Cardcaptor Sakura | Il destino è scritto nelle carte
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Al momento del debutto della serie nel 1996 sulla rivista Nakayoshi, le Clamp si erano già cimentate nel genere shojo. Tale era stato il caso per i precedenti manga degli anni ’90 Clamp School Detectives e Magic Knight Reyhart. Tuttavia, è con Cardcaptor Sakura che le autrici abbracciarono del tutto il genere. Grazie alla sua storia romantica e ai suoi disegni, sarebbe presto diventata una delle opere più importanti delle Clamp – nonché un archetipo del genere.
Tra tarocchi e stregoneria
Sakura Kinamoto è una bambina di 10 anni che si imbatte in un libro misterioso. Aprendolo Sakura rompe un sigillo magico, che finisce per spargere per la città le carte contenute all’interno. Cerberus, guardiano delle Clow Cards, rivelerà che ciò è stato causato dal potere magico di Sakura. Ora è suo dovere recuperarle prima che sia troppo tardi. Con l’aiuto dell’amica Tomio e del rivale Syaoran Li, intraprende una ricerca per collezionare le carte e il potere che contengono.
La trama di Cardcaptor Sakura non è di per sé innovativa, in quanto segue un formato classico e ripetitivo. Un evento soprannaturale causato da una carta spinge Sakura a trovare un modo per catturarla. Ma questo perché l’elemento innovativo si trova in altri aspetti.
L’era post-Sailor Moon
L’era del maho shojo degli anni ’90 ha assistito ad un boom significativo a causa dell’impatto culturale di Sailor Moon, di cui ha beneficiato anche Cardcaptor Sakura. Tuttavia, nonostante le loro somiglianze, è ben lontano dall’essere una semplice copia. Infatti, molti elementi ricorrenti sono punti fermi del genere. È il caso delle mascotte animali, degli oggetti magici e delle trasformazioni.
Un ottimo esempio che fa risaltare questo manga è il suo duo magico. Non solo presenta un co-protagonista maschile, Syaroan Li, ma anche una singola ragazza magica come unica protagonista. Un esempio insolito nel maho shojo moderno. In quanto serie come Tokyo Mew Mew e W.I.T.C.H. tendono a favorire una squadra di più ragazze per focalizzarsi sull’amicizia. E questo perché la scelta alla base del ruolo di Sakura come unica protagonista è un riferimento agli albori del genere: ovvero agli anni ’60, quando ciò era la norma. Questo è il caso di altri titoli iconici di Nakayoshi, come Princess Knight.
Un approccio approfondito alla magia
In Cardcaptor Sakura la magia ha una connotazione occulta che fa riferimento al topos delle streghe. Si nota sia nella somiglianza delle carte con i tarocchi sia nella bacchetta di Sakura, che funge anche da scopa volante. Ma c’è anche un’influenza della Magia Taoista, di cui Syaoran è la personificazione. Il suo uso di talismani ofuda per fare magie elementali è un chiaro esempio di tale ispirazione.
Inoltre, nella maggior parte delle storie il tema della magia ruota attorno a un singolo oggetto magico. Questo vale anche per i videogiochi, come il pennello d’argento in The Unfinished Swan o il tessuto incantato in Journey. Ma con Cardcaptor Sakura il potere si basa su più oggetti – le Clow Cards – e varia notevolmente tra di essi. Infatti, ognuno ha una personalità e una funzione uniche, che Sakura padroneggia e può utilizzare a seconda della situazione. Una dinamica che ha portato una nuova varietà al genere.
Cardcaptor Sakura è una storia di legami
L’universo di questo manga evoca una senzazione delicata e quasi idilliaca. Trasmessa dallo stile artistico delle Clamp, fatto di linee curve e toni pastello che esemplificano la bellezza del mondo narrativo. Una scelta fatta in accordo con l’attenzione che la storia da’ alla vita quotidiana dei suoi personaggi. Si prende il tempo di esplorare la relazione di Sakura con la sua famiglia, così come la sua crescente amicizia con Tomio e Syaoran. E lo fa anche al di fuori degli eventi legati alla magia, nei momenti in cui la narrazione confina con il genere slice-of-life. Un tipo di approccio che si ritrova anche nel manga comico Yotsuba &!.
Ma una trama più delicata non esclude temi seri come la morte e la perdita. Al contrario: vengono introdotti da subito con la madre di Sakura, morta poco dopo il parto. La sua assenza è discussa e traspare nella protettività del fratello maggiore Toya. Inoltre, se Sakura dovesse fallire la sua missione, il prezzo da pagare sarebbe a discapito dei suoi legami. Questa attenzione alla sfera emotiva definisce il nucleo di Cardcaptor Sakura come una storia di sentimenti, piuttosto che di magia.
La narrativa romantica in Cardcaptor Sakura
La rappresentazione queer è qualcosa su cui le Clamp si sono ripetutamente concentrate, con molti esempi presenti anche solo in questa serie. Dalla storia d’amore di Toya con il compagno di classe Yukito, al fatto che sia Sakura che Syaoran sviluppino una cotta per quest’ultimo, o l’amore non corrisposto di Tomio per la protagonista. Nessuno di essi viene mai sminuito o ridotto a scopo comico. Anche il fatto che Sakura si innamori di Syaoran alla fine della serie è una scelta dettata dalla chimica tra i personaggi e indipendentemente dal loro genere. Il risultato è una rappresentazione positiva e progressista per l’epoca.
Tuttavia, la visione dell’amore delle Clamp come qualcosa che trascende tutto rivela anche una connotazione controversa. È il caso di una compagna di classe di Sakura, Rika, che si innamora del loro insegnante. Sebbene la relazione rimanga platonica, l’uomo ricambia i suoi sentimenti. Una rappresentazione particolarmente problematica in un media per giovani ragazze, censurata anche nell’anime giapponese.
In conclusione, l’influenza di Cardcaptor Sakura ha lasciato un segno indelebile non solo nel genere delle ragazze magiche, ma è diventato un punto di svolta per tutta la categoria shojo. Una storia che si è guadagnata un posto nel cuore dei fan, vincendo il Seiun Award per il miglior manga nel 2001. E nel 2023, l’evento Sakura Fest ha annunciato un sequel per la seconda serie animata Cardcaptor Sakura: Clear Card.
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