Il Piccolo Vagabondo | Alla scoperta del senso di appartenenza
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Il Piccolo Vagabondo | Alla scoperta del senso di appartenenza

Il Piccolo Vagabondo | Alla scoperta del senso di appartenenza

Postato il 07 Febbraio, 2022

Author

Year

2016
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Length

172 pages

Subgenre

“Non tutti coloro che vagano sono persi”, spiega Gandalf ne La compagnia dell’anello. Ed è intorno a questo tema – il vagabondare – che ruota la prima opera pubblicata dell’illustratrice Crystal Kung, Il Piccolo Vagabondo. Il mondo odierno può apparire caotico e sconosciuto, e attraversarlo porta spesso a smarrire a qualcosa lungo la strada. Che siano ricordi o obiettivi, un punto di partenza o una destinazione, o anche la propria identità. In momenti simili, niente è più ben accetto di una luce nell’oscurità, che guidi i viandanti verso casa, donando la possibilità di sentirsi a casa.

Il bizzarro protagonista di questa graphic novel rappresenta la suddetta luce. Un ragazzino che emerge dalla folla per offrire un senso di appartenenza a chi è smarrito, sebbene lui stesso non sia legato ad alcun luogo. Debuttando nel 2016 e diventando ben presto una perla del suo genere, Il Piccolo Vagabondo accompagna chi legge in un viaggio che è sia autobiografico che di scoperta di sé, mano nella mano con un misterioso accompagnatore. Ha vinto il Taiwan Golden Comic Awards come Miglior Nuovo Talento nel 2017 ed è stato pubblicato in italiano dalla casa editrice BAO Publishing nel 2018.

the little drifter
Image courtesy of BAO PUBLISHING CRYSTAL KUNG © 2018

La narrazione muta de Il piccolo vagabondo

Lo stile narrativo di Kung risalta per la sua totale mancanza di parole. Nessun dialogo, nessuna onomatopea, nessun suono nel mondo colorato che si apre ad ogni pagina davanti agli occhi di chi legge. L’unico barlume di contesto fornito prima di ciascuna delle sei storie è un titolo, una breve citazione ed un luogo. Tutto il resto sono immagini.

Luoghi e personaggi diversi, unici nella loro ricerca personale eppure tutti con qualcosa in comune. Dal ciclista sperduto tra le montagne tibetane alla ritrattista che fatica a farsi notare a Central Park. Dalla giovane ragazza che cerca la chiave per la libertà tra le strade di Taipei, all’anziano che insegue ricordi ormai perduti sotto la pioggia di Shanghai. Tutti loro sono vagabondi che hanno perduto la propria strada in un mondo che appare estraneo e al contempo familiare. Le loro storie sono narrate attraverso gesti, sguardi e ricordi, un linguaggio naturale che non ha bisogno di parole. Ed è grazie all’assenza di tale barriera che questi racconti parlano direttamente al cuore, trasmettendo un messaggio universale nella sua semplicità. Che ogni luogo può diventare casa per chi vaga.

Animato, non illustrato

Il ruolo delle immagini è fondamentale in ogni narrazione, e ancor di più nel caso di un libro muto. Sta alle immagini dare forma all’universo della storia, conferire una personalità e una voce ai personaggi, portando avanti il ​​dialogo intimo con chi legge. Ne Il Piccolo Vagabondo, a creare questo effetto è l’uso di colori e vignette, molto più simili ai fotogrammi di un film d’animazione che alle griglie fisse di un fumetto. Un’influenza dovuta al fatto che l’autrice si ispira all’animazione.

La composizione in continua evoluzione delle illustrazioni e i contorni sfocati contribuiscono alla sensazione onirica che permea l’intera graphic novel. Un’alternanza di campi lunghissimi e primi piani, legati tra loro dall’armonia dei colori accesi, come se visti attraverso gli occhi di un bambino. O attraverso gli obiettivi della cinematografia color pastello di Wes Anderson in Grand Budapest Hotel.

the little drifter
Image courtesy of BAO PUBLISHING CRYSTAL KUNG © 2018

Una guida onnipresente

Il filo conduttore tra ciascun capitolo è proprio il piccolo vagabondo. Un bambino sorridente che appare dal nulla per venire in aiuto di coloro che si sono perduti. Un ragazzo che ricopre il ruolo di deus ex machina in maniera quasi magica. Durante la lettura, la sua rassicurante innocenza è fonte di conforto sia per i personaggi sia per chi legge. Il mistero che lo circonda ricorda sia Momo che Il Piccolo Principe, con la loro saggezza che va oltre i ragionamenti degli adulti.

Un’autoproiezione dell’autrice che conduce chi legge attraverso tutte le città visitate da Kung durante la sua vita. E proprio come lei ha scoperto la propria identità viaggiando, il piccolo vagabondo è pronto ad aiutare tutti coloro che vagano a trovare se stessi.



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