La Coscienza di Zeno | L'uomo del XX Secolo
Salva
La Coscienza di Zeno | L'uomo del XX Secolo

La Coscienza di Zeno | L'uomo del XX Secolo

Postato il 17 Agosto, 2023

Author

Year

Format

Leggi di più

Length

345

Original language

Nel 1919, all’età di 58 anni, dopo venticinque anni di astensione dalla letteratura e quattro mesi dopo l’arrivo delle truppe italiane a Trieste durante la Prima Guerra Mondiale, Italo Svevo iniziò a scrivere La coscienza di Zeno, tra notti insonni e mozziconi di sigaretta. Il libro uscì nel 1923, esattamente 100 anni fa.

Svevo smise di scrivere a causa dell’insuccesso presso la critica dei suoi primi romanzi Una vita (1982) e Senilità (1898). Quest’ultimo definito da lui stesso una “porcheria” che gli rimase sullo stomaco. A ogni modo, La coscienza di Zeno riscosse un notevole successo sia in Italia che in Francia grazie al suo amico James Joyce che lo promosse.

L'”inward turn” del romanzo moderno

Nonostante ciò, all’inizio del Novecento, La coscienza di Zeno, insieme a Così è (Se vi pare) (1917) di Luigi Pirandello e Con gli occhi chiusi (1919) di Federigo Tozzi, contribuì ad introdurre il romanzo moderno in Italia. Essi superarono il romanzo ottocentesco, con i suoi dettami stilistici, di autori come Giovanni Verga e Luigi Capuana, introducendo la coscienza inquieta della cultura moderna.

La coscienza di Zeno, infatti, si pone come romanzo innovativo non solo perché introduce per la prima volta il tema della psicoanalisi nella letteratura, ma anche perché si rende testimone dell’“inward turn”, un concetto introdotto dallo studioso di letteratura ceco-americano Erick Kahler nel saggio The Inward Turn of Narrative (1973). Secondo Kahleri, il romanzo europeo della seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento si trasforma: l’interiorità dei personaggi e la loro dimensione intima e psicologica diventano centrali e sostituiscono i grandi eventi storici collettivi di valore universale che erano al centro del romanzo ottocentesco. La trasformazione non è solo tematica, ma è accompagnata da una trasformazione formale. Emergono infatti nuovi strumenti stilistici e narrativi adatti a trasmettere la dimensione psicologica del personaggio come il monologo interiore, la prima persona singolare, il discorso indiretto libero e le epifanie.

Il concetto di “inward turn” sancisce il passaggio dal paradigma del romanzo ottocentesco, che comprende generi come il romanzo storico di cui sono esempi I promessi sposi (1825-1827) di Alessandro Manzoni o Walter Scott con Ivanhoe (1982) e il romanzo naturalista come Madame Bovary di Gustave Flaubert, alla rivoluzione narrativa del Modernismo operata da autori come Virginia Woolf, James Joyce, Francis Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway.

La vita di Zeno Cosini

La Coscienza di Zeno si presenta come una confessione autobiografica del protagonista Zeno Cosini. Egli scrive le sue memorie a scopo terapeutico, avendo iniziato una terapia psicoanalitica con il Dottor. S. (acronimo che probabilmente sta per Sigmund Freud). Tuttavia, Zeno interrompe la terapia e il dottore, per vendicarsi, pubblica i suoi scritti. I capitoli non seguono la consueta impostazione cronologica, ma sono organizzati per tematiche, similmente alla narrazione dell’Ulisse di James Joyce (1922) e del film di Wes Anderson The French Dispatch (2021). In questi vengono narrati episodi fondamentali della vita di Zeno, come la morte del padre, che avrà un impatto decisivo sulla sua vita, la storia del suo matrimonio e del suo adulterio, la storia dell’associazione commerciale per cui lavorerà e la sua esperienza dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

In tutti gli ambiti e in tutte le relazioni interpersonali, Zeno è inetto, non riesce a scegliere e ad adattarsi al mondo circostante, passa più volte dalla facoltà di chimica a quella di giurisprudenza, si ripromette più volte di smettere di fumare ma non riesce mai a mantenere questo proposito. Il protagonista si accontenterà di sposare la moglie Augusta, la più brutta delle quattro sorelle a cui si era precedentemente dichiarato senza successo. Sebbene verso la fine del libro, le sorti cambino diventando favorevoli al protagonista  in realtà Zeno non cambierà e non acquisirà una consapevolezza come accade nel Bildungsroman / romanzo di formazione.

La coscienza di Zeno: una distorsione della realtà

I fatti sono raccontati in prima persona, un espediente che è valso all’autore una grande fatica, come egli stesso scrisse a Eugenio Montale, ma  necessario per “rendere questo romanzo diverso dagli altri”. Proprio questo espediente rende La coscienza di Zeno uno dei grandi esempi di romanzo del Novecento. La prima persona gli permette di presentare i fatti e i ricordi filtrati dalla coscienza del protagonista, ma la sua coscienza nevrotica distorce la realtà, che a sua volta diventa una menzogna, e viene usata per giustificarsi e volgere i fatti a suo favore. Anche i personaggi diventano proiezioni dell’inconscio tormentato di Zeno, come accade nelle due serie del fumettista italiano Zerocalcare, Strappare lungo i bordi (2021) e Questo mondo non mi renderà cattivo (2023) in cui tutti i personaggi sono doppiati con la stessa voce del protagonista perché filtrati dal suo punto di vista.

Una genealogia di inetti

Zeno è il terzo successore di una genealogia di “inetti” iniziata con i precedenti romanzi Una vita (il cui titolo originale era Un inetto) e Senilità. Zeno, come i suoi “fratelli” Alfonso Nitti (Una vita) ed Emilio Brentani (Senilità), dimostra inadeguatezza alla vita pratica ed è incapace di agire e decidere per naturale insicurezza. Infatti nei romanzi di Svevo è centrale il tema della lotta tra “contemplatore” e “lottatore“, in termini schopenhariani. I contemplatori sono incapaci di vivere, deboli, e rinunciano alla lotta per la vita. Scelgono di non scegliere e si rifugiano nella malinconia, mentre i lottatori lottano per l’affermazione di sé.

Ne La Coscienza di Zeno, il contemplatore è il protagonista, che si lascia vivere, mentre il lottatore è Guido Speier, suo cognato. Guido sposerà la donna amata da Zeno e diventerà il preferito del suocero Giovanni Malfenti. A differenza di quanto avviene nei romanzi precedenti, però, Zeno, per una serie di eventi fortuiti, avrà la meglio su Guido. Tuttavia non cambierà il suo stato di inettitudine, si adatterà solo agli eventi fortuiti di cui diventa protagonista.

La figura dell’inetto attraversa tutto il secolo successivo e ha i suoi antecedenti nel XIX secolo in romanzi come Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij. In seguito la figura diventerà un modello rappresentativo dell’uomo contemporaneo. Ad esempio, nella serie Friends del 1994, Chandler Bing, come Zeno, si ripromette ripetutamente di smettere di fumare senza successo, è insoddisfatto del suo lavoro monotono per una grande multinazionale mentre Zeno lavora in una grande azienda commerciale; si accontenta di Janice, una donna che non ama, per non rimanere solo proprio come Zeno si accontenta di sposare Augusta. Chandler ha la sua antitesi nel contemplatore Richard, ex ragazzo di Monica, che rappresenta un buon partito e che lui invidia. La differenza tra i due risiede nel fatto che il personaggio di Chandler evolve, prende coscienza di sé e riesce a vivere una vita appagante e a trovare l’amore.

Zeno versus Dottor. S.

La psicoanalisi è il tema che rende il romanzo uno dei più innovativi del suo tempo. Il rapporto tra Zeno e la psicoanalisi o lo psicoanalista è contrastante. I due non vanno d’accordo. Zeno lo deride continuamente per tutto il romanzo, fino a quando abbandona la terapia perché la ritiene inefficace.

Il modello di terapia tentato nel romanzo deriva dalla lettura dell’opera di Freud sull’interpretazione dei sogni Über den Traum. Il Dottor. S., secondo i critici, starebbe per Sigmund Freud che Svevo conobbe nel 1911. In quell’anno suo cognato Bruno Veneziani iniziò un trattamento a Vienna presso lo psicologo viennese, che però dichiarò, dopo poco tempo, Veneziani incurabile. A questa terapia seguiranno incontri con vari analisti.

Questa esperienza negativa si è traslata sulle pagine de La Coscienza di Zeno, nell’odio che il protagonista mostra nei confronti della disciplina. Zeno non solo abbandona la cura ma prenderà in giro lo psicanalista, attraverso battute sarcastiche lungo tutto il romanzo. Nell’ultimo capitolo, inoltre, Zeno racconterà all’analista una serie di sogni costruiti ad hoc per essere interpretati attraverso il metodo psicoanalitico, per illudere il Dottor. S.  di essere guarito.

Amare in pezzi

L’amore nella coscienza di Zeno è uno dei temi centrali e occupa un intero capitolo intitolato Storia del mio matrimonio. Zeno vede il matrimonio come occasione di sistemazione e riscatto sociale ed è in cerca di moglie. Frequenta assiduamente la casa di Giovanni Malfenti, con il quale intrattiene rapporti d’affari e che vede come figura paterna dopo la morte del padre. Zeno allora tenta in tutti i modi di sposare una delle quattro figlie di Malfenti. È innamorato di Ada, una femme fatale che corteggia, ma viene rifiutato sia da lei che da Alberta. Zeno dovrà accontentarsi di Augusta, la più brutta delle tre, ma continuerà sempre a provare risentimento nei confronti di Ada. Augusta diventerà la moglie perfetta che gli darà stabilità familiare e “salute”, ma questo non gli impedirà di tradirla.

Alla fine Zeno si dimostra così profondamente incapace di avere una sana storia d’amore. Poiché è inetto, e quindi incapace di vivere, è anche incapace di amare e di godere delle cose. Ammette mentre parla con il Dottore. S.:

“(…)La donna a me non piaceva intera, ma…. a pezzi!”

La Coscienza di Zeno

e poi afferma, per ribadire allo psicoanalista il fatto di essere “malato”:

“L’amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo carattere e la sua intelligenza.”

Zeno, non avendo coscienza di sé, non può avere coscienza dell’altro. Non riesce a capire l’altro e quindi ad amarlo, perché non riesce a vederlo interamente. Questo concetto può essere un’interpretazione del dipinto di René Magritte The Eternally Obvious, del 1948. In quest’opera Magritte raffigura il corpo della moglie diviso in piccoli quadri ritagliati (toiles découpés) mostrando così il modo di amare dell’uomo moderno. L’inetto, l’uomo senza qualità di Musil dopo il progresso scientifico e il crollo di ogni certezza perde la visione univoca della realtà e ogni certezza gnoseologica che aveva fino a quel momento. Il risultato è una visione frammentata del mondo e del sé. L’uomo che si specchia nella figura amata vede riflesso se stesso: ovvero tanti piccoli tasselli da riassemblare. Quindi Zeno non può amare completamente né Ada né Augusta, essendo profondamente irrisolto.

Il prototipo della bomba nucleare

Un altro tra i temi principali de La coscienza di Zeno è il rapporto ambivalente tra malattia e salute. Zeno crede di essere malato e si rivolge al Dottor. S. per curarsi. La sua malattia è la sua inettitudine nevrotica. Zeno ritiene che i “sani” siano i borghesi, i contemplativi, coloro che sanno vivere nel mondo e conformarsi ad esso. Ne sono un esempio Guido Speier che ha successo sia negli affari che in amore, sua moglie Augusta, il suocero Malfenti, Ada. Accade però che, per casi fortuiti, chi era “sano” si riveli anche malato. Ad esempio, Ada scopre di avere il morbo di Basedow, e Guido Speier fallisce economicamente e che i confini tra il concetto di “malattia” e “salute” arrivino al punto di confondersi.

Zeno, verso la fine del libro, approfitta della situazione bellica per speculare sulla vendita di alcuni prodotti della sua azienda. È l’apoteosi del paradosso: egli diventa ricco e acquisisce “salute” approfittando della tragedia collettiva. Zeno, quindi, conclude che la vita è ormai “inquinata alle radici” e che l’unica soluzione in grado di ripristinarla sarebbe la distruzione della vita stessa attraverso una “catastrofe inaudita“.

L’ultimo capitolo è infatti uno dei più originali. Svevo ipotizza una sorta di prototipo di una bomba nucleare inventata da un uomo occhialuto che farà esplodere la terra, anticipando così di 22 anni l’invenzione del concetto di bomba atomica. Questa intuizione rende la Coscienza uno dei più grandi finali di tutta la letteratura italiana.

Oppenheimer, l’uomo occhialuto

Ciò che Italo Svevo prevede nell’ultimo capitolo succederà poi nel 1942 quando avrà inizio il progetto Manhattan, il programma di ricerca a sviluppo che porterà alla realizzazione della bomba atomica. Quell’episodio storico è al centro dell’ultimo film di Christopher Nolan, Oppenheimer (2023), che prende il titolo dal nome del fisico nucleare che ne fu a capo e ne racconta la storia. “L’uomo occhialuto” è tanto Robert Oppenheimer quanto l’insieme di scienziati che lavorano con lui al progetto di cui è coordinatore. Svevo non aveva solo predetto l’importante invenzione ma anche la catastrofe che questa avrebbe causato, finendo nelle mani di uomini senza senno:

“Ma l’occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa.”

Oppenheimer, infatti, a causa crisi di coscienza, su cui si incentra per buona parte il film, rifiuta successivamente di lavorare alla bomba a idrogeno. Sarà invece il governo americano a lanciare gli attacchi nucleari su Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Tra le similitudini delle storie raccontate rispettivamente da Nolan e da Svevo c’è inoltre la modalità di racconto. Anche Nolan, come Svevo, sceglie di scrivere la sceneggiatura del film in prima persona. Il regista, infatti, presenta il punto di vista personale del suo Oppenheimer attraverso le scene a colori, mentre mostra le scene oggettive in bianco e nero, espediente di cui già si era servito in Memento nel 2000.

“This is the end”

La coscienza di Zeno è il prodotto di un’epoca in cui la piccola e media borghesia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, fu schiacciata dal potere delle élite e dall’emergere della massa operaia. Questa classe sociale attraversò una crisi di identità, non avendo più un ruolo ben definito nella società e il romanzo di Svevo si fa interprete di questa crisi.

Svevo, però, si fa anche interprete di nuove modalità di narrazione e di temi chiave del il secolo in cui vive. L’introduzione della psicoanalisi, l’uso della prima persona singolare, l’utilizzo della coscienza dell’uomo come tema centrale dell’opera tanto da costituirne il titolo, il linguaggio non letterario e l’intuizione della bomba atomica sono tutti aspetti che fanno de La coscienza di Zeno uno dei più importanti esempi di romanzo moderno in Italia e in Europa.

Zeno è una vivida fotografia dell’uomo del Novecento e della sua visione del mondo. Una visione che ricorda, 48 anni dopo, un testo del 1971 dei The Kinks 20th Century Man in cui il gruppo canta:

“Sono un paranoico schizoide prodotto del ventesimo secolo”

The Kinks, 20th Century Man

La canzone ha molti punti in comune con il romanzo come il concetto di messa in pericolo della “sanità mentale” (“Devo mantenere la mia sanità mentale”), l’incomprensione dei genitori, la mancanza di certezze, ma soprattutto la sensazione di una fine imminente, causata dall’eccessivo progresso tecnologico, in un mondo governato da “bombe all’idrogeno, Napalm” e dalla “guerra biologica”. Una paura che l’uomo moderno ha sempre incubato e continua ad incubare. 

Tag

Record correlati