I segreti di Brokeback Mountain | Un amore che non si osa raccontare
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Le terre selvagge del Vecchio West sono un luogo per uomini “veri”. In questi territori la sopravvivenza richiede forza, indipendenza e persino crudeltà e violenza. Tuttavia, per i due giovani cowboy Ennis (Heath Ledger) e Jack (Jake Gyllenhaal) il West ostile, rappresentato dai pascoli della immaginaria Brokeback Mountain nel Wyoming, si traduce in libertà di amare.
Diretto dal regista taiwanese Ang Lee, fin dalla sua uscita nelle sale nel 2005, I segreti di Brokeback Mountain ha scavato un nuovo terreno fertile nel genere western, raccontando i complessi intrecci di una storia d’amore tra due uomini nel West americano degli anni Sessanta. Il film è un adattamento dell’omonimo racconto della scrittrice americana Annie Proulx, pubblicato originariamente sul The New Yorker nell’ottobre 1997 e vincitore del National Magazine Award for Fiction nel 1998. Le parole della Proulx proiettano uno sguardo femminile su un mondo tradizionalmente e culturalmente maschile. La scrittrice americana Diana Ossana ha contribuito a preservare ed arricchire questo sguardo, co-scrivendo la sceneggiatura del film con l’autore premio Pulitzer Larry McMurtry.
Il risultato è un dramma poetico, un racconto sensuale di un amore rurale con una raffinatezza di sguardi diversi che indagano non solo l’amore omosessuale, ma anche il West americano e il genere western. La storia di Proulx e la regia di Lee sovvertono gli archetipi, gli stereotipi e l’estetica legati al convenzionale immaginario collettivo associato al genere e alla figura macho del cowboy. I segreti di Brokeback Mountain e il successo immediato con cui è stato accolto da pubblico e critica testimoniano il suo ruolo di primo piano nel ridefinire gli standard del genere neo-western, aprendo la strada al filone dei cosiddetti Queer Western. Non solo. Si tratta di uno dei primi film del circuito mainstream a mostrare in modo trasparente una relazione tra persone dello stesso sesso. Ciò lo ha trasformato in breve tempo in una pietra miliare del cinema LGBTQ+.
Un luogo sicuro per un sentimento rischioso
Estate del 1963, nel Wyoming. Jack Twist (Jake Gyllenhaal) ed Ennis Del Mar (Heath Ledger) sono due giovani in cerca di lavoro. Il capomastro Joe Aguirre (Randy Quaid) li assume come pastori per gestire le sue pecore a Brokeback Mountain. I due non potrebbero essere più diversi. Jack è estroverso, solare e amichevole. Al contrario, Ennis è taciturno, solitario e introverso. Isolati dalla società, i due imparano a conoscersi intimamente e finiscono per abbandonarsi all’attrazione reciproca, lasciando esplodere la passione. Gli sconfinati paesaggi di Brokeback Mountain diventano così il loro rifugio, dove possono vivere apertamente la loro sessualità e il loro amore segreto.
Quando l’estate finisce, i due tornano a casa alle loro rispettive vite. Ennis sposa Alma Beers (Michelle Williams) e ha due bambine. Mentre Jack si trasferisce in Texas, dove incontra la futura moglie Lureen Newsome (Anne Hathaway). Tuttavia, per quanto si sforzino di condurre una vita comune e ordinaria, non possono fingere che non sia successo nulla. Così, quando finalmente si rincontrano dopo anni, il fuoco che li lega si riaccende. Jack ed Ennis si rendono conto che non hanno mai spezzato il loro legame e non hanno mai dimenticato Brokeback Mountain.
I segreti di Brokeback Mountain è stato presentato in anteprima alla 62ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d’Oro. Sarà il primo di numerosi riconoscimenti.
Un Far West che scalda il cuore
Il western è certamente uno dei generi più radicati nella società e nella storia americane. Il fascino della conquista di quelle sconfinate terre desolate, la dicotomia tra civiltà e natura selvaggia, tra interiorità e ignoto. Scenari e immagini, reali o meno, che hanno un legame intrinseco con un certo ideale occidentale (e del western) di mascolinità. Uomini dai lineamenti duri, bruciati dal sole e dallo sguardo glaciale, come quelli ritratti da John Wayne e Clint Eastwood. Uomini distaccati, con una morale ferrea e un rigido senso dell’onore, che collegano western classici come Rio Bravo (1959) e revisionisti come Balla coi lupi (1990), ma anche neo-western e generi ibridi, come la serie televisiva Westworld.
I cowboy appaiono come personaggi remoti e poco sentimentali. L’amore stesso ha poco spazio in questo mondo (e in questo genere): il destinatario dell’amore diventa una parte marginale del mondo civilizzato. Il cuore della narrazione dell’amore rimane legato a una dimensione totalmente maschile, influenzata dal culto del machismo, che mostra e considera i sentimenti come adatti solo alle donne. Inoltre, il genere è impregnato di una omofobia repressa e radicata. Ne I segreti di Brokeback Mountain, dopo il loro primo rapporto sessuale – anch’esso rappresentato in chiave selvaggia e quasi animalesca – Ennis mette in chiaro a Jack: “Io non sono così.” Ciononostante, il film traccia lentamente un proprio sentiero, discostandosi dalla tendenza passata.
Ang Lee crea un lessico completamente nuovo per il genere, manipolando i tropi del western fino alla completa sovversione, ma senza tradirli del tutto. Ad esempio, anche ne I segreti di Brokeback Mountain l’ambientazione mostra il contrasto tra natura selvaggia e civiltà. Se il filone classico vede i cowboy trovare il senso della vita in terre aspre e soprattutto nel viaggio solitario, il Wyoming de I segreti di Brokeback Mountain invece si mostra come un Far West capace di abbracciare e promettere libertà e rifugio. Sono proprio i pascoli di Brokeback Mountain a far sbocciare l’amore tra Jack ed Ennis e a permettere loro di vivere i propri sentimenti e di comprendere il senso della loro esistenza.
Cowboy mai visti prima
In questa stessa ottica, nei western classici, la natura selvaggia si identifica in un mondo maschile, in contrapposizione alla realtà domestica, dove le donne si occupano del focolare. Ne I segreti di Brokeback Mountain, però, anche i personaggi femminili si evolvono e si arricchiscono di sfaccettature. Alma e Laureen si dimostrano più che mogli e madri legate alla casa e alla famiglia. Sono personaggi femminili complessi, con sentimenti autentici e altrettanto intricati, che non aspettano che un uomo le salvi. Sono donne che hanno in mano le redini del proprio destino.
In maniera simmetrica, in analogia con i cowboy tradizionali, Jack ed Ennis si sentono a casa solo quando sono lontani dalla società. Come già accennato, è la selvaggia Brokeback Mountain la loro vera casa. Anche il lavoro svolto sul loro aspetto esteriore e sulla loro personalità è degno di nota. I loro lineamenti li distinguono nitidamente dai loro antenati. Giovani, con occhi luminosi e visi gentili non ancora segnati dalle rughe e dal sole, appaiono passionali e fragili. La loro mascolinità viene messa sottilmente in discussione più volte nel corso del film. Ma questo accade solo quando sono lontani. Mentre quando sono l’uno nelle braccia dell’altro, al riparo, si dimostrano determinati, “uomini veri”, e abbandonano il conflitto interiore con la loro mascolinità per qualche istante d’amore.
Perché, più che sulla solitudine o su conflitti interiori ed esteriori, I segreti di Brokeback Mountain è in fondo un film sull’amore. La storia narrata dall’alba dei tempi. Quella di due esseri umani, lungi dall’essere perfetti, alla ricerca del proprio posto in un mondo ostile. Due solitudini che si incontrano e sembrano incastrarsi perfettamente, almeno per un po’. Ma è solo una breve illusione prima di scontrarsi con la realtà. Dove il loro amore proibito può esistere solo se nascosto, solo per alcuni veloci attimi in cui possono sfuggire al loro dolore.
Una solitudine morbida e avvolgente
Il musicista e compositore argentino Gustavo Santaolalla ha curato la colonna sonora de I segreti di Brokeback Mountain. Il lavoro svolto gli è valso un Oscar per la miglior colonna sonora originale e un Golden Globe per la miglior canzone originale con il brano A Love That Will Never Grow Old (testo di Bernie Taupin, interpretato da Emmylou Harris).
[Ang Lee] mi ha concesso qualcosa su cui stavo già sperimentando […] ovvero l’uso dello spazio e del silenzio. E questo era un film perfetto per farlo perché, sapete, questi ragazzi non parlano molto. E io amo molto l’uso dello spazio e del silenzio, sai, nella musica in generale, così come amo l’uso discreto della musica nei film.
Gustavo Santaolalla a TIFF Bell Lightbox 2014
Il lavoro di Santaolalla sulle musiche ha contribuito a distanziare questo film da altri western classici. La musica strumentale, di solito tradizionalmente suonata da chitarra e flauto di Pan, e i ritmi ricchi di suspense lasciano spazio a pezzi orchestrali, e anche il canto è presente. Santaolalla ha suonato il proprio ronroco (uno strumento a corde folk delle Ande boliviane) e ha sfruttato anche brani di Bob Dylan e Roger Miller. Il risultato finale è una colonna sonora che ricorda più un dramma romantico e contribuisce a creare un’atmosfera morbida e nostalgica che avvolge l’intera narrazione.
Bocche serrate e gesti tesi
La musica di Santaolalla non è la sola a dare estrema importanza ai silenzi. Anche i gesti dei personaggi lo fanno. Un senso di vuoto riecheggia nella mancanza di parole tra Jack ed Ennis, lasciando spazio ai gesti. Ogni singolo atto fisico e dettaglio si carica di significato e desiderio di comunicare. Comunque, ogni gesto è tutt’altro che teatrale, ma si rivela autentico, semplice e profondamente umano. L’interpretazione fisica che Ledger dà di Ennis, in particolare, trasmette i contrasti interiori del suo personaggio. I suoi movimenti tesi, la postura contratta e la bocca che pare strozzare le parole: tutto esprime la paura e l’incapacità di Ennis di accettare un sentimento e una sensibilità proibiti.
Volevo che fosse serrato. Un pugno chiuso. Volevo che la sua bocca fosse contratta. Qualsiasi forma di espressione doveva essere dolorosa.
Heath Ledger sul suo personaggio Ennis Del Mar a Pop Entertainment
Ogni scelta registica enfatizza il vuoto, lo sforzo e il conflitto, mostrando sentimenti eroici e proibiti. Il mondo omofobo in cui vivono Jack ed Ennis ha segnato e influenzato così profondamente la loro mentalità al punto da impedire loro di accettare la propria natura. Ne I segreti di Brokeback Mountain, “amore” sembra farsi una parola taboo che nessuno osa pronunciare. Pertanto, solo i gesti possono mostrarlo.
Spazi aperti e distanze elevate
I protagonisti dei western affrontano deserti inospitali, luoghi sconosciuti e pieni di pericoli. I paesaggi sono generalmente ripresi da lontano, affinché lo sguardo del pubblico possa avventurarsi all’orizzonte. I personaggi sono inquadrati da una certa distanza, nel pieno dell’azione o in pose eroiche e stoiche che ne sottolineano la solidità e la forza fisica. In questo caso, la lontananza tra i cowboy significa solo una cosa: sfida e opposizione.
Un’ambientazione piuttosto diversa dai verdi pascoli paradisiaci del Wyoming, incontaminati sebbene già esplorati. Il direttore della fotografica messicano Rodrigo Prieto ha fatto pieno uso di obiettivi lunghi, permettendo a chi guarda di esplorare solo un’area ristretta e concentrando l’attenzione sui personaggi e la distanza che li separa. Una distanza che non è sfida, ma impossibilità di esprimere pienamente il loro amore. Prieto e Lee hanno voluto una fotografia più semplice possibile per rispecchiare la natura dei cowboy. Inoltre, come Prieto ha rivelato in un’intervista ad ARRI, hanno optato per un aspect ratio in 1.85 che incontrasse la verticalità della montagna e permettesse di concentrarsi maggiormente sui corpi.
Jack ed Ennis spesso si atteggiano e si comportano come cowboy stereotipati, ma i loro corpi sembrano ostentare qualcosa che non gli appartiene. Ciò che definisce veramente loro e la loro relazione è la distanza. Non solo la distanza tra loro e la società, perché sanno che saranno sempre ostracizzati. Ma anche una vera e propria distanza fisica ed emotiva che li porta a sentirsi sempre un po’ fuori tempo. L’uso di obiettivi lunghi rende impossibile capire se i due siano vicini o meno, enfatizzando la lontananza emotiva che sono costretti a mantenere. Ogni dettaglio si inserisce in una direzione precisa che aspira alla narrazione di una promessa di amore proibito e inespresso.
Una scelta simile in termini di distanza si può trovare nel film di Jane Campion, Il Potere del Cane. Il film presenta alcune somiglianze con I segreti di Brokeback Mountain: primo fra tutti, personaggi di poche parole e il conseguente lavoro approfondito sulla gestualità, ma anche il modo di sottolineare omoerotismo e omosessualità.
“Brokeback Mountain! Tutto nasce e finisce qui!”
Sono serviti molti tentativi prima che Ledger e Gyllenhaal potessero dare vita a Ennis e Jack sotto la regia di Lee. Gus Van Sant e Pedro Almòdovar declinarono l’offerta di dirigere il film, così come Matt Damon e Joaquin Phoenix rifiutarono di interpretare i protagonisti. Alla 78ª edizione degli Academy Awards, su otto nominations (fra cui quella per miglior film), I segreti di Brokeback Mountain vinse tre premi Oscar: miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora originale. I membri dell’Academy furono accusati di omofobia per non averlo scelto come miglior film; persino Annie Proulx commentò l’accaduto. The Hollywood Reporter riferì che in seguito si pentirono della decisione. Tra gli altri riconoscimenti, vanno annoverati quattro Golden Globe e quattro BAFTA.
Nel 2016 la BBC ha inserito I segreti di Brokeback Mountain al 40° posto tra i 100 migliori film del 21° secolo. Il film ha incassato quasi 180 millioni di dollari nonostante alcuni casi di censura affrontati all’estero e persino in Italia.
In definitiva, I segreti di Brokeback Mountain è oggi ampiamente riconosciuto come una pietra miliare del cinema LGBTQ+ che ha permesso a molti personaggi omosessuali realistici di emergere sullo schermo. Jack ed Ennis hanno dimostrato di poter raggiungere il cuore di un pubblico estremamente variegato, proprio perché non sono personaggi stereotipati, comici o sciocchi. Né sono usati come mero veicolo per raccontare problematiche legate all’omosessualità o legati a una denuncia sociale. I segreti di Brokeback Mountain è riuscito a dare vita a personaggi omosessuali più autentici, complessi e sfaccettati. Soprattutto, è stato in grado di imporsi come punto di non ritorno nel panorama delle narrazioni cinematografiche LGBTQ+ per la sua capacità di trasmettere un sentimento universale attraverso una storia molto di nicchia. Chiunque può identificarsi in Jack ed Ennis: una testimonianza del potere di una buona storia.
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