alla fine, solo il ragazzo e la tigre rimangono in vita.
Dopo la paura iniziale, Pi realizza di non poter sopravvivere senza Richard Parker.
Non era una questione di me o lui, ma di me e lui. Eravamo, letteralmente e metaforicamente, sulla stessa barca. Saremmo vissuti – o morti – insieme.
Non solo Pi accetta il suo improbabile compagno, ma si inizia ad affidare a Richard Parker e al suo stesso indomito istinto animale. Vita di Pi è più di una storia di un’avventura in mare aperto: è il racconto dell’incontro e dell’accettazione di un altro modo di essere, a prescindere dal tipo di alterità.
Anche prima del naufragio, Pi viene descritto come un ragazzo dalla mentalità aperta ed empatico, con un forte e insolito interesse per la religione. Ne pratica addirittura tre insieme: Induismo, Islam e Cattolicesimo. Non comprende perché non possa professare tutte e tre e ritiene, come affermava Gandhi, che “tutte le religioni siano vere”.
Un atto di fede
Come ci rassicura l’autore alla fine della Parte Prima, la storia ha un lieto fine. Dopo interminabili mesi passati alla deriva in mare aperto, Pi e Richard Parker alla fine attraccano in Messico. Immediatamente, la tigre – che ha sempre mantenuto la sua natura animale – sparisce nella giungla senza troppe cerimonie, privando Pi di un addio umano.
Nella terza e ultima parte, due ufficiali giapponesi chiedono a Pi di spiegare cosa fosse successo dopo il naufragio. Una volta finito di ascoltare il racconto, i due, non credendogli e infastiditi dall’assurdità della storia, insistono: vogliono sapere cos’è successo per davvero. Allora Pi inventa una storia alternativa, più credibile, sostituendo gli animali con esseri umani. La zebra diventa un marinaio, l’orango la mamma di Pi e la iena il cuoco della nave. Richard Parker invece rappresenta lo stesso Pi.
Vita di Pi esplora la connessione complessa, aperta e contraddittoria tra scienza e immaginazione, ragione e fede, animali e umani. Come dice Pi ai due ufficiali “non potete provare quale storia sia vera e quale falsa. Dovete fidarvi della mia parola”. La storia migliore richiede un atto di fede. E ha come protagonista una tigre.
Tag
Buy a ☕ for Hypercritic