Giurato numero 2 di Clint Eastwood | Quando l'etica si scontra con la vita
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Giurato numero 2 di Clint Eastwood | Quando l'etica si scontra con la vita

Giurato numero 2 di Clint Eastwood | Quando l'etica si scontra con la vita

Postato il 16 Febbraio, 2025

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Runtime

114'

Director

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Cinematographer

Production Designer

Music by

Country

USA

Genre

In una notte tempestosa Justin Kemp (Nicholas Hoult), non ancora Giurato numero 2, colpisce un cervo con la macchina mentre torna a casa. Non riuscendo a trovare l’animale, decide di proseguire, pensando di non averlo ferito gravemente. La notte è difficile. Ma Kemp non può immaginare quanto più ardua stia per diventare. Se solo fosse stato più attento…

Diretto e co-prodotto da Clint Eastwood, Giurato numero 2 è il 40esimo e ultimo film del regista. Un’elegante legal drama nasconde una narrazione che è anche un thriller, con un tocco di Western, che richiama le origini creative del regista. Tuttavia, Eastwood utilizza quest’opera per riflettere sui limiti delle istituzioni pubbliche e politiche, proponendo una profonda critica socio-politica. Inoltre, la trama sottolinea il peso e la difficoltà delle scelte etiche quando la giustizia si scontra con la verità e la salvezza.

Nell’ottobre del2024, Giurato numero 2 è stato presentato all’AFI FEST. La Warner Bros aveva inizialmente previsto una distribuzione in diretta streaming. Tuttavia, alla fine ha optato per una distribuzione limitata e il film è stato proiettato in meno di cinquanta sale cinematografiche negli Stati Uniti. Al contrario ha ricevuto un’ampia distribuzione nel Regno Unito e in tutta Europa. La critica, in generale, ha espresso giudizi positivi, apprezzando in particolare l’abilità di Eastwood nel veicolare ideali politici e nel mostrare una grande autoriflessione.

La difficile strada verso la redenzione

Justin (Hoult) è un giovane giornalista che sta per diventare padre per la prima volta. È sposato con Ally (Zoey Deutch), molto preoccupata per la gravidanza dopo aver perso il primo figlio. Justin è un ex alcolista in via di recupero, che cerca di fare del suo meglio. È infinitamente grato che Ally gli stia dando una seconda possibilità. Quando lo Stato della Georgia lo convoca per il servizio di giuria, Justin chiede di essere esonerato per poter stare vicino a sua moglie. Tuttavia, il giudice nega la sua richiesta e diventa così Giurato numero 2 nel processo contro James Sythe (Gabriel Basso), accusato dell’omicidio della fidanzata Kendall Carter (Francesca Eastwood).

Faith Killebrew (Toni Colette) considera il caso di Carter semplice e lo accetta perché la potrebbe aiutare a candidarsi come procuratrice distrettuale. Tuttavia, non appena inizia il processo, Justin si rende conto che il sospettato è innocente. Anche un altro giurato, Harold (J.K. Simmons), un ex detective, è convinto che Sythe sia vittima di pregiudizi. Ma a guidare Justin non è un sesto senso. L’uomo alla sbarra non ha ucciso la sua fidanzata. E non era un cervo quello che Justin aveva colpito quella notte. È lui l’assassino di Kendall.

The protagonist of Juror #2 with his wife.
Justin e Ally sono una giovane coppia che aspetta il loro primo figlio. Immagine per concessione di Warner Bros. Media Centre.

Quando nessuno ha torto, lì si cela la vera tragedia…

Eastwood crede nelle seconde chance e nella possibilità di redimersi dai propri errori. È un tema che collega i suoi lavori ad altri film cult come Le ali della libertà (1994) di Frank Darabont e La parte degli angeli (2012) di Ken Loach. Giurato numero 2 ha come protagonista un eroe reincarnato. Justin ha avuto problemi con la giustizia e sta ancora combattendo con i suoi demoni. Tuttavia, rappresenta una possibile resurrezione. Vuole cambiare e iniziare una nuova vita con la donna che crede in lui. Siyhe ha precedenti con una gang criminale; Justin vuole che anche lui abbia la stessa opportunità. Eppure, è disposto a fare qualsiasi cosa per preservare il finale felice che immagina davanti a sé. Anche sacrificare i propri principi morali.

Secondo gli antichi greci, la vera tragedia non nasce quando io male affronta il bene, ma quando due fronti giusti si scontrano. Quando Antigone affronta suo zio per seppellire il fratello, lui rappresenta la legge, mentre lei incarna la misericordia. Entrambi hanno ragione, ed è difficile non capire le ragioni di Creonte per aver condannato a morte una ragazza. Anche se Justin è dell’omicidio, è completamente inconsapevole di ciò che ha fatto. Lo è fino a quando l’omicidio viene ricostruito. Non ha ucciso la ragazza a sangue freddo o travolto dalla rabbia. È stato un incidente.

Mentre indaga su un crimine, Giurato numero 2 esamina la moralità e il peso delle scelte personali. Può un singolo errore involontario portare ad una condanna a vita? La giustizia è più importante della volontà di proteggere sé stessi, anche quando un verdetto distrugge più di una vita?

The prosecutor discusses with a former member of the jury in Juror #2.
Il pubblico ministero vorrebbe chiudere il processo rapidamente, ma un giurato crede che il caso sia più complicato di come sembra. Immagine per concessione di Warner Bros. Media Centre.

Come un western, ma in tribunale

Il film presenta numerosi flashback, che si distinguono per stili e scopi diversi. Se il primo è un rapido flash di una notte confusa e rispecchia i vaghi ricordi di Justin, con il progredire del processo diventano più lunghi e dettagliati, mettendo in luce nuovi aspetti. All’inizio, i flashback agiscono come un narratore neutrale, ricostruendo i pezzi di quella notte. Tuttavia, dopo che Justin accetta la realtà, ovvero che è stato lui a colpire la ragazza, la loro funzione cambia. La scena si ripete insistentemente nella sua mente, come un riflettore crudele che illumina le sue colpe. I flashback evocano rimorso e senso di colpa e spingono incessantemente a chiedersi se sia giusto confessare. Fino alla fine, funzionano come una potente contro-melodia alla posizione del protagonista, sottolineando la sua lotta interiore.

Dopo alcuni ruoli secondari, Eastwood ha coronato una carriera di successo recitando nei Western di Sergio Leone. In Giurato numero 2 rende omaggio a quel mondo attraverso la fotografia, la narrazione e i dettagli del sound design. L’ex detective Harold ha una mente acuta, un senso di giustizia privata e modi che ricordano vagamente quelli di uno sceriffo del Vecchio West. Seduto davanti a un bicchiere di whiskey, Justin sembra un cowboy solitario che combatte contro i suoi vecchi fantasmi. La colonna sonora non è mai invasiva. Rimane sullo sfondo, commentando gli eventi. Al contrario, i rumori e i suoni naturali sono intensi. Concentrandosi sui dettagli più piccoli, come lo scatto di un grilletto o un passo su un ramo secco, enfatizzano i sentimenti contrastanti e la confusione del protagonista.

La fotografia di Giurato #2

La fotografia segue il punto di vista dei vari diversi personaggi. La telecamera diventa un investigatore del loro turbamento interiore. Come nei film western, i personaggi sono inquadrati molto da vicino. La camera si concentra sulle posture e sulle espressioni facciali, evidenziando i conflitti tra loro e le loro anime.

C’è anche un ampio uso dell’inquadratura campo/controcampo, che si adatta perfettamente allo scontro durante il processo, ma richiama anche allo stallo alla messicana. Questa scelta trova il suo apice nel confronto finale tra Justin e il persecutore, Killebrew. Qui, il suono di un serpente a sonagli trasporta il pubblico nel Vecchio West. Tuttavia, i classici western ruotano attorno a due fronti distinti: il bene contro il male, la terra di Dio contro il deserto selvaggio. Le alternative di Justin, invece, non distinguono nettamente tra giusto e sbagliato. Esiste solo la tragedia di due fronti giusti, ma opposti.

Nicholas Hoult and Clint Eastwood on the set of Juror #2.
Giurato numero 2 è il 40esimo film di Clint Eastwood. Immagine per concessione di Warner Bros. Media Centre.

L’era della denuncia e dell’assenza di risposte

Le storie di Eastwood spesso esprimono la sua visione politica, se non una chiara denuncia dei limiti delle istituzioni pubbliche, come in Million Dollar Baby. Con il passare del tempo, il regista sembra volersi prendere più rischi e osare. Tuttavia, come ha notato il critico Richard Brody, negli ultimi anni Eastwood “ha compiuto un passo oltre la realtà, passando dall’osservazione al giudizio”. I suoi ultimi film non offrono risposte, ma pongono domande e guidano il pubblico verso un’autoanalisi. La lunga sequenza che mostra la scritta In God we trust, dopo la pronuncia del verdetto, invita a riflettere. La scena pone l’accento sulla possibile divergenza tra verità e giustizia, e su quale sia il valore da privilegiare.

Se Justin si salva (forse, considerando il finale inaspettato), Sythe non è altrettanto fortunato. La sua condanna rappresenta la caduta del Sogno Americano. Anche lui ha fatto del suo meglio per ottenere una seconda possibilità, ma questo non basta. Esattamente come lo Swede in American Pastoral di Philip Roth o il personaggio di Anita in West Side Story, il suo destino si scontra con i principi su cui si fonda il Sogno Americano. A volte, non importa quanto duramente si lavori per avere successo. A volte, è la crudeltà del mondo a prevalere. E a volte, l’unico vero colpevole è un sistema fallato.

La svolta tematica di Eastwood

Fino a questo film, le opere di Eastwood presentavano una chiara distinzione tra giusto e sbagliato. Anche in un sistema corrotto e inadeguato, le persone erano chiaramente buone o cattive. Solo di rado, le persone più ragionevoli non potevano fare a meno di opporsi al sistema. Ma questo non è il caso di Giurato numero 2. Tutte le scelte tecniche, dal montaggio classico, elegante e fluido alla recitazione tesa e precisa, sono orientate alla creazione di un raffinato saggio cinematografico. Il risultato è una forma tutt’altro che sperimentale. In questo modo, il pubblico può concentrarsi interamente sui contenuti, senza doversi preoccupare di comprendere la forma.

In linea con la sua eredità artistica, Giurato numero 2 conduce il pubblico fino ai margini sfocati della propria anima, in un universo che non è né bianco né nero, dove non è facile distinguere il bene al male. Con questo film, Eastwood dimostra il coraggio di lasciare il pubblico senza una soluzione, ma con una domanda provocatoria sulla morale di ognuno. Nei panni di Justin, cosa avrei fatto?

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