10 cose che odio di te | L'evoluzione delle commedie liceali
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È la primavera del 1999. Stai andando al cinema a vedere la nuova teen comedy di cui parlano tutti, una commedia liceale ambientata a Seattle, Washington. Nella patria del grunge, dove sono nati i Nirvana, Alice in Chains, Pearl Jam, Soundgarden e molti altri che hanno chiamato casa quella città piovosa.
Le luci si spengono e inizia 10 cose che odio di te. Nessuno riconosce i giovani attori che compaiono sullo schermo: Julia Stiles, Heath Ledger e Joseph Gordon-Levitt. Allo stesso modo, molti non riconoscono nemmeno la storia antichissima, grazie all’abile riadattamento degli autori Karen McCullah e Kristen ‘Kiwi’ Smith, del classico La bisbetica domata (1590-1592) di William Shakespeare. Una cosa è certa: il film è un grande successo.
- “Io avvampo, io languisco, io muoio!”
- I colossi delle commedie romantiche
- Atleti, nerd e il liceo americano
- Come diventare un classico
- La Città Smeraldo e la Città del destino
“Io avvampo, io languisco, io muoio!”
Cameron James (Joseph Gordon-Levitt) è l’ultimo arrivato al Liceo Padua e il nerd Michael (David Krumholtz) è così gentile da fargli un corso accelerato sulle politiche sociali della scuola. Sfortunatamente, Cam viola subito una regola importante: innamorarsi di Bianca Stratford (Larisa Oleynik): suo padre le ha vietato di uscire con qualcuno fino a quando non lo farà sua sorella maggiore. Cam, quindi, è destinato a fallire perché la sorella di Bianca, Kat (Julia Stiles), è di un’intelligenza letale – “Stronza odiosa è il termine usato più spesso” – e ferisce a parole qualsiasi persona abbastanza sfortunata da incontrarla. Allora, Michael e Cam escogitano un piano. Persuadono il cattivo ragazzo Patrick Verona (Heath Ledger) ad uscire con Kat. In altre parole, Patrick deve domare la bisbetica.
Il film strappa una risata dietro l’altra, grazie ai dialoghi ingegnosi e alle performance convincenti del cast, compresi i ruoli minori ma memorabili di Allison Janney, Larry Miller e Andrew Keegan. 10 cose che odio di te è una testimonianza della famosa citazione di Konstantin Stanislavski, “Non ci sono piccoli ruoli, ci sono solo piccoli attori”.
Entro breve, il film si è rivelato un trampolino di lancio per tutti e tre gli attori protagonisti e per la coppia di sceneggiatori che lo ha realizzato, oltre che un cult del genere teen comedy negli anni a venire. Di certo, è diventato l’orgoglio della Stadium High School di Tacoma, Washington, dove si sono svolte gran parte delle riprese. Negli anni successivi, innumerevoli fan hanno ricostruito l’iconica serenata di Heath Ledger, che canta “Can’t Take My Eyes Off You” sulle scale dello stadio.
I colossi delle commedie romantiche
10 cose che odio di te segna la prima collaborazione dell’ormai famoso duo di sceneggiatori e colossi della commedia romantica, Karen McCullah e Kristen Smith. Da quel momento in poi, la coppia ottiene ancora più fortuna con titoli come La rivincita delle bionde (2001), Il magico mondo di Ella (2004), She’s the man (2006) e altri. Il duo diffonde un’interpretazione nuova e consapevole della commedia romantica, enfatizzando l’assurdità dei tropi, ma facendone comunque un uso intelligente.
Gli autori volevano instillare in 10 cose che odio di te una sensibilità Riot grrrl e una mentalità femminista post-moderna. Di conseguenza, le tracce musicali fanno scatenare (grazie a una grande partecipazione dei Letters to Cleo) e la bisbetica non è mai davvero domata. Alla fine del film, Kat è ancora decisamente schietta e ribelle. In lei McCullah e Smith fanno coesistere indipendenza e amore: rifiutano l’idea che possa avere solo una delle due cose. La capacità delle donne di incarnare più caratteristiche contemporaneamente – di essere personaggi complessi e multidimensionali – è un tema ricorrente nel loro lavoro.
Atleti, nerd e il liceo americano
È mai esistita una commedia liceale realistica? La critica al genere è che spesso, la linea netta che divide i giovani studenti in sportivi, nerd, delinquenti, ecc., è una semplificazione estrema delle dinamiche sociali. È una tecnica di narrazione diffusa dal regista americano John Hughes, il campione delle teen comedy negli anni ’80. In una scuola alla Hughes, le combriccole sono un ostacolo per i personaggi; in Breakfast Club (1985), i protagonisti devono liberarsi dalle pressioni sociali per instaurare amicizie. In Un compleanno da ricordare (1984), Samantha (Molly Ringwald) vuole migliorare la sua reputazione per conquistare un ragazzo popolare, in Bella in rosa (1986), Andie (Ringwald, di nuovo) vive ansie e attriti quando esce con persone fuori dalla sua cerchia.
Forse le concezioni di John Hughes funzionavano nella loro epoca, ma nel 1999 McCullah e Smith si ritrovano in un campo minato di cliché. In risposta, decidono di usare una tecnica di narrazione alternativa, che risulterà poi tipica delle loro sceneggiature: la satira.
I “ragazzi del caffè”, i rasta, i cowboy e i giovani ambiziosi: Michael introduce subito Cameron ai gruppi del nuovo liceo. Il film invita gli spettatori a ridere dei protagonisti mentre cercano di gestire una struttura di potere immaginaria fatta di reputazioni fondate, più che altro, sui pettegolezzi.
Diversi anni dopo, i cliché dell’era di Hughes sono drammatizzati in High School Musical (2006), in cui il dilemma del protagonista Troy (Zac Efron) è il desiderio di essere sia un atleta che un attore. Glee si beffa dei tropi in maniera simile. In anni più recenti, il debutto alla regia di Olivia Wilde, La rivincita delle sfigate (2019), ha ricevuto ampi elogi grazie ad una rappresentazione più verosimile dell’esperienza liceale americana di oggi.
La nascita di un cult
La satira invecchia come il vino. Il trucco è trovare ancora un senso, un terreno saldo all’interno dell’irriverenza – nelle commedie, quel terreno saldo è l’umanità dei personaggi.
Cameron e Bianca sono adolescenti esilaranti e irrazionali, entrambi innamorati ed egocentrici, ma si riesce ad intravedere la loro vulnerabilità. Cameron è in cerca di riconoscimento; Bianca vuole un po’ di autonomia. Così, quando riescono finalmente ad abbassare le difese l’uno nei confronti dell’altra, lo spettatore empatizza con loro.
Quando un film non si prende sul serio, ma i suoi personaggi lo fanno davvero, davvero tanto – si pensi al primo film di Wes Anderson, Un colpo da dilettanti (1996), o l’amatissimo Western americano Napoleon Dynamite (2004), o la teen comedy menzionata prima, La rivincita delle sfigate – il pubblico ha di che divertirsi. Creare uno spazio che permetta agli spettatori di ridere dei protagonisti, senza per questo smettere di identificarsi o fare il tifo per loro, può essere un compito difficile. I film che ci riescono hanno alte possibilità di diventare un cult.
La Città Smeraldo e la Città del Destino
Le riprese si sono svolte dall’8 giugno al 6 agosto 1998, nei pochi mesi di sole che il Pacifico nord-occidentale offre. Anche se molte produzioni sono state ambientate nella zona di Seattle (come Grey’s Anatomy, iCarly, Twilight) 10 cose che odio di te ha voluto registrare davvero in loco nella Città Smeraldo e nella vicina città portuale di Tacoma. Quest’ultima è una località ricca di storia, cultura e ha molti soprannomi: è nota come Grit City, Città del Destino, e anche T-Town.
La decisione di registrare in loco ha creato un patrimonio basato sui luoghi del film, sia a Seattle che a Tacoma, che i turisti appassionati di cinema possono visitare e vivere. A vent’anni di distanza il turismo continua, nei luoghi delle riprese, grazie a tour guidati online o da residenti del posto.
Il turismo cinematografico sta guadagnando popolarità ed è sempre più riconosciuto come un’opportunità lucrativa per le città statunitensi. Sempre più spesso Città e Stati introducono misure legislative per promuovere il territorio e incoraggiare l’assunzione di troupe locali. Un esempio è il Montana, dopo il successo della serie televisiva Yellowstone).
10 cose che odio di te – stravagante, irriverente e affascinante – ha la fortuna di essere diventato un cult. Tacoma vedrà per anni rievocazioni della famosa serenata di Heath Ledger sui gradini della Stadium High School.
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