
Il Mostruoso Femminile in The Substance di Coralie Fargeat
Year
Runtime
Director
Writer
Cinematographer
Production Designer
Music by
Format
Genre
La regista francese Coralie Fargeat si era già fatta notare con Revenge (2017), film d’esordio che mette in luce la sua propensione per la violenza e per temi femministi di stampo politico. Con una storia di implacabile vendetta, Fargeat solleva uno spinoso dibattito sulla cultura dello stupro e sulla resistenza delle donne alla violenza. Tuttavia, è la sua ultima opera, The Substance, che ha segnato la sua svolta definitiva.
Il film è uno dei più discussi della stagione dei premi del 2024 sin dalla sua anteprima mondiale durante la 77ª edizione del Festival del Cinema di Cannes, dove Fargeat ha conquistato il premio principale per Miglior Sceneggiatura. La star indiscussa di The Substance è Demi Moore, la cui incredibile performance le valsa il suo primo Golden Globe per Migliore Attrice in un Film Commedia o Musicale (e una nomination per la 97ª edizione degli Oscar).
Quanto dura davvero la celebrità? Fino dove si spingono le donne per essere accettate? Quale impatto ha questa strenua ricerca sulla percezione di sé? Scritto, diretto, co-editato e co-prodotto interamente da Fargeat, The Substance sfida la percezione e le aspettative sociali sulle donne, reclamando un cambiamento atteso da tempo. Con un’atmosfera che ricorda Black Mirror, gli elementi body horror e sci-fi del film si avvicinano in modo inquietante alla realtà.
- La Gabbia Dorata
- Hai Mai Sognato Una Versione Migliore di Te?
- Quando la Bellezza Diventa Moneta
- Il Culto del Perfezionismo
- La Femminilità Come Performance
- Il Body Horror e Altre Scelte di Regia
- Corpo e Carne
- Il Prossimo Film Cult
La Gabbia Dorata
Ricorda, non esiste una lei e una te. Tu sei una. Rispetta l’equilibrio e non avrai ulteriori problemi.
The Substance
The Substance è ambientato un periodo temporale ambiguo, dove si intrecciano elementi che spaziano dagli anni Cinquanta all’età contemporanea senza soluzione di continuità. Demi Moore interpreta Elisabeth Sparkle, la celebre conduttrice di Sparkle It Up, popolare programma TV di aerobica che sembra ispirato ai video anni Ottanta di esercizio fisico di Jane Fonda. Compiuti 50 anni, il fascino giovanile che aveva consacrato la fama di Elisabeth sembra svanito. Pertanto, il suo produttore Harvey (Dennis Quaid) la licenzia senza preavviso. Elisabeth aveva sempre fondato la propria identità sulla sua fama, simboleggiata dalla sua stella sulla Hollywood Walk of Fame. Questo colpo rappresenta la distruzione della sua autostima e visione di sé.
Dopo la brusca conclusione della sua carriera, la protagonista si imbatte in un’esperienza che le cambierà la vita. Scopre per caso una droga misteriosa che circola sul mercato nero, chiamata The Substance, capace di replicare le sue cellule per creare una versione più giovane, più bella e, nel complesso, migliore di se stessa. L’assunzione di questa droga prevede delle rigide istruzioni su come somministrare l’iniezione e come prendersi cura dell’altro corpo, poiché le due versioni di sé devono assumere il comando a settimane alterne. Rispettare equilibrio è indispensabile per il funzionamento corretto della droga.
Hai Mai Sognato Una Versione Migliore di Te?
Elisabeth, nel disperato desiderio di ritornare ai suoi giorni di gloria, decide di iniettarsi nel sangue il liquido verde. Si contorce in un dolore straziante e crolla sul pavimento. La sua spina dorsale si apre, rivelando Sue (Margaret Qualley), una ragazza seducente, tanto perfetta da sembrare una bambola. Sue così diventa il nuovo veicolo di Elisabeth, che finalmente ha l’opportunità di riappropriarsi della sua posizione a Hollywood. Con il suo aspetto fresco e giovanile, ben presto sostituisce Elisabeth come conduttrice del programma di aerobica Pump It Up. Inquadrature ravvicinate e ossessive sul corpo di Sue da ogni angolazione rappresentano la sessualizzazione delle donne nell’industria cinematografica e dell’intrattenimento. Pertanto, mettono in evidenza come il corpo femminile abbia valore solamente se soddisfa lo sguardo maschile in una società che impone standard irraggiungibili per le donne, alimentando la competizione.
The Substance si trasforma rapidamente in un brutale spettacolo di sangue, man mano che Sue inizia a consumare il corpo di Elisabeth, ignorando l’alternanza settimanale per rincorrere i suoi sogni di successo e ammirazione. Successivamente, il processo di trasformazione sfugge a ogni controllo e il confine tra Elisabeth e Sue non è più così chiaro. Per di più, le loro azioni generano conseguenze sempre più pericolose, culminando nella creazione di una creatura mostruosa che richiama l’immagine della femminilità torturata.
Queste scelte narrative servono a evidenziare la costante sensazione di inadeguatezza delle donne, spinte a sacrificare il proprio benessere per ottenere l’approvazione della società.
Quando la Bellezza Diventa Moneta
The Substance è il frutto di un progetto estremamente personale di Coralie Fargeat. Certamente, con un sottotono politico e femminista, la regista usa il linguaggio cinematografico per denunciare i pericolosi standard di bellezza imposti dalla società e le devastanti conseguenze che hanno sulle donne, specialmente con l’età. Fargeat indaga su come queste pressioni condizionino la percezione che le donne hanno del proprio valore, potere e successo.
Demi Moore condivide la preoccupazione della regista sulla discriminazione basata sull’età e l’impatto che può avere sulla sua carriera. Di conseguenza, ha tratto ispirazione dalla propria esperienza per entrare meglio in connessione con il suo personaggio. Questo l’ha aiutata a offrire una performance autentica ed emotiva. Il film porta all’estremo questa tematica, usando un linguaggio crudo e una violenza brutale per provocare un radicale cambiamento di prospettiva, a cominciare dagli spettatori.
Come viene mostrato nel film e discusso nel saggio femminista Il Mito della Bellezza (1990) di Naomi Wolf, la bellezza spesso diventa una merce, sfruttata per trarre guadagno e rafforzare le dinamiche di potere già diseguali tra uomo e donna. In The Substance, il fascino di Elisabeth ha una data di scadenza e Sue la sostituisce, illustrando come il valore delle donne sia spesso ridotto esclusivamente al loro aspetto fisico e determinato dalla richiesta di bellezza e giovinezza imposta dal sistema patriarcale.
Il Culto del Perfezionismo
Sue è il prodotto di un culto estremo del perfezionismo, che richiama il ruolo di Nina in Il Cigno Nero (2010) di Darren Aronofsky, una ragazza che insegue ossessivamente il sogno di diventare una ballerina perfetta, sacrificando la propria salute fisica e mentale, e persino la sua stessa vita. Tra le scene finali dei due film si può osservare un parallelismo: entrambi terminano con una inquadratura stretta sulla protagonista che giace a terra, illuminata dalla luce dei riflettori, a rappresentare il prezzo che entrambe hanno dovuto pagare per guadagnarsi quella luce. Qualcosa di simile accade anche in La Morte Ti Fa Bella (1992) di Robert Zemeckis. Attraverso una lettura sarcastica del desiderio di eterna giovinezza, il film mette in evidenza l’oggettificazione dei corpi femminili e l’interiorizzazione della bellezza come parametro del proprio valore.
La Femminilità Come Performance
Non è un caso che la protagonista di The Substance sia un personaggio televisivo, poiché questo rivela la pressione delle donne di soddisfare le aspettative della società, costrette a esibirsi sotto il costante sguardo critico degli uomini. Fargeat rappresenta il male gaze in modo grottesco, creando una satira di un sistema che spesso percepisce le donne come oggetti del desiderio e di consumo maschile.
Spesso inquadra i personaggi maschili con una lente grandangolare e puntando la telecamera verso il basso, e questo conferisce al loro sguardo un tono inquietante e giudicante. Questa dinamica diventa evidente quando Elisabeth esamina il proprio riflesso allo specchio mentre si trucca, sempre insoddisfatta del proprio aspetto. Il suo ciglio ossessivo rende la scena straordinariamente agghiacciante, pur priva di effetti speciali.
Body Horror e Altre Scelte di Regia
The Substance è un’opera principalmente visiva: delle 130 pagine della sceneggiatura, solo 29 sono dedicate al dialogo. Grazie agli effetti speciali, la registra costruisce un crescendo caotico che si conclude con la comparsa finale del Mostro Elisasue, una creatura terrificante che non ha nessuna parte del corpo al posto giusto. Si incolla sul viso una maschera di Elisabeth con un sorriso incorniciato dal rossetto rosso, nel tentativo disperato di incontrare le aspettative del pubblico. Tuttavia, il suo ostinato sforzo si scontra con l’orrore e il disgusto. “Mostro!” gridano in coro: ormai emarginata dalla società, Elisasue esiste ben oltre la definizione convenzionale di bellezza e femminilità.
Insieme al suo fidato direttore della fotografia Benjamin Kračun, Coralie Fargeat è riuscita a trasformare il suo studio di registrazione parigino in una moderna Los Angeles. Dalla loro collaborazione è nato uno spettacolo folle e disturbante che non lascia spazio agli effetti speciali in CGI. “Il film parla di corpi in carne e ossa, dei corpi delle donne”, dichiara la regista, rispondendo alla domanda sulla sua scelta di utilizzare effetti prostetici e trucco SFX.
Questa decisione ha contribuito a rendere il film più carnale e viscerale, offrendo agli spettatori un’esperienza visiva a dir poco intensa. Grazie alla possibilità di realizzare inquadrature ravvicinate dei corpi prostetici, Fargeat ha potuto rendere omaggio alla vera essenza del body horror, che consiste nel rappresentare creature innaturali e impressionanti. David Cronenberg è un maestro del body horror, e The Substance è ispirato senza dubbio ai suoi film, come Il demone sotto la pelle (1975) e Rabid – Sete di sangue (1977).
La regista si è servita di diverse tecniche di ripresa, tra cui la videocamera da casco, la camera a mano e la gru, per creare un’atmosfera da incubo. Proprio come in Shining (1980), dove i tortuosi corridoi dell’Overlook Hotel intensificano la tensione, anche i set di The Substance, dall’appartamento di Elisabeth allo studio televisivo, fino al garage dove viene conservata la sostanza, presentano corridoi lunghi, stretti e labirintici da cui sembra impossibile scappare.
Corpo e Carne
La manipolazione del cibo in The Substance dà risalto alla violenza fisica, rendendo ancora più inquietante la visione del film. La prima inquadratura di un tuorlo d’uovo che si divide in due dopo essere stato iniettato con una sostanza anticipa chiaramente la simbologia visiva del film.
Inoltre, Elisabeth sfoga la propria frustrazione per il successo ingrato di Sue attraverso il cibo, abbandonandosi a un consumo eccessivo e riempendo un tacchino con l’aggressività con cui desidera distruggere il corpo giovane di Sue.
Il sound design enfatizza la ripugnanza delle scene in cui si mangia, basti pensare alla sequenza in cui Harvey divora voracemente dei gamberetti, diventata subito una delle più riconoscibili. Il riferimento è al modo in cui tratta le donne: le mastica, prosciuga tutta la loro energia per poi gettarle via quando non gli sono più utili. Coralie Fargeat crea uno spaventoso parallelismo tra le donne e il cibo, contestando l’ipersessualizzazione delle donne che le riduce a “pezzi di carne” e ne annulla l’umanità.
Il Prossimo Film Cult
Infine, per merito di un cast straordinario e una trama intricata, The Substance risalta tra le produzioni cinematografiche del 2024, con tutte le carte in regola per entrare tra i cult del genere body horror. Inizialmente, il budget di produzione ammontava a $17.5 milioni, ma l’ingente incasso di $78.3 milioni l’ha reso il film di maggior successo rilasciato da Mubi.
The Substance ha indubbiamente riscosso un successo commerciale e critico. Tuttavia, ha innescato un acceso dibattito, specialmente sui social media. Le reazioni del pubblico si sono rivelate fortemente divise, influenzate da una prospettiva di genere. Se da un lato le donne hanno elogiato il film per la sua pungente critica femminista, dall’altro, gli uomini sembrano non aver particolarmente gradito la propria esperienza al cinema.
Spesso liquidato da molti spettatori uomini come una commedia nera superficiale, il film riesce a toccare corde più profonde nelle donne, che si sentono riconosciute e comprese grazie a Coralie Fargeat e alla sua rappresentazione inusuale delle lotte femminili.
Ciononostante, una storia cruda e disturbante come The Substance serve a sconvolgere il pubblico, spingendo tutti i generi a mettere in dubbio i propri valori e scardinare le convenzioni che li sottendono.
Tag
Buy a ☕ for Hypercritic