You | Una satira sulla mascolinità tossica
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You | Una satira sulla mascolinità tossica

You | Una satira sulla mascolinità tossica

Postato il 29 Ottobre, 2023

Showrunner

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Il suono di un campanello. Una donna entra in una libreria. “Beh, ciao. E tu chi sei?”, si chiede la voce seducente di un uomo nascosto nella penombra tra gli scaffali, mentre spia la donna. È così che il libraio Joe Goldberg (Penn Badgley), il classico bravo ragazzo dalla faccia pulita che farebbe un’ottima prima impressione in famiglia, incontra per la prima volta l’aspirante scrittrice Guinevere Beck (Elizabeth Lail). Ed è proprio così che inizia la maggior parte delle storie d’amore più romantiche. La telecamera indugia per qualche istante sui loro primi piani. Lo sguardo di lei incontra quello di lui. Scatta la magica scintilla. Ma siete avvertiti. Non ci troviamo in una storia d’amore. Quello a cui stiamo per assistere è invece una storia tossica, sporca e contorta. E “Love” è solo il nome di un personaggio (quello interpretato da Victoria Pedretti).

Fin dal primo minuto, You – la serie ideata da Sera Gamble (Supernatural) e Greg Berlanti (Dawson’s Creek, Le terrificanti avventure di Sabrina), basata sui romanzi best-seller di Caroline Kepnes – avverte lo spettatore di essere vigile e di sconvolgere tutto ciò che ha visto finora. Senza dubbio, You è un ottimo esempio di scrittura televisiva e di sviluppo dei personaggi che riesce a offrire un umorismo tagliente. È un drama con alcuni elementi del thriller psicologico, del crime, della commedia nera, ma anche del genere romance. Una narrazione cross-genere che scuote e fa a pezzi l’immaginario popolare dell’amore romantico, dell’eroe romantico e altro ancora con una satira pungente. E lo fa, innanzitutto, lasciando entrare lo spettatore nella mente compulsiva di uno stalker.

You | A Satire on Toxic Masculinity
Penn Badgley as Joe Goldberg and Elizabeth Lail as Guinevere Beck (Netflix Media Center)

Dentro la mente dello stalker

Se lui ti ama, è la cosa più pericolosa di tutte.

Candace Stone (Ambyr Childers)

New York City, oggi. You ruota attorno alla vita di Joe (Penn Badgley), un ragazzo silenzioso, introverso e affascinante che lavora in una libreria. Tuttavia, dietro la facciata da “bravo ragazzo”, Joe nasconde una natura molto inquietante. Si rivela infatti un narcisista con un disturbo antisociale della personalità e un pericoloso stalker. Dopo aver conosciuto Guinevere (Elizabeth Lail), Joe sviluppa un’ossessione tossica e violenta per lei. Questo innesca una spirale oscura di manipolazione e crimini nel tentativo di proteggere la loro relazione. Nella seconda stagione, Joe si trasferisce a Los Angeles e cerca di iniziare una nuova vita con Love (Victoria Pedretti). La terza stagione segue Joe e Love mentre si trasferiscono nel sobborgo fittizio di Madre Linda, in California. Di volta in volta, Joe lotta per sfuggire al suo passato e non riesce a evitare di ricadere nei vecchi schemi.

In una certa misura, You può essere paragonata ad altre serie televisive che si addentrano nelle menti di persone disturbate o di serial killer come Dexter (2006); The Fall – Caccia al serial killer (2013); Bates Motel (2013); Mindhunter (2017) e Dirty John (2018). Ma anche ad altre narrazioni che indagano un tipo di relazione ossessiva di amore-odio, come quella ritratta in Killing Eve (2018).

Smascherare la mascolinità tossica e i comportamenti normalizzati

La novità di You non è tanto quella di raccontare le dinamiche mentali e i comportamenti manipolatori di uno stalker facendo entrare gli spettatori nella sua testa. Piuttosto, il punto di svolta è il modo in cui ribalta le convinzioni preconcette sugli uomini violenti.

Il tropo del “bravo ragazzo” come cattivo è sempre più rilevante, in particolare in un mondo post #MeToo in cui il discorso culturale sulla violenza maschile si confronta con il fatto che gli aggressori di solito non sono mostri mitici o emarginati sociali, ma uomini “rispettabili” di tutti i giorni che sfruttano il loro status per abusare delle donne.

“Netflix’s You and how ‘nice guys’ became the real villains”, BBC (traduzione a cura dell’autore)

You sfrutta gli stereotipi e i tratti normalizzati della società occidentale con lo scopo di sovvertirli. Così facendo, crea un dialogo con lo spettatore sul mondo reale presente. Un risultato importante è il modo in cui ha ribaltato il cliché del “bravo ragazzo” – spesso bianco, istruito e di classe media – facendo sì che gli spettatori mettano in discussione ciò che la maggior parte delle narrazioni propone loro. Questo perché lo spettatore è solitamente incline a usare preconcetti, soprattutto quando assiste alla caccia e agli atti crudeli di un uomo che si presenta come un “bravo ragazzo”. Quindi, attraverso questo tropo, You espone efficacemente agli spettatori come siano abitualmente “inondati” da narrazioni che derivano da codici culturali standardizzati, che mettono in atto comportamenti e mascolinità tossici.

[…] Queste narrazioni tossiche da “bravo ragazzo” mettono a nudo il tipo di paradigmi insidiosi di mascolinità “accettabile” impiantati a lungo nella nostra cultura dal cinema e dalla televisione. L’aspetto intelligente della sapiente sceneggiatura di You è che invita il pubblico a vedere come la sociopatia autogiustificante di Joe si collochi all’estremo di uno spettro comportamentale idealizzato dalla cultura pop come romantico, virile ed eroico.

“Netflix’s You and how ‘nice guys’ became the real villains”, BBC (traduzione a cura dell’autore)

Romanticizzare uno stalker

Pertanto, You crea un sottotesto critico alla lunga tradizione di commedie romantiche in cui l’eroe trionfa conquistando la sua anima gemella grazie alla sua forza di volontà. E lo fa bilanciando con attenzione ogni ingrediente. Joe viene presentato come il tipico eroe romantico. Infatti, You lascia che Joe si presenti da solo con la sua affascinante voce fuori campo. Ma, con fine satira, la serie inizia gradualmente a rivelare gli scheletri nell’armadio per trasformarlo in un antieroe. I suoi comportamenti – che lo spettatore è portato a sostenere e giustificare ogni volta – sono profondamente sbagliati e innaturali. Per questo, ribaltando gli stereotipi e mettendo a nudo lo sguardo maschile di Joe attraverso lo sguardo femminile, You mette in luce comportamenti che di solito sono inclini a essere trascurati o considerati accettabili.

Credo che siamo programmati in questo modo. Me compresa. Con tutte le commedie romantiche e le favole che abbiamo letto, siamo programmate per tifare per l’eroe ad ogni costo, purtroppo. La mia speranza è che queste donne lo notino dentro di sé e si chiedano: “Oh cielo, perché amo quest’uomo terribile?”. Spero che lo riconoscano come un preconcetto inconscio (che è dentro la maggior parte di noi) e che lavorino attivamente contro di esso.

Elizabeth Lail in un’ intervista con Image (traduzione a cura dell’autore)

A conferma di questo filone, è preoccupante come ci sia ancora chi tifa per Joe e romanticizza le sue azioni. Infatti, sempre più fan hanno sviluppato un’ossessione per il personaggio di Joe, addirittura feticizzandolo sui social media. Ciò ha spinto Penn Badgley a intervenire esprimendo la sua preoccupazione su Twitter. 

You | A Satire on Toxic Masculinity
Penn Badgley as Joe Goldberg (Netflix Media Center)

50 sfumature di You

Dopo tre stagioni, Joe continua a corteggiare lo spettatore e a chiedere disperatamente di capire il suo modo malato di amare. Perché ama le donne – o nel suo caso sarebbe meglio dire gli “oggetti” – che perseguita. E anche lo stesso show cade nella sua trappola, cercando, nella terza stagione, di usare i flashback del passato di Joe per far sì che gli spettatori lo giustifichino. È uno stratagemma deliberato? Chi lo sa. Dopotutto, è questo il fascino di You. Giocare continuamente con lo spettatore, attraverso la sua sottile satira fatta di continui ribaltamenti.

Passando dall’amore romantico e da una critica alla rispettabilità delle persone ricche, attraverso un commento sul matrimonio e sul lato oscuro della genitorialità, fino ad arrivare a una storyline no-vax, You esplora così tanti temi e dimostra di essere uno show che attinge e parla alla società attuale. Inoltre, è diventato rapidamente uno show di successo grazie alla sua attenzione rivolta alle questioni sociali e al mutamento degli standard.

A riprova di ciò, lo show è già stato rinnovato per una quarta stagione.

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