Rivoluzioni artistiche | Ispirazioni cubiste in One Piece

Postato il 25 Ottobre, 2023

Come potrebbe una corrente artistica del Novecento influenzare l’anime giapponese più visto al mondo? One Piece, per gli sguardi più attenti è un concentrato di arte. Ma per sapere cosa guardare bisogna prima sapere cos’è il cubismo.

Quando tutto ebbe inizio: la pittura fatta a cubi

Il cubismo, un movimento d’avanguardia innovativo emerso all’inizio del XX secolo, ha annunciato un cambiamento sismico nel panorama dell’espressione artistica. Fondato da visionari come Pablo Picasso e Georges Braque, il cubismo ha cercato di smantellare l’approccio tradizionale alla rappresentazione del mondo. Louis Vauxcelles, critico d’arte, fu il primo a parlare di “pittura fatta a cubi”. In occasione di una mostra su Paul Cézanne disse che “Braque maltratta le forme, riduce tutto, luoghi, figure, case, a schemi geometrici, a cubi”. Una descrizione che non dispiacque alla nuova scuola di artisti che da allora si chiamarono cubisti. Rifiutando la prospettiva a punto singolo, gli artisti hanno frammentato e decostruito paesaggi e figure in forme geometriche e sfaccettature. Il risultato è una rappresentazione multidimensionale, che presenta un soggetto da più punti di vista contemporaneamente. 

Il cubismo non fu solo un’innovazione estetica, ma rappresentò anche una svolta filosofica e intellettuale. Gli artisti cubisti miravano a trasmettere l’esperienza soggettiva dello spettatore. Questo movimento d’avanguardia rifletteva il dinamismo di un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici, sociali e culturali.

L’impatto del cubismo si è riverberato ben oltre i confini della pittura. Influenzò la scultura, la letteratura e persino l’architettura, lasciando un segno indelebile sulla traiettoria dell’arte moderna. In quanto forza d’avanguardia, il cubismo sfidò artisti e pubblico a mettere in discussione nozioni preconcette, invitandoli a esplorare i confini della percezione e della rappresentazione in modi mai visti prima.

Una rivoluzione o una naturale evoluzione?

Il Cubismo ha tratto ispirazione da diversi movimenti artistici influenti che hanno aperto la strada alla sua nascita. Primo fra tutti il Post-impressionismo, in particolare le opere di Cézanne, che esplorò la struttura geometrica di oggetti e paesaggi. Inoltre, l’arte tribale e iberica incontrata da Picasso ha svolto un ruolo fondamentale, introducendo un fascino per le forme e le estetiche non occidentali. Le prospettive fratturate e i molteplici punti di vista insiti nel Cubismo possono essere ricondotti all’influenza del Fauvismo e al suo uso audace del colore. Queste diverse influenze si sono riunite per infrangere le convenzioni artistiche, dando vita al linguaggio astratto e sfaccettato del Cubismo. 

Pablo Picasso ammirava profondamente Cézanne, considerandolo un “mentore e padre di tutti noi”, dato il suo approccio rivoluzionario, le sue forme e strutture con cui rendeva i paesaggi più geometrici. I due artisti condivisero una profonda amicizia nella Parigi del primo Novecento. La sua impronta è stata rivoluzionaria per lo sviluppo del cubismo.

Paul Cézanne, Man Wearing a Straw Hat, 1905-06.
Image Courtesy of The Art Institute of Chicago

Le molteplici facce del cubo

L’affermazione di un fenomeno, la prima opera cubista

Un movimento artistico d’avanguardia non può essere considerato tale se non si evolve. E’ nella continua evoluzione che si riescono a rompere gli schemi e varcare nuovi confini.

La prima opera che apre il movimento cubista è Les Demoiselles d’Avignon (1907), opera di Picasso (all’epoca ventiseienne) che scandalizzò lo scenario artistico internazionale. Una rappresentazione ambigua di giovani prostitute che l’autore frequentava in un quartiere di Barcellona. Ciò che disarma l’osservatore sono le forme così spigolose e geometriche che risultato taglienti. Le fanciulle dallo sguardo esotico dimostrano l’impossibilità di rendere realistica la tridimensionalità di un viso su una superficie bidimensionale come può essere la tela. Lo scopo è sintetizzare il soggetto nella sua totalità.

Il cubismo analitico e il cubismo sintetico

Georges Braque, pittore francese, e Pablo Picasso hanno condiviso una straordinaria amicizia. Il loro legame ha favorito una sinergia creativa che ha catalizzato il movimento cubista. Collaborando dal 1908 al 1914, si scambiarono idee, tecniche e ispirazioni, spingendosi oltre i confini artistici. Nelle loro mani il cubismo nasce come analitico, definizione data dalla volontà di scomporre e osservare il soggetto da più punti, analizzarlo e capirlo al meglio.

Negli ultimi due anni della loro collaborazione, Picasso e Braque rielaborano i loro punti di vista attraverso il cubismo sintetico, dato dalla sovrapposizione di parti di uno stesso oggetto, reso attraverso le tecniche del collage e del papier collé (carta incollata). Queste tecniche sono impiegate per trasmettere al meglio la percezione del soggetto, gli artisti sovrappongono materiali diversi, e come suggerisce il nome, anche fogli di carta. Lo spettatore può percepire ciò che vede anche attraverso i materiali di cui il soggetto è composto.

Dunque come suggeriscono le denominazioni del movimento, c’è una prima fase che mira ad analizzare il soggetto proponendo più punti di vista di quest’ultimo. La seconda fase, supera la prima puntando alla sintesi del soggetto attraverso la rappresentazione della sua totalità.

Gli avanguardisti: i colleghi di spicco di Picasso

L’approccio distintivo di Braque consisteva nel frammentare e assemblare gli oggetti in forme geometriche, presentandoli contemporaneamente da più prospettive. Il suo stile analitico è caratterizzato da colori tenui e composizioni intricate. Molte delle sue composizione, o scomposizioni, si concentrano su strumenti musicali come chitarre e violini.

Juan Gris, pittore spagnolo, sulle orme dei colleghi, ha dimostrato la sua maestria in molti dei suoi dipinti, padroneggiando soprattutto il cubismo sintetico. Un esempio è Violino e Bicchiere, eseguita nel 1915. Questa composizione presenta un violino (con un bicchiere ed altri elementi), un motivo ricorrente nelle opere cubiste, reso con meticolosa precisione. La palette di colori sfumati di Gris, spesso tenui, aggiunge una profondità sofisticata all’opera. La disposizione delle forme e delle linee suggerisce un’attenta esplorazione delle relazioni spaziali, riflettendo l’influenza dei suoi contemporanei. L’opera Violino e Bicchiere racchiude l’impegno di Gris nei confronti dei principi del cubismo. Questo mostra la sua capacità di fondere il rigore intellettuale con la finezza artistica, rendendola una delle rappresentazioni quintessenziali del contributo dell’artista al movimento d’avanguardia.

Juan Gris, Violin and Glass, 1915,
Image Courtesy of Harvard Museum

Il Cubismo Orfico: Armonia nei Colori e nelle Forme

Nel secondo decennio del XX secolo, si sviluppa uno stile parallelo al cubismo di Picasso, che sfocerà nell’astrazione pura. Il cubismo orfico viene definito tale per la prima volta nel 1912 dal visionario francese Guillaume Apollinaire. Poeta simbolista, ma anche critico d’arte e drammaturgo, ha sempre appoggiato ed elogiato l’inventiva rivoluzionaria delle avanguardie del tempo. Il cubismo orfico deriva dal mito di Orfeo, cantore che fa della musica l’arma per ammaliare i suoi nemici. Così la pittura orfica punta ad un’armonia che conquisti l’osservatore attraverso colori contrastanti e forme concentriche. Il francese Robert Delaunay è il portavoce di questo ramo cubista. La pittura di Delaunay ingloba la filosofia orfica con maestria, come si può osservare in La ville de Paris.

Robert Delaunay, La ville de Paris, 1911.
Image courtesy of Centre Pompidou, Paris

Nella tela vivida di contrasti, il soggetto, una scena di città, è dinamico e per questo più vicino al futurismo, lontano dalla staticità delle nature morte e dei ritratti del cubismo più classico.

Cubismo e Futurismo, lo spirito dell’avanguardia del XX secolo

Il Cubismo e il Futurismo sono state le due avanguardie principali di inizio secolo. Condividono un allontanamento dalle norme artistiche tradizionali, ma divergono nelle loro basi concettuali. Entrambi rifiutarono le convenzioni rappresentative, optando per modi innovativi di raffigurare il dinamismo della vita moderna. Il cubismo, frammenta e assembla le forme, presentando più prospettive contemporaneamente. Enfatizzava l’esperienza soggettiva e l’esplorazione intellettuale della struttura.

Il Futurismo, guidato da Filippo Marinetti, celebrava la tecnologia, la velocità e l’energia dell’era delle macchine, ritraendo il movimento attraverso linee dinamiche. Sebbene entrambi i movimenti abbiano abbracciato l’astrazione, il Cubismo si è orientato verso l’introspezione e l’analisi della forma, mentre il Futurismo ha abbracciato in modo esuberante lo spirito lungimirante della modernità. 

Carlo Carrà, l’intellettuale tra i due movimenti

Carlo Carrà fu un pittore italiano e figura chiave del movimento futurista. Ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare gli aspetti estetici e filosofici del gruppo. Il contributo di Carrà al Futurismo va oltre la sua produzione artistica. I suoi scritti teorici e i suoi manifesti hanno influenzato la traiettoria del movimento, solidificando la sua eredità come pittore e forza intellettuale. Nel suo dipinto Ritmi di oggetti, realizzato nel 1911, si può osservare i punti di incontro tra i due movimenti, nonostante l’autore non possa definirsi un cubista. In quest’opera, Carrà impiega forme fratturate e linee dinamiche per trasmettere un senso di movimento ed energia. Gli oggetti sembrano pulsare di vita, abbracciando il fascino futurista della velocità e del ritmo del mondo moderno.

Carlo Carrà, Ritmi di Oggetti, 1911.
Image courtesy of Pinacoteca di Brera, Milano

Interconnessioni artistiche

Il Cubismo nell’universo di Eiichiro Oda

Il cubismo,  potrebbe sembrare lontano dal regno vibrante e dinamico degli anime (per questo forse più vicino al futurismo), ma la sua influenza si è fatta strada in modo sottile in angoli inaspettati. In One Piece gli echi del cubismo sono percepibili nel design dei personaggi e nella narrazione visiva.

Il creatore della serie, Eiichiro Oda, ha impregnato la sua opera di infinite referenze culturali. Molti dei suoi personaggi si ispirano a figure storiche esistite come i pirati, alla mitologia e al folklore giapponesi.  One Piece narra le avventure di Monkey D. Luffy, un giovane pirata pieno di spirito che sogna di diventare il Re dei Pirati. Con la sua variegata ciurma, i Pirati di Cappello di Paglia, Luffy esplora la vasta e pericolosa Grand Line alla ricerca del leggendario tesoro di One Piece, affrontando potenti nemici e stringendo legami indissolubili.

I volti dei personaggi sono spesso caratterizzati da una semplicità geometrica, che si traduce in forme angolari e in linee decise che ricordano le tecniche cubiste. I paesaggi diversi e fantasiosi di One Piece impiegano talvolta una prospettiva fratturata, presentando le scene da più punti di vista nello stesso momento, proprio come gli spazi fratturati presenti nei dipinti cubisti. Alcuni luoghi nella serie tra l’altro sono ispirati a città italiane come Firenze e Venezia. Oda ha inondato il suo universo di riferimenti reali, riprendendo anche l’architettura di Gerusalemme e di Park Güell , il parco creato da Gaudì a Barcellona, a cui il cubista per eccellenza, Picasso, era molto legato. Inoltre, l’uso espressivo di proporzioni esagerate nei personaggi, un segno distintivo del cubismo, contribuisce al dinamismo visivo e all’estetica unica della serie. 

I frutti del diavolo, il potere dell’arte

Gli appassionati della serie sapranno che i personaggi assumono dei poteri grazie ai frutti del diavolo. Ogni frutto ha una funzione specifica ed alcuni hanno un rimando al cubismo neanche troppo velato.

Giolla, un membro della flotta Donquixote (e qui è innegabile il riferimento all’opera di Miguel de Cervantes), ha mangiato il frutto Ato Ato no Mi (Frutto dell’arte). Quest’ultimo le conferisce la capacità di trasformare qualsiasi cosa che tocca in un’opera d’arte che può modellare a suo piacimento. Oltre alle referenze cubiste, rivisita altre opere famosissime come L’urlo di Edvard Munch e La persistenza della memoria di Salvador Dalì

Trafalgar D. Water Law, omaggio a Napoleone, è un personaggio emblematico della serie che non può definirsi né buono né cattivo, ma è determinato da un forte senso di giustizia. Si unisce alla ciurma di Cappello di Paglia (Luffy) per sconfiggere la Donquixote. Il suo potere dato dal frutto Ope Ope no Mi (Frutto Op-Op) gli conferisce la capacità di creare uno spazio in cui può manipolare e riassemblare qualsiasi cosa, persone comprese. Insomma, un potere degno di Picasso.

One Piece dal 1997 ad oggi, oltre il tempo e lo spazio

One Piece nasce come manga nel 1997, e due anni dopo viene trasmesso per la prima volta. Dopo più di vent’anni è ancora il manga più venduto con oltre 400 milioni di copie. Tutt’oggi One Piece ha dunque un pubblico affezionato e multigenerazionale. Il 31 Agosto 2023 Netflix ha lanciato la serie live action ispirata all’anime che ha conquistato nostalgici e nuovi adepti. Sebbene One Piece non dichiari il suo debito nei confronti del cubismo, la sottile incorporazione dei suoi principi aggiunge un livello di complessità e di intrigo visivo all’anime.

Ciò dimostra come i movimenti artistici possano trascendere i loro contesti originali e trovare risonanza in ambiti creativi inaspettati. Il confine tra due mondi così lontani diventa una linea sottile se si volge lo sguardo al contributo che hanno donato ai loro rispettivi campi. I cubisti hanno rivoluzionato l’arte moderna, o meglio la visione di essa. Eiichiro Oda ha rivoluzionato il mondo dei manga e dell’animazione creando un prodotto intricato, ma ben fatto e quindi duraturo. Non è un caso isolato che la pittura si mescoli all’animazione. Basti pensare all’ultima mostra al Van Gogh Museum, dove i Pokémon diventano dipinti impressionisti. L’arte in ogni sua inclinazione è un testamento eterno di rivoluzioni ed evoluzioni. L’intreccio di forme diverse non può che dar vita alla bellezza.

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