La sconfitta dell'oscurità

La sconfitta dell'oscurità

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I significati simbolici della luce e del buio nell'arte classica

Oggi è davvero facile: premi un pulsante e click! La stanza si illumina, gli angoli bui della casa non fanno più paura, strane ombre inquietanti sono sostituite da mobili familiari. Un moderno “E luce fu!” che alimenta la tendenza umana del sentirsi invincibili, in questa era neopositivista in cui viviamo.  

Sconfiggere l’oscurità non è sempre stato così semplice. Perciò, il valore della luce è sempre stato riconosciuto e celebrato con significati simbolici che sono stati rinnovati nei secoli, mantenendo un’accezione positiva. Quindi, in aperto contrasto con l’oscurità, che acquisisce, insieme ai suoi sinonimi, un significato strettamente legato alla morte, all’oblio e al peccato.  

L’obiettivo di questa mostra è rivelare le simbologie che la luce e l’oscurità sono venute a incarnare nei diversi contesti della creazione artistica dell’umanità. 

Oggi è davvero facile: premi un pulsante e click! La stanza si illumina, gli angoli bui della casa non fanno più paura, strane ombre inquietanti sono sostituite da mobili familiari. Un moderno “E luce fu!” che alimenta la tendenza umana del sentirsi invincibili, in questa era neopositivista in cui viviamo.  

Sconfiggere l’oscurità non è sempre stato così semplice. Perciò, il valore della luce è sempre stato riconosciuto e celebrato con significati simbolici che sono stati rinnovati nei secoli, mantenendo un’accezione positiva. Quindi, in aperto contrasto con l’oscurità, che acquisisce, insieme ai suoi sinonimi, un significato strettamente legato alla morte, all’oblio e al peccato.  

L’obiettivo di questa mostra è rivelare le simbologie che la luce e l’oscurità sono venute a incarnare nei diversi contesti della creazione artistica dell’umanità. 

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Stanze
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Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo

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Resurrezione di Lazzaro

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Cappella della Sacra Sindone

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Trionfo della Morte

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Trionfo della Morte

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Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo

Si sente spesso parlare del lato luminoso e oscuro della politica, eppure a rendere evidente questa dicotomia è l’affresco di Ambrogio Lorenzetti del 1338. L’accostamento intende educare sulle conseguenze delle due forme di governo, tirannica e comunale. Ma anche il tono usato nell’affresco parla chiaro. La città gioiosa, soleggiata e pacifica si trova in aperto contrasto con le tonalità torbide della città coperta dal terrore, oscurata dal presagio di guerra e morte.

Autentiche lezioni di educazione civica sono ospitate sulle mura di una piccola stanza a Siena. Il Governo dei Nove, che ha governato Siena dal 1287 al 1355, vi si riuniva. Questo è anche il luogo dove si trova lAllegoria ed Effetti del Buono e Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti. Un’opera artistica con uno scopo didattico.  

In effetti, non viene presentata una sola figura senza che vi sia una spiegazione della relativa identità. La Tirannia siede sul trono del Cattivo Governo, affiancata dall’Avarizia, dall’Orgoglio e dalla Vanità. Ai loro piedi giace la Giustizia, legata e maltrattata. La Violenza ha devastato il paesaggio che circonda la scena: la città sta crollando e la guerra imperversa oltre le mura. Dall’altro lato, il Buon Governo fa sedere il Comune sul suo trono. Accanto ci sono le Virtù cardinali e teologiche. Gli effetti sulla città sono quelli garantiti da un’amministrazione ideale: edifici in costruzione, un’insegnante con una classe di bambini e un gruppo di danzatrici.  

Lo stile senese

Nella prima metà del 1300, Siena era il cuore pulsante del Gotico italiano. I fratelli Lorenzetti (Pietro e Ambrogio), insieme a Simone Martini, sono i fondatori di uno stile pittorico che avrebbe avuto un impatto storico sull’arte italiana nei decenni successivi, fino agli ultimi anni del 1400.

Il raffinato stile senese eredita una caratteristica importante dal ciclo di affreschi di Assisi di Giotto (e la sua scuola). Ossia la rappresentazione realistica del quotidiano. Questa caratteristica rivela l’intento dell’artista di rendere queste storie dipinte più concrete, permettendo al pubblico di identificarsi meglio. Oggi la chiameremo un’ “esperienza immersiva”.

Questo è il grande punto di forza dell’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo. Attraverso esempi presi dalla vita di tutti i giorni, riconoscibili dall’intero pubblico, produce una dichiarazione efficace del suo intento politico e didattico.  

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Resurrezione di Lazzaro

In quest’opera lo spettatore si trova piuttosto letteralmente di fronte al tema del ritorno dall’oscurità verso la luce e la vita. Sebbene sia fortemente danneggiato, l’opera di Caravaggio riesce a rappresentare la natura miracolosa della Resurrezione di Lazzaro. In questo ambiente di oscurità funerea, simile a una catacomba, le figure emergono come fulmini in lampi di bianco, attraverso il forte vibrato dell’illuminazione divina che inonda il soggetto riportandolo in vita.

Nel 1609, il pittore de la Resurrezione di Lazzaro, Michelangelo Merisi da Caravaggio, sta fuggendo dall’ultima disavventura in cui è rimasto coinvolto. Passando per Messina, la famiglia Lazzari gli ha commissionato una tela. Il loro cognome ha ispirato Merisi, che ha suggerito il tema della Resurrezione di Lazzaro, un’idea che accolta positivamente.

Toni più cupi ed esistenziali

Qui fanno apparizione per la prima volta i toni più cupi che avrebbero caratterizzato l’ultima fase della sua carriera. Il corpo di Lazzaro presenta muscoli ormai morbidi. Viene posizionato al centro della scena, in una posa che ricorda la crocifissione (nei Vangeli questo episodio preannuncia la Resurrezione di Cristo).  

A differenza di altre opere dello stesso soggetto, il protagonista di questa tela non è Gesù, ma Lazzaro stesso. Non è Colui che fa i miracoli, ma è quello che li sperimenta. Da questo punto di vista, l’episodio acquisisce toni più intimi ed esistenziali. Non è difficile immaginare come Caravaggio si sia identificato con quel corpo che chiede la salvezza dalla morte e dal peccato.

Come un regista cinematografico

Dal punto di vista stilistico, la Resurrezione di Lazzaro è un esempio importante di una delle più grandi innovazioni che Merisi ha apportato alla pittura (e alla scultura) del 1600. L’uso della luce è perciò pionieristico per il modo in cui Caravaggio l’ha calibrata e guidata. Si può comparare allo studio della luce che un regista cinematografico o teatrale potrebbe fare.  

Nella Resurrezione di Lazzaro Caravaggio illumina il suo palcoscenico e dirige la luce simbolicamente. Illumina il braccio e la spalla di Gesù, posando un fascio di luce salvifica che circonda il corpo di Lazzaro. Pittori come De La Tour, Gentileschi e Honthorst avrebbero adottato più tardi questo elemento come un’eredità del maestro.

Painting of the raising of Lazarus by Caravaggio

Un dettaglio dalla Resurrezione di Lazzaro. Image Credits: The Raising of Lazarus – Wikimedia Commons

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Cappella della Sacra Sindone

Il passaggio dal buio alla luce talvolta è strettamente legato al movimento verso l’alto, come nel percorso progettato e realizzato da Camillo Guarino Guarini all’interno della Cappella della Sacra Sindone. Il percorso inizia con due oscure rampe di scale, fatte da marmo nero lucente. I numerosi bassi gradini ricordano gli ostacoli e le prove dell’esistenza terrena. Ma appena ci si trova agli ultimi gradini ci si immagina la promessa di salvezza che ci aspetta più avanti. Entrando nella cappella ci si trova immersi nel marmo grigio, che attraverso la geometria della struttura guida l’occhio verso l’alto, da cui viene emanata luce grazie alle aperture della cappella e della lanterna. 

Camillo Guarino Guarini non è stato il primo a lavorare al progetto per la Cappella della Sacra Sindone. Prima di lui, i Savoia hanno commissionato il lavoro a Carlo e Amedeo Castellamonte e a Bernardino Quadri. Ma infine, l’hanno completamente affidato all’architetto-prete Guarini, che l’ha usato come un’occasione per dimostrare tutta la sua devozione, immaginazione, ingenuità e passione ardente per l’architettura.

La cappella si trova tra le absidi del Duomo di Torino e del Palazzo Reale.  

Un imponente castello di carte

Dall’esterno si può apprezzare solo la lanterna a forma conica, con una forma vagamente asiatica, punteggiata da piccole urne che richiamano alla funzione “pseudo-sepolcrale” della struttura.

L’interno, dall’altra parte, crea un percorso immersivo ed esperienziale a partire dai due portali laterali all’altare maggiore del Duomo. Qui compaiono due scalinate di bassi gradini, fatte dallo stesso marmo nero dei muri e delle volte. Le scale arrivano a due vestiboli, anch’essi neri, che si aprono sulla pianta circolare della cappella. La pianta è composta da cinque cappelle, ma ciò che spicca maggiormente è il cambiamento di colore.

Un impatto teatrale sullo spettatore

Si entra in uno spazio grigio che diventa sempre più chiaro all’alzarsi dello sguardo verso la sommità interna della cupola, che consiste in una successione di sei registri di archi che si ridimensionano progressivamente. Il risultato è un effetto telescopico che crea l’illusione dell’allungamento delle dimensioni della lanterna. L’impressione è quella di trovarsi in un imponente castello di carte.  

The Chapel of the Holy Shroud - Internal dome view

Image courtesy of Guilhem Vellut, via Flickr / Creative Commons

Il viaggio dall’oscurità della realtà terrena verso la straordinaria luce che penetra dalle finestre della cupola è fortemente simbolico. Con la sua Cappella della Sacra Sindone, Guarini ha dimostrato la sua stima per l’architettura gotica, che allora i suoi contemporanei denigravano. Inoltre, ha dichiarato la sua fedeltà alla rinnovata architettura che ha preso ispirazione da Francesco Borromini. Al contrario del Maestro, tuttavia, Guarini adatta l’architettura al proprio gusto, privilegiando, come dice R. Wittkower, “incongruenze intenzionali e dissonanze sorprendenti”.

 

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Trionfo della Morte

L’insorgere della peste fu un periodo oscuro della storia medievale che ha colpito molti epicentri europei iniziando dal 1347-48 fino ai decenni successivi. La Peste Nera prende il nome dai segni neri (emorragie sub cutanee) che coprivano i corpi delle vittime. Il nero degli infetti e dell’epidemia condiziona anche le tonalità del dipinto. L’arte diventa oscura e la luce della salvezza sempre più rara. Presto si diffonde l’allegoria del Trionfo della Morte e quella conservata al Palazzo Abatellis ne è un esempio prezioso.

 

Il Trionfo della morte era un’immagine che ha iniziato a circolare dal tardo Medioevo e trova le sue origini nel territorio franco-germanico. Spesso legata al tema del Giudizio Universale, porta con sé il gusto per il macabro che caratterizzerà gli anni successivi, fino alla Peste Nera del 1348.

Un’immagine ricorrente

L’ubicazione dell’opera è il Museo Abatellis, a Palermo, Sicilia. Il dipinto appartiene a un periodo storico che i critici hanno definito come Gotico Internazionale o stile di corte. La maggior parte dell’affresco rappresenta la stessa nobile corte. La Morte, incarnata in uno scheletro, cavalca un cavallo emaciato che calpesta i corpi senza vita sotto di esso. 

Il cupo protagonista della scena ha appena scoccato una freccia verso un giovane uomo (in basso a destra). Colpito alla gola, cade in ginocchio. La freccia ha un significato particolarmente simbolico in questo contesto. Fin dal periodo classico, gli artisti l’hanno usata per rappresentare lo scatenamento di una piaga da parte della divinità. Per questa ragione, San Sebastiano, che appare in questa iconografia, essendo sopravvissuto alle frecce del suo carnefice, diventa uno dei santi protettori contro le epidemie.  

Lo scopo didattico

Il Trionfo della Morte presenta una chiara divisione interna, tanto da risultare didascalico. A sinistra, l’autore raffigura un gruppo di poveri uomini e donne che pregano la Morte di porre fine alle loro sofferenze. Al centro, in primo piano, si trovano i corpi di monaci, nobili e altri membri degli ordini ecclesiastici. Questo dimostra che la Morte non fa distinzioni di classe.

Infine, sulla destra, solo gli aristocratici vicini al centro sono rattristiti dal macabro spettacolo. Quelli verso i margini, al contrario, sembrano ignoranti o sereni, dediti alla loro musica e alla caccia. Eppure, la Morte sta arrivando anche per loro. 

 

Image courtesy of José Luiz Bernardes Ribeiro – 2015 Wikimedia Commons