V per Vendetta, la miniserie a fumetti | Il potere dei simboli
Year
Format
Ricorda, ricorda, il cinque novembre, polvere da sparo, tradimento e complotto.
V per Vendetta, scritta da Alan Moore e disegnata da David lloyd, è una miniserie nata sulle pagine di Warrior, rivista inglese d’avanguardia nel mondo dei fumetti degli anni Ottanta. Dopo che la rivista interruppe la pubblicazione nel 1985, la DC Comics pubblicò nuovamente i capitoli che erano già usciti, colorandoli e concludendo la storia.
V per Vendetta spicca per la sua incisiva critica della propaganda e del totalitarismo. Stravolge le convenzioni dei fumetti americani, spesso associate al Sogno Americano e alla retorica nazionalista. Inoltre, come Moore è solito a fare mediante lo smantellamento dei principi stessi del fumetto, attraverso V rielabora i principi tradizionali dei supereroi, prendendo le distanze dalla visione dualistica di buono e cattivo. Le azioni di V sono guidate da motivazioni contradditorie e personali. Ciò suscita interrogativi riguardo l’idea di libertà e giustizia.
Norsefire, una distopia totalitaria
In V per Vendetta, Norsefire rappresenta il governo di un’Inghilterra futuristica, un regime fascista che ha sradicato qualsiasi forma di dissenso. Mediante un controllo esteso, Norsefire ha eliminato tutte le minoranze etniche, sessuali e politiche, confinando in campi di concentramento tutti coloro che non si attengono ai suoi standard. La popolazione vive nel terrore. Il potere si basa su una struttura rigidamente organizzata: l’Occhio e l’Orecchio osservano i cittadini, la Bocca fa propaganda e le Dita sono la forza di polizia responsabile del mantenimento dell’ordine.
In questo contesto emerge V, un enigmatico ribelle mascherato che si oppone al sistema. Dopo essere sopravvissuto agli esperimenti nel campo di concentramento di Larkhill, V vuole rovesciare il regime di Norsefire e risvegliare la coscienza dei cittadini. Con il viso nascosto da una maschera di Guy Fawkes, V si lancia in una serie di azioni di sabotaggio e attacco contro le istituzioni del regime, come la distruzione del Parlamento e l’eliminazione di figure chiave al potere.
Durante la sua missione V salva Evey Hammond dall’unità di polizia segreta Fingerman. Le spiega la sua sfida, facendole capire la necessità di agire contro l’oppressione.
Più che eroi: una critica sociale all’Inghilterra degli anni ’80
V per Vendetta di Alan Moore analizza la libertà e la resistenza contro l’oppressione attraverso una prospettiva distopica che rievoca i temi di Orwell. Il clima politico dell’Inghilterra degli anni Ottanta, sotto il governo conservatore di Margaret Thatcher, ha influenzato la rappresentazione di una società rigidamente controllata. Questa simboleggia le tendenze oppressive che percepiva nel governo Thatcher.
L’anarchia presentata da V non è tuttavia solo una forza distruttiva, ma anzi anche creativa. Propone un nuovo costrutto sociale fondato sulla libertà, senza l’intervento di un’autorità centrale.
Nonostante la lotta contro il totalitarismo, Moore non presenta V come un eroe. È colpevole di volersi fare giustizia da solo. Questo approccio si collega al suo lavoro successivo, Watchmen. Qui porta avanti la sua critica al genere dei supereroi, ribaltandone i canoni ed evidenziando il lato più umano e problematico dei suoi protagonisti. In entrambe i fumetti Moore enfatizza i limiti ambigui tra giustizia e vendetta.
Etica e morale negli antieroi di Moore
Quanto è legittimo fare ricorso alla violenza per ottenere giustizia? La posizione morale di Moore è deliberatamente vaga. Non condanna e non approva pienamente le azioni di V, lasciando riflettere il pubblico sulle implicazioni etniche di certe scelte. Suggerisce che forse, talvolta e quando il contesto lo richiede, farsi giustizia da soli potrebbe essere l’unica soluzione.
In Watchmen Moore porta avanti questa riflessione, evitando ancor di più di schierarsi a favore di una fazione o dell’altra. Personaggi come Rorschach simboleggiano il concetto di giustizia privata. Comunque, le loro azioni spesso mostrano quanto siano pericolosi coloro che si pongono al di sopra della legge.
Le illustrazioni di David Lloyd arricchiscono la narrazione con un approccio grafico innovativo e minimalista. La sua scelta artistica è di eliminare didascalie e onomatopee. In questo modo i dialoghi e le immagini possono raccontare la storia nel modo più semplice possibile. Ciò amplifica la tensione, rendendo ogni silenzio ed espressione visiva piena di significato (mentre il volto di V rimarrà per sempre un mistero).
Curata da Steve Whitaker, la scelta dei colori adotta toni scuri e sfumature delicate. Viene così evocata un’atmosfera gotica che si adatta bene alla desolazione del regime totalitario rappresentato. Anche nella versione a colori i toni sono tenui, contribuendo a mantenere intatta la cupezza ed intensità emotiva della storia.
Il dualismo di V: un enigma morale e politico
Il personaggio di V in V per Vendetta rappresenta un enigma morale e politico. Non è né un eroe convenzionale né un semplice antagonista. La sua missione è chiara: distruggere il potere corrotto per restituire la libertà al popolo. I suoi metodi, violenti e radicali, sollevano tuttavia questioni riguardo alla legittimità delle sue azioni e del confine tra giustizia e terrorismo. I suoi atti violenti, che includono omicidi e attacchi a luoghi simbolo del potere come l’Old Bailey e il Palazzo di Westminster, lo posizionano in un’area morale grigia. V non agisce per vendetta personale, anche se concettualmente ne avrebbe il diritto, ma per un’idea: la libertà. Giustifica l’uso della forza affermando che solo mediante la distruzione del sistema è possibile creare un nuovo ordine e una nuova libertà.
La complessità del personaggio si riflette anche nel contrasto tra V e gli altri protagonisti, come l’ispettore Finch e Evey. Finch incarna la ricerca della verità all’interno del sistema. Evey, invece, è una figura che si evolve gradualmente. Da vittima del regime passa a discepola del pensiero anarchico di V. Insieme questi tre personaggi offrono al lettore diversi punti di vista di giustizia, resistenza e potere.
Se quindi il totalitarismo è intrinsecamente sbagliato, questo significa che l’anarchia è la strada da seguire?
In verità, nemmeno l’anarchia è una soluzione semplice o senza costi. L’anarchia di V richiede la totale distruzione dell’ordine stabilito e Moore non nasconde le drammatiche conseguenze e il prezzo di vite umane di una tale rivoluzione. Entrambe le visioni politiche, comunque, mostrano i rischi del controllo assoluto e l’importanza del libero arbitrio.
La democrazia potrebbe essere una terza opzione. V per Vendetta non la menziona mai esplicitamente e anzi la lascia sottintesa. Con il personaggio di V, Moore sembra suggerire che la democrazia, se non monitorata, potrebbe facilmente degenerare in un governo autoritario come quello di Norsefire.
Il potere della maschera da Pirandello a Leroux
La maschera spesso rappresenta molto più che un semplice travestimento. Permette ai personaggi di trasformarsi, esplorare la propria dualità o nascondere le proprie intenzioni. In romanzi come Il fu Mattia Pascal di Pirandello la maschera è metafora di un’identità fluida, dove il protagonista si reinventa per sfuggire alle norme sociali. Ne Il Fantasma dell’Opera di Leroux la maschera è simbolo di dolore, mistero e autoisolamento. In entrambi i romanzi la maschera è un modo per affrontare il mondo senza l’influenza delle convenzioni sociali. Analogamente, la maschera di Guy Fawkes in V per Vendetta ha assunto una rilevanza sociale che è andata al di là del fumetto. A indossarla non è un singolo individuo, ma parte di un’idea più ampia. È come se l’identità personale fosse sacrificata in nome di un principio universale.
Perché V indossa la maschera di Guy Fawkes
Guy Fawkes, il personaggio alla quale fa riferimento la maschera, fu uno dei cospiratori della congiura delle polveri del 1605. Fu un tentativo fallito di far esplodere il parlamento inglese per rovesciare il governo protestante. Nonostante il fallimento del piano, Fawkes divenne un simbolo, un’immagine che Moore e Lloyd hanno reinventato per il loro protagonista.
Nel fumetto, V diventa un simbolo di anarchia e resistenza. La sua identità è volutamente indefinita, poiché ciò che importa è il messaggio che incarna. V non è solo un uomo in cerca di vendetta, ma un’idea che trascende l’individualità. Come afferma nel suo discorso finale, “Le idee sono a prova di proiettile”. Così sottolinea come le persone muoiano ma le idee continuino a vivere e prosperare.
Il suo discorso finale è uno dei momenti più famosi di V perVendetta, nel fumetto e nel film del 2005. Nel fumetto V dice: “Le persone non dovrebbero avere paura del proprio governo. Sono i governi che dovrebbero avere paura delle persone”. Tuttavia, il discorso nel film ha un’enfasi diversa. Nonostante continui a sostenere l’idea della resistenza contro l’oppressione, enfatizza l’azione di unità e massa. Trasforma il discorso in una diretta chiamata alle armi: “Se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio.”
Questa differenza tra le due versioni sottolinea un aspetto fondamentale: più che un semplice personaggio, V è un simbolo che assume diverse sfumature a seconda del contesto. Il fumetto si focalizza sulla filosofia della libertà, mentre il film rappresenta una visione della ribellione più diretta e concreta. Entrambe le versioni condividono la stessa idea di base. La lotta per la libertà non richiede solo il coraggio di agire. Richiede anche l’abilità di pensare e riflettere su cosa davvero significhi vivere in una società giusta.
Tradimenti: la maschera da Anonymous a Occupy
All’inizio della storia Evey è una figura fragile e indifesa. Sotto la guida di V, però, subisce un cambiamento che riflette il potenziale trasformativo di chiunque sia in grado di vedere oltre la propaganda.
Evey rappresenta quindi l’intera popolazione mondiale. Attraverso le sue esperienze di prigionia e liberazione, Moore ci mostra che tutti possono rinascere. Questo concetto si collega al modo in cui la maschera di V abbia trovato vita autonoma nella realtà. È stata utilizzata da movimenti quali Anonymous, Occupy Wall Street o Indignados in Spagna e durante proteste globali. Tuttavia, significato originale della maschera è stato svuotato nel tempo. È diventata più un simbolo universale di dissenso, spesso senza una connessione diretta con i temi anarchici e filosofici che Moore aveva delineato.
La scena in cui Evey scopre che era stata imprigionata da V è ancora una volta riflesso di come, dal fumetto al film e poi alla realtà, il significato originale di V per Vendetta sia stato sfortunatamente perso.
Nel fumetto, Alan Moore enfatizza che qualcuno non può essere veramente libero fino a quando non è schiavo della paura. V usa la prigionia per costringere Evey a confrontarsi con le sue paure più profonde e accettare l’idea che la libertà assoluta può esistere solamente se è disposta a rinunciare alla sua vita. Infatti, dopo aver creduto di essere in un vero campo di prigionia, Avey arriva alla conclusione che preferirebbe morire piuttosto che sottostare al regime.
Nel film l’attenzione si sposta. Le azioni di V non sono una dimostrazione filosofica, ma un modo per svegliare Evey e per spingerla alla rivoluzione.
Dall’anarchia alla cultura pop
Oggi Alan Moore ha una relazione critica con V per Vendetta. Era stato scritto per esplorare temi filosofici, ma è diventato un simbolo generico e pop di ribellione, spesso impiegato in contesti lontani dall’originale visione dell’autore. Per Moore questa è un’ulteriore prova della tendenza della società moderna di svuotare messaggi pieni di significato per adattarli a quelli superficiali e commerciali.
È passato un decennio da quando ho rinnegato V per Vendetta. Riguardo la maschera e la diffusione misteriosa come icona di protesta da Tottenham Court Road a Pechino. Sebbene sia sempre stato felice che un mio lavoro possa favorire movimenti di protesta globale, non dò supporto indiscriminato a chiunque indossi un pezzo di merchandise della Warner Bros.
Alan Moore a Il Corriere della Sera
Nonostante tutto, V per Vendetta continua a presentarsi come un lavoro estremamente attuale. Una sfida al lettore a riconsiderare i limiti del potere e di cosa significhi essere davvero liberi.
Tag
Buy a ☕ for Hypercritic