Quando muori resta a me | Zerocalcare e il legame tra padri, figli e mascolinità
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Quando muori resta a me | Zerocalcare e il legame tra padri, figli e mascolinità

Quando muori resta a me | Zerocalcare e il legame tra padri, figli e mascolinità

Postato il 25 Marzo, 2025

Author

Year

2024

Format

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Length

304 pages

Per figlie e figli, avere a che fare con ciò che provano per i loro genitori è sempre complicato, fra sentimenti contrastanti, divario generazionale e inevitabili discussioni. Zerocalcare approfondisce questa tematica con il suo nuovo romanzo a fumetti Quando muori resta a me, focalizzandosi sulla relazione con suo padre. Per l’autore, viaggiare con il padre è un modo per esplorare il loro rapporto. Ma anche per mettere in discussione se stesso e la propria identità.

Una trama tripartita

Esplicitamente diviso in una struttura a tre atti, il libro segue una narrativa tripartita. Da una parte, il presente: Zerocalcare e suo padre sono in direzione Merìn, Veneto, verso la casa di suo nonno paterno. Dall’altra, il passato: dal divorzio dei genitori all’adolescenza, eventi che plasmano il rapporto col padre. E per finire, la storia del bisnonno di Zerocalcare, vissuto a Merìn dal 1909.

Immagine gentilmente concessa da Bao Publishing © 2024

Gran parte della storia si svolge nel presente. L’autore trascorre del tempo con il padre e, grazie alla connessione instabile di Merlìn, si concede una pausa dal resto. Non che Zerocalcare sia felice per entrambe le cose. Da un lato, nota che la sua comunicazione con il padre è più scarsa e piatta che mai. Dall’altro, fatica a distrarsi dai pensieri che lo tormentano: il futuro, la morte, i problemi irrisolti.

L’autore cerca di capire cosa è accaduto il giorno della separazione dei genitori e la reazione del padre. Tutto ruota attorno a un problema: la mancanza di comunicazione, con sé stessi e con gli altri. Una mancanza di comunicazione che, nel peggiore dei casi, può portare all’incomprensione e odio. Ed è ciò che il lettore scopre con la storia del bisnonno di Zerocalcare.

Zerocalcare, il padre e il campo minato del non detto

I lettori conoscono molto di più la madre di Zerocalcare, vista la sua onnipresenza nei fumetti. Inoltre, è anche una dei protagonisti di Dimentica Il Mio Nome. Uno dei fumetti più acclamati, che indaga nel passato della famiglia materna per affrontare il tema della morte. Quando muori resta a me colma il vuoto dei rami maschili dell’albero genealogico.

L’ispirazione, afferma Zerocalcare, è arrivata inizialmente dopo aver guardato Aftersun, dato che il focus del film consiste nella relazione fra una figlia e suo padre. In più, ha compreso che era arrivato il momento di scrivere e disegnare il rapporto con suo padre. Il più delle volte, questo è limitato a pochi argomenti, come lo sport e la richiesta di aiuto per riparare la caldaia. Il motivo è semplice: lui e suo padre, come molti uomini, non sono abituati a esprimere i propri sentimenti. Tuttavia, l’autore non annacqua la questione in una storia di riconciliazione dove finalmente imparano a comunicare. La distanza emotiva non può svanire dopo una vita di sentimenti non espressi. Con il suo mix di ironia, cultura pop e sensibilità, l’autore crea una storia in cui il punto non è risolvere i problemi, ma affrontarli e comprenderne l’origine.

C’è anche spazio per un accenno di ottimismo, però. Narrare le generazioni della famiglia paterna è per Zerocalcare un modo per riconoscere il cambiamento nel tempo, anche se lento. Capire perché comunicare è difficile può facilitare future relazioni. Un importante passo per costruire una nuova forma di comunicazione emotiva fra uomini. Ciò succede anche in My Hero Academia, attraverso la storia della famiglia Torodoki.

Autore, personaggio, persona: chi è Zerocalcare?

Lontano dal frenetico caos di internet e della routine quotidiana, Zerocalcare ha l’occasione di guardarsi dentro. Come nei suoi altri graphic novel, si sente perennemente bloccato, mentre gli altri vanno avanti con la loro vita. Qui si collega il tema della paternità. Zerocalcare si chiede se sarà mai pronto a diventare padre e come gestirà il rapporto con il figlio. Inoltre, vittima del modello patriarcale, sente che procrastinare sia quasi necessario per diventare un adulto adeguato.

L’idea di diventare padre si lega al tema più ampio della crescita e dell’assunzione di responsabilità per le proprie azioni. Al centro della narrazione vi è anche il tema della percezione di sé e di come gli altri ci vedono. Qui Zerocalcare si interroga direttamente su come desidera rappresentarsi come personaggio. In un modo o nell’altro, Zerocalcare si dipinge sempre in parte come un adolescente, legato all’aiuto dei genitori per affrontare qualsiasi problema. Alla fine, la domanda è se quella sia davvero la realtà o se lo fa per paura di definirsi adulto. Una domanda che emerge in una delle scene più forti della storia, quando il suo sé cartoonesco guarda nello specchio una versione realistica di sé.

Come l’autore disegna il rapporto con suo padre

Come sempre, Zerocalcare rappresenta i sentimenti e stati d’animo come dei veri e propri personaggi. Ne sono un esempio il senso di colpa o gli gnomi che costruiscono il muro dell’incomunicabilità con suo padre. Come già successo in Macerie Prime, l’omonimo Armadillo manca nella parte migliore della storia – forse l’autore stavolta affronta i suoi problemi senza schermi, con ironia. In maniera simile a Un polpo alla gola, la narrativa rimane sempre focalizzata sulla trama senza usare il solito mix di storie e strisce a fumetti, che a volte deviano dal percorso principale.

Immagine gentilmente concessa da EUROPE COMICS © 2018

Zerocalcare mette al centro il groviglio dell’incomunicabilità e le emozioni non espresse tra suo padre e lui, prendendo la forma di Mer-Man, un personaggio della serie He-Man. E trasmette la durezza del confronto con i temi affrontati, anche attraverso alcune scene dal tono horror. Parte dalla rappresentazione di un incubo fino alla battaglia finale con un problema rimasto a lungo inespresso.

E adesso che si fa, Zerocalcare?

Al momento, il quarantenne Zerocalcare sembra avere raggiunto un punto di svolta. Ha diverse pubblicazioni di successo e due serie Netflix animate molto acclamate alle sue spalle. Alterna in continuazione il fumetto giornalistico, come il suo recente lavoro sul processo di Ilaria Salis, alle storie più intime. Con Quando muori resta a me, si potrebbe dire che ha chiuso un primo grande capitolo del suo lavoro. Ha scritto storie sul suo passato, sulla sua famiglia, sul suo impegno sociale e culturale. E nel suo ultimo graphic novel, ha riflettuto sull’immagine che dà di sé nei suoi lavori. Una persona, un autore, un personaggio. Considerato tutto ciò, il lettore è lasciato a chiedersi quale sarà il percorso che seguirà il fumettista di Rebibbia.

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