A volte, pensava, è più facile restare soli che mostrarsi soli al resto del mondo, ma sapeva che anche quella era una trappola, che non facendo nulla la situazione sarebbe diventata permanente come una macchia che penetra nel legno.
Uno degli ospiti più attesi del 36mo Salone del Libro di Torino era David Nicholls, autore del bestseller del 2009, Un giorno (One Day), adattato per il grande schermo nell’omonimo film del 2011 con Anne Hathaway e Jim Sturgess. L’opera ha attraversato una nuova ondata di successo grazie al recente adattamento televisivo targato Netflix e interpretato da Ambika Mod e Leo Woodall. Nicholls, noto a livello internazionale per essere uno sceneggiatore di successo, è venuto a Torino per presentare il suo nuovo libro Tu sei qui, la storia d’amore di due solitudini che si incontrano lungo un cammino condiviso.
Il significato di “Tu sei qui”
Introducendo il suo romanzo, Nicholls ha dialogato con la booktoker Martina Levato di vari argomenti: partendo dal rapporto con i suoi personaggi e con i modelli letterari ai quali si è ispirato, spaziando dal tema della solitudine (come uno stato d’essere positivo e non viceversa) fino ad arrivare all’amore, tema sempre eterno e presente nella sua opera omnia, soprattutto nel suo ultimo libro.
“Tu sei qui è una storia d’amore sulla solitudine e per me si è trattato di scrivere di qualcosa che amo molto, quindi camminare nella campagna inglese. È la storia di Marnie, una correttrice di bozze che vive vive da sola a Londra circondata dai libri e di Michael, un insegnante di geografia che sta per divorziare e che adora camminare per la campagna inglese per non sentire la solitudine in casa. I due protagonisti decidono di attraversare in comitiva tutta l’Inghilterra da costa a costa, dal Lake District a Robin Hood’s Bay” ha spiegato l’autore riguardo alla trama. Durante questo percorso, tra tuffi in laghi ghiacciati e disastrose ascese sotto la pioggia e paesaggi da romanticismo inglese, tra Marnie e Michael si insinua il sentimento dell’amore.
In riferimento di questa lunga promenade percorsa insieme, il titolo Tu sei qui secondo Nicholls significa proprio “sia dove sei nella mappa ma anche dove sei in una particolare fase della tua vita e dove accetti di essere senza aspirare a cercare qualcosa di nuovo”
Marnie e Michael: due pezzi dello stesso puzzle
Per cominciare l’autore ha parlato del rapporto con i protagonisti del libro, Marnie e Michael, dei loro moti più interiori e del processo della loro creazione. In particolare, Nicholls ha amato creare la cinica ma appassionata Marnie, personaggio che ha paragonato alla sua Emma Morley di Un Giorno per la sua arguzia, i suoi principi, la sua integrità.
“Marnie è brillante, vive in solitudine, senza alcun amore romantico e ama i libri. Direi che è un’osservatrice londinese a cui non piace uscire nelle giornate uggiose ed è profondamente sospettosa della natura. È un personaggio che ho apprezzato molto scrivere perché è stato divertente descrivere qualcuno che è cinico, ma profondamente capace di amare”.
Diverso è stato creare il protagonista maschile, l’introverso Michael, che grazie all’allegra Marnie riesce ad uscire dal suo “guscio” e dalla malinconia che lo attanaglia. “Per quanto riguarda Michael volevo raccontare del tema della città versus campagna. A lui piace trascorrere tempo all’esterno, nella natura, ed è profondamente melancolico e introverso. È difficile per lui comunicare, ma più tempo passa con Marnie, più riesce aprirsi al contatto con l’altro. Questo perché volevo che Tu sei qui avesse a che fare con un dialogo, con una conversazione, anche divertente. Grazie al contatto con Marnie, Michael diventa sempre più aperto e anche divertente per certi aspetti. Del resto, si tratta di una storia d’amore”.
Camminare, un’esperienza catartica
Le lunghe camminate dei protagonisti lungo la costa inglese, spiega Nicholls, fungono da simbolo di connessione con l’altro e con la natura. L’autore ha raccontato della sua passione per il trekking e per le passeggiate all’aperto, iniziata in seguito alla morte di suo padre, in un periodo in cui aveva profondamente bisogno di solitudine.
“Circa undici anni fa mio è morto mio padre e ho sentito la necessità di passare del tempo in solitudine. Quindi ho intrapreso una lunga camminata sulla North Coast dell’Inghilterra, nell’affascinante zona della Cumbria. Volevo riflettere un po’ e trascorrere del tempo da solo. È una cosa che mi piace molto. È stata una meravigliosa esperienza e ho deciso che lo avrei fatto rifatto, quindi ogni anno intraprendo questi lunghi percorsi di trekking, cercando di allontanarmi il più possibile da Londra e di immergermi nei paesaggi naturali del paese. Volevo scrivere proprio di questo e di cosa questo significasse per me, ma è veramente difficile scrivere una storia che riguarda un’esperienza solitaria”.
“Ho pensato che ci fosse il bisogno di includere altre persone in questo racconto così da creare degli impedimenti durante il cammino. Anche perchè se cammini con qualcun altro diventa un’esperienza diversa: si sta insieme e si instaurano delle conversioni. Volevo celebrare questa esperienza di condivisione che si crea con qualcuno. È un momento importante per me e per il mio processo di scrittura”.
La promenade come metafora d’amore
Marnie e Michael percorrono 300 chilometri attraversando il Lake District, per poi riscendere lungo la costa dello Yorkshire. Nicholls ha rivelato l’ispirazione biografica del percorso che lui stesso ha compiuto per scrivere questo libro. Inoltre l’autore ha paragonato la lunga passeggiata dei due protagonisti a una metafora dell’amore che si insinua tra di loro durante il viaggio che intraprendono. Non si tratta infatti solo di un semplice moto fisico, ma di una promenade che permette ai protagonisti di condividere una parte di se, come avviene tra Jesse e Celine della trilogia cinematografica di Linklater, Prima dell’alba.
“In Inghilterra ci sono dei luoghi fantastici e nella mappa presente nel libro volevo segnare proprio come avviene questa camminata che si può seguire all’inizio di ogni capitolo e si può rintracciare nella cartina presente nel romanzo. Ho fatto la stessa camminata dei miei personaggi, prendendo preso appunti e scattando foto. Durante queste camminate incontri degli ostacoli reali come le montagne, il tempo avverso… proprio come ci sono degli ostacoli nella costruzione di un rapporto d’amore. È una grande metafora della vita“.
Due solitudini che si incontrano
Un tema importante nella storia è la solitudine. In una commedia romantica viene tendenzialmente vista come un elemento negativo, mentre per i personaggi di Tu sei qui è quasi un’alleata perchè nella loro solitudine trovano una connessione. L’obiettivo ultimo di Nicholls in questo romanzo era proprio quello di integrare una prospettiva diversa sullo stato della solitudine in una storia d’amore tradizionalmente detta.
“Io adoro le rom-com e le storie d’amore tradizionali come quelle scritte da Shakespeare o Orgoglio e pregiudizio, in cui i personaggi devono intraprendere una sorta di viaggio per arrivare a una destinazione come il matrimonio o comunque a un’unione amorosa. Ma se quello è il tuo obiettivo allora è normale che la solitudine all’inizio sia come una sorta di nemico del personaggio. Ma vivere da solo una parte della tua vita è la norma, non è inusuale. È inusuale invece trascorrere molto tempo con una persona per il resto della tua vita. Quindi volevo scrivere un romanzo che facesse luce su questo aspetto”.
“La solitudine può essere una cosa meravigliosa per alcuni, e volevo scrivere di essa non come un nemico, ma cercare di mostrare il lato positivo di una vita in solitudine, trascorsa ad esempio con i libri. Allo allo stesso tempo volevo parlarne in una storia in cui i due personaggi principali avessero un lieto fine”.
Un pubblico universale e variegato
Un’altra caratteristica dei romanzi di Nicholls è la multiformità di età che caratterizza i suoi personaggi. Questa multiformità è l’elemento che rende la sua opera omnia e i suoi personaggi qualcosa con cui è facile identificarsi per una grande fetta di pubblico appartenente alle fasce di età più diverse.
“Quando scrivo non cerco di pensare a un lettore in particolare. Il protagonista del primo romanzo, Le domande di Brian, era un diciottenne. Il mio ultimo romanzo, Un dolore così dolce, parla di un sedicenne; quello precedente, Noi, è ancora più grande. Mi piace l’idea che se si mettono tutti i miei romanzi in ordine di età dei protagonisti, dai 16 ai 50 anni, si ha una rappresentazione dell’amore in diversi periodi della vita e durante diverse età. Non ho un lettore particolare in mente, mi piace che ogni lettore trovi il suo libro”.
In Tu sei qui, in particolare l’autore sente di avere uno speciale pubblico di riferimento. “In questo libro in particolare mi sembra di avere la sensazione di parlare ai lettori della mia età e dovrei accettare il fatto che sto diventando vecchio ora. Voglio dire… ho 20 anni in più di Marnie in questo romanzo, ma spero ancora di poter provare nuovamente le sensazioni di quella specifica età”.
Infrangere un tabù in modo ironico
In un momento nel libro si parla della decisione di non avere figli. Si tratta di un momento decisivo per la storia d’amore dei due protagonisti. Il fatto che a non desiderare di essere padre sia il protagonista maschile rappresenta la volontà da parte dell’autore di infrangere un vero e proprio tabù sociale.
“Penso sia un argomento delicato per entrambi, di cui a volte parlo con amici che non hanno figli e volevo scriverne in modo onesto ma anche comunicare il tabù di parlarne con amici che hanno un tipo di vita e un pensiero diversi dal tuo. Inoltre, il fatto di non voler diventare genitori di solito viene esplorato dal punto di vista femminile, non maschile, e volevo fare questo, parlarne in modo completamente nuovo”.
L’intervallarsi di argomenti seri come la genitorialità e di dialoghi divertenti è una delle caratteristiche della scrittura di Tu sei qui. Per Nicholls si tratta di “due elementi inseparabili”. “Penso che questo sia il libro più divertente che abbia mai scritto, ma quando si è scrittori si può essere divertenti a rallentatore, magari anche dopo quattro anni. Mi viene quasi spontaneo creare questa situazione in cui le parole si rimbalzano come in una partita di tennis. Per me questi due elementi sono inseparabili”.
I fortunati adattamenti cinematografici
Nicholls ha parlato anche del recente adattamento televisivo di One Day. La serie targata Netflix vede Ambika Mod e Leo Woodall nel ruolo dei protagonisti, Emma e Dex. A tredici anni dal film, la risposta del pubblico non è cambiata, anzi è diventata più entusiastica. Nicholls, che è produttore esecutivo della serie e ha scritto la sceneggiatura del penultimo episodio, ha spiegato com’è stato per lui rivisitare i suoi personaggi dopo molti anni.
“È stata una bella esperienza. Ho scritto quel libro quando avevo 41 anni, quindi molto tempo fa, e non sentivo che quella persona esisteva più nel presente. È stato strano tornare a parlare di Emma e Dexter dopo sedici anni circa. Ma conoscevo gli attori e quindi ho avuto il piacere di rivisitare i personaggi avendo in mente gli interpreti”.
Il personaggio di Dexter in One Day
Un giorno ora assume un significato totalmente diverso per Nicholls rispetto a quando lo scrisse nel 2005. “Scrissi Un giorno per dire addio ai miei vent’anni, quindi per me il libro ha un significato diverso ora. Era un libro sull’ingresso nell’età adulta e ora che ho vissuto la maggior parte della mia vita adulta provo molta nostalgia nei confronti di quel periodo”.
Uno dei cambiamenti più evidenti attuati dalla serie rispetto alla storia original riguarda il personaggio di Leo Woodall. Il suo Dexter è stato scritto in modo diverso e la cosa sembra essere stata apprezzata da Nicholls, che ritiene comunque la serie molto fedele al libro. “Leo è un fantastico attore ma non è come il Dex del libro. È più aperto emotivamente e non così duro come quello interpretato da Jim Sturgess, quasi ti commuove. Ma tutto quello che fa rimane fedele al libro. Mi ha sorpreso e mi è piaciuta molto la sua versione”.
Nicholls, il maestro del romanzo d’amore
Lo scrittore John Niven recensendo Tu sei qui ha definito Nicholls come “il poeta laureato del romanzo d’amore contemporaneo”, ed è proprio questo che Nicholls stesso aspira a fare nei suoi libri: scrivere delle storie d’amore, genere e argomento sempre eterno e mai banale. Nel fare questo l’autore ha guardato e continua a guardare a dei grandi classifici intramontabili come all’opera omnia di Thomas Hardy, o a Persuasione di Jane Austen: “È il grande romanzo per eccellenza e universale sull’attesa d’amore e mi sembrava molto appropriato”. Anche il romanzo più romantico di E. M. Forster, Camera con vista, è stato d’ispirazione per la scrittura di Tu sei qui. “È un grande romanzo sui paesaggi e sulla differenza tra stare semplicemente seduto in una stanza e guardare fuori la vista e le possibilità che il futuro offre, il tutto in un tono ammicatamente ironico”, ha detto l’autore.
In conlcusione nel suo ultimo libro, Tu sei qui, David Nicholls descrive – in un tono che si alterna tra il serio e il faceto – la costruzione di un amore tra due solitudini attraverso la grande metafora del camminare insieme verso obiettivi comuni.