Il ministero per il futuro di Kim Stanley Robinson | Sulla crisi climatica
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Il ministero per il futuro di Kim Stanley Robinson | Sulla crisi climatica

Il ministero per il futuro di Kim Stanley Robinson | Sulla crisi climatica

Postato il 05 Aprile, 2024

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576 pages

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India, 2025: un’ondata di caldo senza precedenti, con temperature massime e umidità da record, uccide quasi tutti gli abitanti di un villaggio, lasciando solo qualche superstite ferito e traumatizzato. Frank May, un operatore umanitario americano protagonista di Il ministero per il futuro, è uno di loro.

A migliaia di chilometri di distanza, sulle rive del lago di Ginevra, Mary Murphy cerca di dissuadere il capo della delegazione indiana dell’Accordo di Parigi, Chandra, dall’uso di tecnologie di riduzione delle radiazioni solari. “Non ci serve il tuo permesso!”, grida Chandra al telefono.

Con questi avvenimenti lo scrittore statunitense Kim Stanley Robinson apre il suo romanzo Il ministero per il futuro, pubblicato nel 2020. Il titolo si riferisce ad un nuovo organismo intergovernativo presieduto da Murphy e istituito con l’obiettivo di “difendere tutte le creature viventi presenti e future che non possono proteggersi”. Robinson è molto conosciuto per le sue opere di fantascienza, come la Trilogia di Marte, la serie Scienza nella Capitale, e il romanzo New York 2140 del 2017. Riconoscimenti letterari come il Premio Hugo, il Premio Nebula, il Premio Locus e il Premio World Fantasy hanno contribuito ad affermare la sua fama in tutto il mondo. Nel 2016, l’asteroide 72432 è stato nominato “Kimrobinson” in suo onore.

Esplorando l’intreccio tra l’ecologico e il sociale e tra la tecnologia e la natura, Il ministero per il futuro è un racconto suggestivo sul cambiamento climatico e sulle speranze e le paure della società di oggi. Classificata come climate fiction o fantascienza hard, questo romanzo fornisce ai lettori dati, informazioni e ipotesi sul futuro prossimo. Allo stesso tempo, narra una storia di fragilità planetaria e resilienza.

Parigi 2015, geoingenieria e sabotaggio

Il ministero per il futuro non racconta avvenimenti lontani nel tempo e nello spazio, né inventa dati o scenari di un futuro distopico: tutte le congetture sono basate su situazioni, idee o tecnologie già esistenti. Il ministero presieduto da Murphy è una conseguenza del primo bilancio globale, ovvero un bilancio periodico dei progressi compiuti nella riduzione delle emissioni di carbonio. Gli Stati coinvolti in questa azione sono quelli che hanno firmato l’Accordo di Parigi nel 2015, durante la Conferenza delle parti (Cop) 21. Il primo bilancio globale era infatti previsto per il dicembre 2023, come avviene nel romanzo.

La stragrande maggioranza dei 106 capitoli de Il ministero per il futuro ha come narratori Mary o Frank, ma a volte emergono anche altre voci. Inoltre, discussioni su macro e microeconomia, finanza, fisica oceanica e atmosferica e strategie militari formano parte integrante della storia. Ad esempio, viene descritto nel dettaglio un tentativo di geoingenieria di pompare l’acqua dal fondo dei ghiacciai: nonostante i costi elevati, questa azione si rivela efficace alla fine del romanzo. Anche il sabotaggio svolge un ruolo importante, con oleodotti fatti esplodere e jet privati dirottati. In questo senso, Il ministero per il futuro ha aperto la strada al libro di Andreas Malm Come far saltare un oleodotto (2021), adattato in un film da Daniel Goldhaber l’anno seguente.

La fine del mondo o del capitalismo?

Robinson ricorre anche all’umorismo, soprattutto nelle rappresentazioni del sistema economico capitalista:

È la struttura del sentimento del nostro tempo; pensiamo solo in termini economici, la nostra etica è quantificata e valutata solo in base agli effetti che le nostre azioni hanno sul Pil. Si dice che questa sia l’unica cosa su cui tutti sono d’accordo. Anche se, di solito, chi lo dice è un economista.

Infatti, Il ministero per il futuro si sviluppa come un tentativo ipotetico di rispondere alla famosa citazione del critico letterario americano Fredric Jameson: “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”. Robinson offre la visione di un mondo in cui la ricchezza personale diventa troppo insostenibile da perseguire. Ma nonostante questo, vivere in maniera rispettosa non comporta necessariamente sacrificare tutti i vantaggi della globalizzazione.

Per esempio, alla fine del romanzo, le persone non rinunciano completamente ai viaggi, ma invece di usare aerei e automobili, scelgono i treni a lunga percorrenza. I dirigibili, come Il clipper delle nuvole, consentono ai passeggeri di ammirare paesaggi mozzafiato mentre volano lentamente sul mondo. Inoltre, la teoria Metà della Terra di Edward O. Wilson (pubblicata nel 2016 nel libro eponimo) diventa realtà: vengono riforestate vaste aree del pianeta e costruiti corridoi ecologici per gli animali. È l’inizio di quello che i personaggi chiamano l’Internet degli animali, dove ogni animale è tracciato, protetto e può muoversi liberamente. In questo modo, l’obiettivo del Ministero di salvaguardare sia la natura che i diritti delle generazioni future è raggiunto grazie a un cambiamento sistemico.

La climate fiction parla del presente

In The Great Derangement, lo studioso e scrittore indiano Amitav Ghosh lamenta il fallimento della letteratura tradizionale nel rappresentare la crisi climatica. Fa un’eccezione per i romanzi di fantascienza, sostenendo che i racconti di eventi catastrofici futuri risultano troppo improbabili per lanciare un vero avvertimento.

Il ministero per il futuro sembra rispondere alla sfida di Ghosh. Mentre altri romanzi, come Il sussurro del mondo di Richard Powers o How Beautiful We Were di Imbolo Mbue affrontano in modo realistico casi contestualizzati della crisi ambientale, Robinson usa la climate fiction per parlare del presente. Il suo raggio d’azione è ampio, sia dal punto di vista geografico che storico, e il risultato è una visione (quasi) globale del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sul pianeta.

Come scrive Steven Poole nel The Guardian, questo “ambizioso romanzo sul riscaldamento globale” è anche un “determinato romanzo sulla civiltà moderna” e mostra come le due cose siano inestricabili. Il risultato è un testo poliedrico, pieno di scienza dura, cambi improvvisi di narratori e punti di vista. Ad ogni modo, nonostante le complessità tematiche e strutturali e gli scenari spaventosi che illustra, il romanzo fa anche appello alle emozioni e all’affetto, e si conclude con la visione di un futuro di speranza, giustizia e vita.

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