Le avventure di Pinocchio è un romanzo italiano per ragazzi di Carlo Lorenzini, meglio noto come Carlo Collodi. La trama ruota intorno alle mitiche avventure di Pinocchio, un burattino intagliato dal falegname Geppetto da un pezzo di legno parlante.

Considerato uno dei libri più tradotti in tutta la storia, Le avventure di Pinocchio ha profondamente influenzato la cultura popolare. Alcune delle sue allegorie e metafore sono diventate espressioni colloquiali e modi di dire in italiano. La più famosa è probabilmente “avere il naso lungo” o “ti cresce il naso” per riferirsi ai bugiardi.

Collodi ha scritto Le avventure di Pinocchio come romanzo a puntate per la rivista Giornale dei bambini verso la fine del 1800. Ha poi riunito le storie in un unico libro, ma ogni capitolo era originariamente pensato come autoconclusivo.

La versione originale della più famosa favola di Collodi è in lingua italiana. Nella scelta delle parole, tuttavia, l’italiano s’intreccia inestricabilmente con il dialetto fiorentino e il lessico toscano. Questo particolare uso della lingua contribuisce al generale tono dinamico e vivace della storia.

Una diretta e intensa semplicità

Le avventure di Pinocchio è ricco di scene intense e colorate. Quando Pinocchio prende vita non riesce a non disobbedire all’amorevole Geppetto. Questa sua predisposizione al male lo porta su una strada piena di pericoli.

L’immaginario rappresentato da Collodi, arricchito da animali parlanti e creature fantastiche, mostra tutta la sua forza comunicativa. Ma, come le versioni originali di molte popolari storie per bambini, Pinocchio è anche tragico e macabro. Il burattino incontra assassini pronti a pugnalarlo, viene impiccato e rischia più volte di morire.

Tuttavia, ci sono anche momenti di dolcezza e amore incondizionato. Il falegname Geppetto e la Fata Turchina rappresentano la figura paterna e materna, sempre pronte a perdonare Pinocchio. Il burattino si mostra anche generoso e altruista, come quando offre la sua vita per salvare quella di un’altra marionetta, o quando salva Geppetto dall’annegamento.

Una storia, tante morali

L’indole di Pinocchio è un insieme di difetti infantili. È pigro, ingenuo, bugiardo, testardo, scontroso e credulone. Ma ha comunque un gran cuore. Dopo ogni disavventura, si rende conto dei suoi errori e promette di non comportarsi più male per amore del suo caro babbo. Tuttavia, ogni volta ci casca di nuovo e rompe la promessa.

Ogni avventura contiene una o più lezioni di credenze popolari e lezioni morali. Ogni episodio può essere letto come una favola indipendente che mette in guardia il lettore dai pericoli del mondo o dall’ignavia delle persone. Gli errori portano sempre punizioni spiacevoli, mentre solo le buone azioni sembrano premiare il povero Pinocchio.

L’onnipresenza di Pinocchio nella cultura e nelle arti

Molti punti chiave di Le avventure di Pinocchio sono entrati nell’immaginario collettivo e riecheggiano in migliaia di storie diverse. Inoltre, gli adattamenti dell’originale sono infiniti: dalla letteratura, al cinema, dalla televisione alla radio, teatro, danza, musica, fumetti e arti, esistono innumerevoli versioni della fiaba.

Due di queste sono particolarmente degne di nota. Una è Pinocchio, il film d’animazione di Walt Disney del 1940. La Disney ha addolcito e alleggerito le parti più macabre della storia, riadattandola per i gusti dei bambini di allora. L’altra è il film drammatico A.I., Intelligenza Artificiale, l’adattamento di Steven Spielberg. Mantenendo l’angosciante atmosfera dell’originale, il film ha aperto nuove questioni morali, sostituendo il burattino con un robot che desidera diventare un bambino vero.

Inoltre, a Collodi, il paesino italiano da cui l’autore ha preso il suo pseudonimo, si può visitare il parco divertimenti dedicato alla storia. Al suo interno ci sono diverse sculture dedicate ai personaggi e un museo che ospita una mostra d’arte contemporanea. Vi è anche una libreria in cui è possibile consultare le edizioni del romanzo pubblicate in tutto il mondo.