Dimentica il mio nome | Zerocalcare e il libro della maturità
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È difficile capire il momento preciso in cui una persona cresce e diventa adulta. In Dimentica il mio nome, Zerocalcare (pseudonimo di Michele Rech) scrive una graphic novel per capire come e quando da ragazzo sia diventato un uomo. Così facendo, affronta la sofferenza per la perdita della nonna e prova a esplorare alcuni punti poco chiari del suo passato famigliare.
Possibile che non mi sono accorto che avevo finito il livello? Sicuro mi sono scordato di salvare.
Zerocalcare
Dimentica il mio nome è stato pubblicato in Italia da Bao Publishing nel 2014. La prima traduzione inglese è uscita l’anno dopo con Europe Comics. Nel 2022 è uscita l’edizione americana di Ablaze. Nel 2015 la graphic novel è arrivata seconda al Premio Strega Giovani, mentre nel 2018 era una delle finaliste del Prix des libraires du Québec.
Volpi rosse e buchi
Quando Zerocalcare era bambino, passava molto tempo con sua nonna Huguette. Era molto legato a lei, perciò quando la nonna muore, Zero si sente improvvisamente adulto. Visto che la mamma soffre più di lui, non riesce neanche a chiedere aiuto a lei. Improvvisamente non è più un ragazzo che può sempre chiedere aiuto ai genitori. La perdita della nonna risveglia una delle sue ossessioni più grandi: la paura della morte. Ricordi, pensieri e sentimenti lo attaccano portandolo a riflettere su dettagli ormai dimenticati. Perciò, per evitare di pensarci, si tiene occupato con problemi pratici, per esempio aiutare con la preparazione del funerale. Prima di tutto deve cercare un anello a casa della nonna.
Zero chiede aiuto al suo amico Secco, pur sapendo che non è il tipo di persona che aiuta, per affrontare la casa vuota. Secco, però, inizia a fare domande sul passato di Huguette, spingendo Zero a riflettere su dei buchi nella storia della sua famiglia. Ci sono foto vecchie che mostrano posti e persone che lui non ha mai visto prima. Zero, mentre cerca l’anello, non riesce a non riflettere sulla sua infanzia e sul suo rapporto con la nonna.
La paura controlla il suo corpo sotto forma di orribili mostri neri che diventano sempre più grandi fino al funerale. Lì scopre che non tutti chiamavano sua nonna Huguette… Ed è quando appare una volpe rossa vicino alla porta che Zero capisce che non può essere una coincidenza. Segue l’animale insieme a Secco, come se sapesse che c’è qualcosa che lo lega al suo passato e alle sue paure. Per quanto possa essere difficile, è tempo che il ragazzo affronti i suoi demoni e avanzi al livello successivo.
Gli animali dentro di noi
L’uso di animali antropomorfi è sempre stato frequente sia nei fumetti di nicchia che in quelli più conosciuti. Insieme ai mostri strani, sono elementi grafici ricorrenti nelle opere di Zerocalcare. Le creature irrealistiche rappresentano sentimenti o sensazioni fisiche così forti da diventare tangibili. In questa storia l’autore li usa per situazioni o persone che preferisce nascondere tramite metafore.
Oltre alla voce dell’Amico Armadillo, già apparso in opere precedenti, e mamma gallina (che ricorda la Lady Cocca del Robin Hood della Disney), ci sono altri personaggi che prendono le forme di animali. Huguette, sua sorella e molte altre persone del suo passato vengono rappresentate come uccelli. Eppure, tra questi animali antropomorfi, ce ne sono alcuni che hanno un ruolo più importante in Dimentica il mio nome: le volpi. Inizialmente sembrano animali normali, ma in realtà sono creature per metà umane. Non metà umane come in Fantastic Mr Fox però: qui sono volpi che vivono che vivono in una foresta misteriosa e che possono trasformarsi in esseri umani a piacimento.
Zerocalcare scegliendo la volpe omaggia il Pinocchio di Collodi e il suo personaggio astuto, affarista, ma affascinante. Ma fa anche riferimento alla leggenda giapponese di Kitsune: le volpi hanno abilità paranormali che aumentano con la vecchiaia. Kitsune può prendere le sembianze umane e dato che possono essere buone o cattive, possono essere imbroglioni oppure guardiani o amanti. E la volpe che ha un ruolo importante in Dimentica il mio nome prende da entrambi: uomo affascinante, marito amorevole, traditore di professione, in grado di attrarre verso il proprio mondo ambivalente. Ma come capisce Zero, magari ciò fa parte del diventare adulti: accettare che nulla è bianco o nero. Può esserci una parte arancione. E tutti possono nascondere nella propria anima un po’ di spirito di volpe.
Quando il ragazzo e il fumettista crescono insieme
Tutto ciò che ho fatto fino ad adesso, l’ho fatto per capire come raccontare al meglio questa storia.
Zerocalcare
Nel 2014 l’autore ha scritto sul suo blog che questo libro è “un pezzo della sua anima”. Inoltre, era il lavoro più lungo che avesse scritto e il suo primo libro cartonato. Perciò, e per il desiderio di raccontare questa storia, Dimentica il mio nome è una realizzazione artistica e personale per Zerocalcare. L’opera, essendo la sua quinta graphic novel, mostra diversi punti di contatto con le opere precedenti.
L’aspetto autobiografico fa da innesco per esplorare la vita interiore del protagonista e le ansie di una generazione. Ci sono dei flashback sulla sua infanzia, tema principale di Un polpo alla gola. Il processo di crescita rimane al centro, ma se l’opera precedente seguiva tre diverse fasi della vita, Dimentica il mio nome si concentra su pochi giorni intensi e sui ricordi. C’è anche un po’ di fantasia che ricorda Dodici, anche se lo scopo degli elementi surreali è garantire la privacy della sua famiglia. Quando si perde una persona amata, si ha un senso di perdita, vuoto e rimorso. Tematiche simili sono alla base delle storie brevi che ne La profezia dell’armadillo hanno un quadro più ampio.
Dimentica il mio nome però fa un passo in più. Mentre la narrazione racconta la crescita personale, la struttura e i disegni riflettono i progressi dell’artista. La narrazione rimane omogenea nonostante l’intrusione di flashback e l’incursione di demoni e volpi. Zerocalcare crea una narrazione movimentata bilanciando scene comiche e riflessive. I capitoli si susseguono senza balzi temporali. Sono connessi dall’apparizione delle volpi. L’inconfondibile stile di disegno riflette anche il crescente coinvolgimento emotivo. A volte le linee diventano frastagliate e più spesse e le ombre più evidenti. In un mondo bianco e nero, le volpi arancioni diventano un filo conduttore visivo che segna momenti di svolta.
Dimentica il mio nome, ma non chi sei
La narrazione ruota attorno al processo dell’età adulta, la perdita e l’accettazione di se stessi e del proprio passato. Questi elementi rimarranno fondamentali nei fumetti che nelle serie TV di Zerocalcare come Strappare lungo i bordi. Tematiche simili si trovano anche in molte storie sulla crescita come Stand by Me – Ricordo di un’estate o Senza sangue che si concentrano sulle difficoltà del diventare adulti. Eppure con Dimentica il mio nome, Zerocalcare racconta questo tipo di storia in modo ironico, seppur duro e pungente. Un linguaggio che riflette la natura dell’esistenza umana: a volta c’è del divertimento nella tragedia.
Zerocalcare non fugge né dal dolore, né dal lato più oscuro dell’animo umano o dai suoi difetti. I suoi schizzi vogliono mostrare senza veli alcuni degli aspetti più duri della percezione interna della realtà. Non dà una morale e non cerca di spiegare il proprio dolore o le proprie sofferenze. Ciò che ne esce è una storia in cui il lettore può trovare se stesso e tutto ciò che va accettato quando si diventa adulti. Mostra che se alcuni demoni possono essere sconfitti, altri rimarranno per sempre. Forse crescere significa imparare a convivere con essi e con tutte le ansie che si portano dietro.
Nonostante tutte le difficolta che ha affrontato (e che affronta ancora), l’opera dimostra che Zerocalcare ha completato il livello ed è pronto per la prossima sfida.
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