The Bear di Christopher Storer | La cucina come campo di battaglia
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The Bear di Christopher Storer | La cucina come campo di battaglia

The Bear di Christopher Storer | La cucina come campo di battaglia

Postato il 25 Novembre, 2024
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Year

Country

USA

Seasons

2

Runtime

20' - 66'

Original language

Genre

Nel cuore della scena culinaria di Chicago esiste un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove l’olio sfrigola e l’aria si fa claustrofobica. Un ristorante. A dire il vero, una cucina non è fatta solo di cibo e fornelli, ma di persone. The Bear è molto più di un semplice ristorante: è un posto dove la cucina riflette la lotta interiore dell’animo umano.

The Bear è una serie TV da tre stagioni nata nel 2022, ideata da Christopher Storer, prodotta da FX Production e distribuita da Hulu. Attraverso la vita dei personaggi, lo spettatore è invitato ad esplorare le problematiche tipiche di chi ha fatto del cibo il proprio lavoro, e la cui vita è condita da stress, dolore e crescita personale.

In The Bear, la frenetica cucina del ristorante di Chicago diventa l’opportunità per il ritorno di Carmy (Jeremy Allen White, già noto per il suo ruolo in Shameless), un noto chef che si ritrova a gestire l’attività di famiglia dopo il suicidio del fratello. Tra il tintinnio delle padelle e gli scheletri del passato, ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza, familiare e personale.

Mentre Carmy prova a recuperare il ristorante e affrontare le sfide quotidiane, il suo destino si intreccia con quello dei suoi colleghi, il suo vecchio amico Richie (Ebon Moss-Bachrach) e la nuova assunta Sydney (Ayo Edebiri), che porta con sé nuove prospettive e un’ambizione contagiosa. Ma dietro ogni piatto c’è una storia, e Carmy sa che la strada per il riscatto è appena cominciata.

A ogni stagione le proprie sfide

Al di là dei fornelli accesi e delle urla in cucina, The Bear offre un’indagine approfondita sui temi universali dell’amore, del lutto e della crescita personale. Nella prima stagione, Carmy combatte contro il peso del suo passato e il senso di responsabilità per il ristorante di famiglia, The Original Beef. Questa sofferenza gli dà l’impressione di impantanarsi nel fango, un senso di immobilità che lo trascina in basso mentre cerca di sovvertire il fallimento imminente.

Nella seconda stagione, la serie prende una nuova piega. Con Carmy e il suo team che si apprestano a trasformare il ristorante nel raffinato The Bear, emergono nuove tensioni e dinamiche, e la narrazione inizia ad esplorare altri personaggi. Carmy è il genio incompreso che porta sulle spalle il peso della vita e del talento, ma non è condannato all’egocentrismo.

La serie approfondisce le sfide degli altri personaggi, legate all’ambizione, all’identità familiare, e al costo di un’ossessione. Tutti, soprattutto nella seconda stagione, hanno un percorso privato e personale, anche al di fuori della cucina e della stessa Chicago. Come Marcus, pasticcere del ristorante, che parte alla scoperta culinaria di Copenhagen.

La speranza e i legami personali sono altrettanto importanti. I personaggi in The Bear trovano conforto e forza nel legame che li unisce: siano essi di amicizia, amorosi o familiari, i rapporti interpersonali sono il cuore pulsante della serie.

Immagine per gentile concessione di FX

Trovare un senso in un mondo crudele

In certi casi, penso che [lavorare nella ristorazione] sia come essere un atleta o un attore, devi pensare che questa sia l’unica cosa che puoi fare nella vita per spingerti oltre. Perché c’è dietro tanto sacrificio. Quindi ora ho sicuramente un rispetto assurdo [verso questi lavoratori].

Jeremy Allen White a UPROXX

La specialità della casa in The Bear è la capacità di immergere gli spettatori nel mondo frenetico e caotico della ristorazione. Il suo realismo e la sua autenticità raccontano la storia partendo dall’atmosfera di delirio e caos, sino alla solidarietà cameratesca tra colleghi. I dialoghi taglienti e l’umorismo pungente danno un tocco di leggerezza, compensando lo stress che emerge durante ogni turno lavorativo.

Frequenti sono primi piani e tagli, e la colonna sonora, in sottofondo a urla e liti, è incalzante. Gli spettatori vivono su di sé il senso di claustrofobia e il ritmo martellante tipici dei ristoranti. Un po’ come le serie sul mondo della medicina, come Scrubs o Grey’s Anatomy, descrivono l’ambiente degli ospedali, The Bear si immerge per indagare l’universo che si nasconde dietro un piatto stellato, spesso è tutt’altro che glamour.

Immagine per gentile concessione di FX

I migliori episodi di The Bear

Storer compie scelte diametralmente opposte per trasmettere la frenesia della serie: l’episodio 1×07, La Recensione, è girato in un’unica ripresa, come una coreografia perfetta nella soffocante cucina a ritmo del timer.

La stessa tecnica torna in Pesci, sesto episodio della seconda stagione, flashback a un pranzo di Natale in cui si rivela la vera origine dei traumi di Carmy e i suoi fratelli. Anche questa puntata è un (finto) piano sequenza intriso di primi piani che indagano la psiche e la vulnerabilità dei personaggi. Quest’ora di televisione è impreziosita dai cameo di Jamie Lee Curtis e Bob Odenkirk, che hanno già reso l’episodio un classico anti natalizio.

Il viaggio non è ancora giunto al termine

Come Ted Lasso ma con molto più drama, The Bear esplora la sfida di essere più comprensivi con se stessi e con gli altri. Nella vita si può vincere senza fare del male ed essere brillanti senza diventare insopportabili.

Ma la strada verso il successo non è priva di sfide. La stagione si chiude con Carmy che cade nel mito per cui bisogna per forza soffrire per raggiungere il successo. Nonostante le difficoltà, The Bear racconta di come nella vita sia concesso fallire, perché l’apprendimento non è una magia; è insistenza, attenzione, perseveranza, come nel mondo della cucina.

Immagine per gentile concessione di FX

Il valore di The Bear è stato riconosciuto da numerosi premi, tra cui vari Primetime Emmy Award e Golden Globe, che hanno incoronato Jeremy Allen White come uno degli attori più rilevanti del momento: persino il suo successivo spot per Calvin Klein è stato al centro della discussione per settimane.

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