La Guardiana di Patrizia Cavalli | Il piacere non ha porte
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La Guardiana di Patrizia Cavalli | Il piacere non ha porte

La Guardiana di Patrizia Cavalli | Il piacere non ha porte

Postato il 07 Maggio, 2024

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Patrizia Cavalli è una delle poche poetesse italiane contemporanee conosciute all’estero. L’antologia delle sue poesie in traduzione inglese My poems won’t change the world (Le mie poesie non cambieranno il mondo) ha contributo in maniera significativa a questo successo internazionale.

Per essere compresi, gli oltre duecento versi della sua poesia La Guardiana devono essere letti più lentamente di quanto la loro cantabilità suggerisca. Infatti, le quattordici strofe del poemetto sono piene di sillogismi e ragionamenti serrati che si susseguono fino alla conclusione, che è fondamentalmente molto lineare. Consiste nel riconoscere che il piacere è un gioco libero e che non esiste una meta segreta da conquistare attraverso dure sofferenze.

[…] Per poi scoprire
che il piacere non ha porte e che
se mai l’avesse stanno aperte, che
potevamo allora rimanere fuori
sfornite e arrese tutte e due alla pari
giocando io alla porta e tu alle chiavi.

Nel poema sono presenti solo due drammatici personaggi: la scassinatrice e la guardiana. L’io lirico si identifica con la scassinatrice, mentre dietro la guardiana si nasconde l’amata. Nella prima strofa, la poetessa ricorda di aver posseduto l’arte di aprire tutte le porte fin da bambina. Era la sua abilità innata, il suo talento disinteressato. La guardiana, invece, è una figura ostile e statuaria. Ricorda i leoni di pietra posti a protezione degli antichi palazzi cinesi dagli spiriti maligni. Ma a differenza di quelle statue apotropaiche, la guardiana del poema non ha alcuna funzione protettiva.

Guardian Lion in Shingon Buddhist Temple (Narita, Japan). Courtesy of Victoria Lea B, via Pinterest.

Giocare alla porta e alle chiavi

Una delle possibili interpretazioni del testo vedrebbe degli elementi sessuali dietro i simboli della poesia, come la porta e la chiave. Lo stesso tipo di lettura è nascosto dietro il testo biblico del Cantico dei Cantici. Lì, curiosamente, ricorre la stessa immagine della porta che separa i due innamorati. Quando la sposa apre la porta della sua stanza, certa di trovare il suo amato di cui ha sentito la voce, rimane delusa perché non trova nessuno.

Allo stesso modo, la porta in The Keeper rappresenta il confine che divide la poetessa-amante dai veri piaceri dell’amata. Tuttavia, c’è una differenza fondamentale tra queste due esperienze letterarie: mentre per la moglie biblica il piacere è solo ritardato, la porta che Cavalli aspira ad aprire si rivela finta.

Il sillogismo fuorviante

Il fascino che la guardiana esercita sull’io lirico si basa su una supposizione. Ed è la presunta proporzionalità tra una porta sorvegliata e la ricchezza che nasconde. Il sillogismo che ne deriva presume che una guardiana ostile sia stata messa a sorvegliare una stanza piena di tesori. Ma, come la poetessa scoprirà presto, dietro questa guardiana, non si nascondono né una porta né piaceri.

la porta che non c’era, quella sognata porta
che ti chiudeva centuplicata in bene,
che anche tu, guardiana stanca, sapevi
che non c’era, ma che anche tu sognavi,
sperando che le chiavi, la faticosa
virtù delle mie chiavi facesse esistere
quello che non c’era

La guardiana non custodisce altro che la sua ostilità. Ed ecco perché la destrezza della scassinatrice nell’aprire la porta va in fumo davanti a lei. L’unica opulenza celata dietro la sorvegliante è quella che la poetessa inventa con le sue parole, creando in poesia ciò che non è reale. La dichiarazione poetica di Patrizia Cavalli sta nell’asserire che il suo talento si è spostato dalle chiavi alle parole.

L’esercizio d’infanzia della porta e la chiave, come afferma l’autrice stessa, non è stato altro che un precoce apprendistato in poesia. In effetti, sin dalla prima strofa, queste due abilità sono presentate come due facce della stessa medaglia. Il suono della serratura che si apre è la ricompensa della scassinatrice, così come il piacere dei suoni è la ricompensa della poesia. Questo tipo di umore poetico basato sulla sonorità rappresenta perfettamente l’opera di questa poetessa.

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