Una delle figure più controverse della storia raccontata attraverso le sue rappresentazioni artistiche.
Giuda Iscariota, è stato uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo, ed è stato una figura chiave durante la passione di Cristo. L’apostolo, secondo il Nuovo Testamento, ha tradito Gesù per trenta denari attraverso il gesto di un bacio, il bacio di Giuda; per questo motivo, la tradizione cristiana lo ritiene l’uomo simbolo del tradimento. Molti artisti hanno raffigurato questo gesto nelle loro opere, come Giotto ad esempio, uno dei più influenti pittori italiani del XIV secolo, nel suo Bacio di Giuda.
Giuda e gli animali demoniaci
Giuda viene spesso rappresentato come un giovane uomo dai capelli di un colore particolare che vira tra il giallo e il rosso, colori del tradimento e dell’inganno; questi due colori sono mescolati per generare un terzo colore che oggi può essere associato a un colore fulvo. Questo è il colore che gli artisti utilizzavano per dipingere la pelle e la pelliccia dei demoni, e non a caso era la medesima tonalità della pelliccia delle volpi. Nei Bestiari medievali, vere e proprie enciclopedie faunistiche in cui alla descrizione degli animali seguiva un’interpretazione simbolica del loro comportamento in chiave cristiana, la volpe era considerata un animale maligno, furbo e sleale. Ma le associazioni con gli animali non si fermano a questo esempio. Altre volte l’apostolo rimanda, con la sua fisicità tozza e il corpo irsuto, all’orso ed al cinghiale, entrambi animali tradizionalmente vicini a Satana.
Un altro animale simbolo del male e della slealtà è il gatto; e non è un caso che l piccolo felino accompagni sempre la rappresentazione di Giuda nell’Ultima Cena, come ad esempio nell’Ultima Cena di Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano. La figura del gatto viene posta in contrapposizione con quella del cane, simbolo emblema della Fedeltà. Nell’opera di Jacopo Bassano, Giuda si può identificare anche grazie alla borsa, con all’interno i trenta denari, che stringe nella mano sinistra.
La rappresentazione del traditore nell’ultima cena
Spesso, gli artisti rappresentano Giuda di profilo: per un lungo periodo dell’arte medievale i personaggi negativi venivano rappresentati di profilo e questo permetteva al pubblico di identificare subito la figura cattiva della scena. Altre volte invece, Giuda siede dall’altra parte del tavolo, o è in disparte, come nel Cenacolo di Santa Croce di Taddeo Gaddi. Nel Vangelo di Giovanni 13:21, Gesù annuncia che uno dei suoi apostoli lo tradirà – Giuda Iscariota- e questa è la scena rappresentata nel dipinto. In quest’opera, l’apostolo traditore è di profilo, di spalle e dalla parte opposta del tavolo.
Al contrario invece nell’Ultima Cena di Peter Paul Rubens, Giuda è l’unico che, invece di guardare Gesù, volge lo sguardo verso lo spettatore rompendo la quarta parete. Lo sguardo spaurito e colpevole dell’apostolo è ciò che permette allo spettatore di identificarlo nell’immediato.
Un altro punto di vista
La figura di Giuda, secolo dopo secolo, si è messa in discussione. Il musical Jesus Christ Superstar del 1970, da cui è stato tratto l’omonimo film del 1973, presenta Giuda (interpretato da Carl Anderson) come narratore e co-protagonista dell’opera. Nel musical Giuda si rivela uno dei più lucidi, razionali e pragmatici seguaci di Gesù. Dopo il tradimento si riconosce e sottolinea al pubblico come sia stato uno strumento fondamentale per il compimento del destino di Gesù Cristo.
Così Jesus Christ Superstar riesce a riabilitare Giuda, sfaccettando il personaggio e riscattandolo dal ruolo secolare di traditore.