Dopo cinque vittorie di fila a Wimbledon, dal 2003 al 2007, il Centre Court è considerato il giardino privato di Roger Federer. L’erba è la sua superficie naturale, come la terra rossa è quella di Rafael Nadal. Tutto ciò fino al 2008, quando l’ambizioso e tenace maiorchino interrompe il record silenzioso di Federer mostrando al mondo che anche lui può dominare ogni superficie di gioco.

Questione di superficie

Per diversi anni le sfide tra Federer e Nadal sono state una questione di superficie. Ci sono due modi per dividere la stagione tennistica: dalla terra rossa polverosa dove a lungo ha dominato il tennis vigoroso di Nadal, al tempio dell’erba, dove le caratteristiche del suolo hanno sorriso alle abilità di Roger, fino al suo addio al tennis. L’erba è stata a lungo considerata un territorio proibito a Rafa: l’alta velocità e i rimbalzi bassi non sono il miglior mix per il suo tennis. Una sfida teorica, con la piena attenzione dei media, come nella Battle of Surfaces. Ma il tennis sta cambiando e l’erba di Wimbledon sembra diventare ogni anno sempre più lenta. È evidente, guardando la sezione di terra del campo, consumato dai piedi: niente più volée né grandi servizi come negli anni ’80 e ’90. Solo colpi sulla linea di fondo come un incontro su terra battuta. E Nadal si avvicina, anno dopo anno.

Uno shock annunciato

Non è stato un fulmine a ciel sereno. Prima del 2008, la finale di Wimbledon ha visto di fronte Federer contro Nadal per due anni consecutivi. Nel 2006 Federer controlla l’incontro sia a livello di gioco che conoscenza del terreno di gioco. Ma nel 2007 cambia qualcosa e non solo l’abbassamento dei rimbalzi dell’erba. Nadal si sta adattando a quelle condizioni, trova modi per essere più offensivo. Inoltre, nel 2008 Nadal arriva alla vigilia di Wimbledon nelle migliori condizioni mentali: la vittoria a Queens, sull’erba, e l’umiliante dimostrazione di potere mostrata nella finale proprio contro Federer al Roland Garros.

La finale di Wimbledon del 2008

La finale di Wimbledon è l’evento tennistico dell’anno. Ma il 2008 è anche il picco del climax, un momento di svolta nella rivalità Fedal. Nadal inizia l’incontro vincendo, senza pietà, i primi due set. Il suo servizio è migliorato, e i suoi colpi sono affilati: meno rotazione, più penetrazione. Federer si trova in difficoltà, sempre sull’orlo del precipizio. 6-4 6-4 6-7 6-6. É rimasto con un solo tie-break che deciderà se sarà vita o morte.

Il Tie-Break e la pioggia

Come in ogni suo incontro, il pubblico è dalla parte di Roger. Ma in questo caso è in corso uno psicodramma. A differenza degli altri sport, guardando il tennis ci si può concentrare sull’evoluzione psicologica di un giocatore. La condizione mentale di Roger è chiara quando Nadal ottiene due match point. É la condizione di un animale braccato che si difende fino alla morte. É più di una sconfitta in un incontro o una finale : è la perdita del proprio regno. Con un passante chirurgico Federer ferma il tempo, cancella il match point e arriva al quinto set.

Luce e oscurità: il punto decisivo

All’inizio del set finale, la pioggia ferma l’incontro. Un coup de théâtre crea vantaggi o svantaggi a seconda della situazione. É difficile dire se, in questo caso, la pioggia abbia rovinato la sensazione positiva di sopravvivenza che Federer ha appena vissuto. Comunque l’incontro continua, game dopo game: non c’erano tie-break nel Grand Slam e dopo quasi cinque ore di gioco, Nadal conduce per 8-7. L’oscurità scende sul Centre Court. L’ultimo raggio di sole, un dritto colpisce la rete e Nadal è il nuovo campione.

È il suo primo trionfo a Wimbledon ed è la sua prima volta come numero uno, avendo sorpassato Federer, in classifica. Una svolta nel tennis. Una finale che scava nell’animo di entrambi i tennisti. In particolare quello di Federer che ha dato tutto sul campo rifiutando di arrendersi.