Il cavaliere oscuro | Un'allegoria dell'11 settembre e della guerra al terrorismo
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Il cavaliere oscuro – secondo capitolo della trilogia del cavaliere oscuro di Christopher Nolan sul personaggio di Batman della DC Comics – non è solo una storia di supereroi che vede il bene contrapporsi al male, ma è anche una potente allegoria dell’11 settembre e della guerra al terrorismo. Gli attentati terroristici dell’11 settembre hanno segnato uno dei traumi collettivi più significativi del XXI secolo. Questa tragedia ha avuto un impatto profondo sulla coscienza collettiva. Ha influenzato anche il cinema, dando vita a modi diversi per la società occidentale contemporanea di raccontarsi e rappresentare se stessa all’interno delle narrazioni visive. Il cavaliere oscuro ne è un esempio lampante.
Il film è stato il maggiore incasso del 2008. Si è classificato al quindicesimo posto nella classifica dei 500 film più belli di tutti i tempi stilata da Empire nel 2008 e al novantottesimo posto nella classifica dei 100 migliori film del XXI secolo redatta dal The Guardian. Infine, ha vinto più di cento riconoscimenti.
- “Benvenuti in un mondo senza regole”
- Il cavaliere oscuro contro il Joker: una parabola post-11 settembre
- Dal 1939 a oggi: l’evoluzione di un eroe oscuro
“Benvenuti in un mondo senza regole”
Il film si svolge un anno dopo gli eventi di Batman Begins (2005). Bruce Wayne / Batman (Christian Bale) collabora con il tenente James Gordon (Gary Oldman) e il procuratore distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart) per liberare Gotham City dal crimine. Questa salda alleanza deve affrontare un nuovo misterioso nemico: un pericoloso psicopatico vestito da clown, noto come “Joker” (Heath Ledger). Le azioni criminali del Joker gettano rapidamente Gotham nel caos e nell’anarchia. Come recita la tagline del film, in “un mondo senza regole”. Batman, costretto a intervenire, dovrà affrontare la sua prova più difficile: mettere in discussione il suo status di eroe.
Il cavaliere oscuro contro il Joker: una parabola post-11 settembre
La locandina del film mostra un primo forte riferimento all’immaginario post-11 settembre: un grattacielo in fiamme. Ma è specialmente il personaggio del Joker a creare un’allegoria del terrorismo. L’interpretazione di Heath Ledger nel ruolo del Joker ha ricevuto il plauso della critica. Inoltre, Ledger, morto accidentalmente prima dell’uscita del film, ha vinto un Oscar postumo come miglior attore non protagonista (Joaquin Phoenix lo seguirà nel 2019 con un Oscar al miglior attore protagonista per aver interpretato lo stesso personaggio in Joker di Todd Philips).
Il personaggio di Joker ha una tendenza autodistruttiva. Ha un bruciante desiderio di sconvolgere l’ordine su cui si basano la psiche umana e la società moderna. Si presenta ai cittadini di Gotham – e allo spettatore – attraverso video girati in prima persona, sgranati e di bassa qualità. Infine, utilizza spesso esplosivi per diffondere il caos e attaccare Gotham. Questi elementi richiamano alla mente la condotta terroristica: i filmati dei terroristi e degli ostaggi prigionieri dopo l’11 settembre e le tipiche armi che sono soliti usare. Inoltre, il volto truccato di Joker riecheggia l’anonimato dei terroristi.
A questo proposito, in merito al personaggio di Batman, lo scrittore Andrew Klavan fornisce una singolare interpretazione che ha suscitato anche qualche controversia. Infatti, Klavan paragona le azioni che Batman compie nel corso del film a quelle della presidenza di George W. Bush durante la guerra al terrorismo.
Dal 1939 a oggi: l’evoluzione di un eroe oscuro
L’artista Bob Kane e lo scrittore Bill Finger crearono Batman all’inizio del 1939. Il personaggio della DC Comics debuttò nel numero 27 del fumetto americano Detective Comics. Da allora, il supereroe di Gotham City è diventato uno dei personaggi più amati e celebrati della cultura pop. Il personaggio di Batman è apparso in vari film come Batman di Tim Burton (1989) e il sequel Batman – Il ritorno (1992). Inoltre, il supereroe è tornato sul grande schermo con The Batman (2022), diretto da Matt Reeves.
La trilogia del cavaliere oscuro di Nolan fa parte di un processo a lungo termine che ha gradualmente decostruito e ricomposto l’archetipo dell’eroe in modi più complessi e multiformi. Come ha affermato il critico cinematografico Roger Ebert:
Nolan ha liberato il personaggio per renderlo una tela per una più ampia gamma di emozioni umane.
Roger Ebert, “No joke, Batman“
Questo processo è simile a quello di altre narrazioni di supereroi come Logan, Watchmen e Daredevil, per citarne alcune. Queste storie mostrano un eroe molto più umanizzato: un eroe definito da una forte ambiguità e da un conflitto interiore con il proprio lato oscuro sempre pronto a emergere.
In definitiva, con Il cavaliere oscuro, l’evoluzione di questo eroe ha assunto un nuovo significato: riflette i traumi globali che hanno attraversato la nostra società e funge da allegoria per il nostro mondo post 11 settembre.
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