Shameless | Sarcasmo pungente e realismo del lavello da cucina
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Da Settimo Cielo a This is Us, da Parenthood a Modern Family, nel corso degli anni molte serie tv hanno analizzato i rapporti familiari e ne hanno messo in scena i cambiamenti. Shameless fa parte di questa tendenza: è una serie che si fa strada nel suo pubblico non solo per i temi che affronta ma per il modo con cui li tratta sullo schermo. I Gallagher non sono altro che una famiglia numerosa, rumorosa, anticonformista e affiatata. Si comportano spesso in modo bizzarro e ai limiti della legalità. Ma anche se questo potrebbe far pensare agli Shelby (Peaky Blinders) o ai Lannister (Il trono di spade), ciò che fa la differenza è l’ambiente in cui vivono: una Chicago South Side decadente e contemporanea.
I Gallagher
Shameless US è una rivisitazione americana dell’omonima serie tv britannica, Shameless UK, creata nel 2004 da Paul Abbott. Attraverso voce e corpo di Frank Gallagher (William H. Macey), l’ubriacone capofamiglia – anche se non di fatto – abbiamo modo di conoscere la sua famiglia. Già dalle primissime sequenze dell’episodio pilota, siamo rapiti dall’ironia pungente, marchio di fabbrica di questa serie.
Nessuno ha detto che il nostro quartiere è il giardino dell’Eden. Anzi, per qualcuno Dio lo evita come acqua bollente. Ma è stata una buona casa per noi, per me e i miei figli, che sono il mio orgoglio…perchè ognuno di loro, mi ricorda qualcosa di me.
[…]
E infine, io, Frank Gallagher, padre, maestro, mentore. Capitano di questa piccola nave. Non avremo molto, ma tutti noi, dal primo all’ultimo, sappiamo qual è la cosa più importante in questa vita. Sappiamo come spassarcela, cazzo!
Frank Gallagher (William H. Macey), Shameless stagione 1 Ep.1
Il contrasto fra la descrizione verbale dei Gallagher ed il loro ritratto visivo offre un primo assaggio della natura comica della serie. Sei figli, una madre tossicodipendente e assente; un padre alcolizzato che delega qualsiasi compito alla sua figlia maggiore, Fiona (Emmy Rossum). Una famiglia senza un centesimo, nella quale perfino i più piccoli devono fare la loro parte per pagare i conti.
Comicità non è sinonimo di superficialità
Shameless affronta tematiche delicate, fra cui povertà, dipendenza, omosessualità, disturbi mentali e razzismo. Il creatore Paul Abbott si è liberamente ispirato alla sua esperienza familiare per scrivere la serie. Insieme al cocreatore John Wells, ha deciso di adottare una chiave comica per approcciarsi a questo complesso ambiente sociale. Un umorismo che sembra eccessivo e disturbante, in forte contrasto con le difficoltà della famiglia. In realtà, questo tipo di commedia contribuisce a creare un effetto estraniante, mantenendo gli spettatori incollati ai personaggi.
Durante un’intervista per il conseguimento della sua laurea ad honorem presso la Keele University, Paul Abbott ha spiegato il motivo di questa scelta: “Nessuno vuole vedere qualcosa che riguardi la povertà […] Cercavo di raccontare la verità circa un certo stato di povertà e Frank è stato il mio sistema immunitario, perché il pubblico semplicemente ride di lui“.
Un ritratto della realtà
Shameless rappresenta ciò che spesso non vogliamo vedere, la vita ai margini. Fornisce una visione reale, anche se romanzata, di ciò che significa vivere al giorno d’oggi, specialmente se si appartiene alla meno fortunata – anche se prevalente – classe della società. I fratelli Gallagher sono ragazzi intelligenti che incarnano un messaggio: le qualità non sempre bastano, se mancano i mezzi per sopravvivere. La serie, infatti, è lontana dal rappresentare una scalata sociale: ognuno di loro fa un passo avanti e due indietro. Questo può infastidire lo spettatore contribuisce a rendere la serie umana e veritiera.
Tutti loro hanno qualche forma di dipendenza. Dall’amore distruttivo e possessivo, dalle mezogne e dall’inganno, dal disordine al caos. Ma ciò non sorprende, dato che sono cresciuti senza figure genitoriali o prospettive per il futuro. Successivamente e lentamente – attraverso una lunga serie di fallimenti, autosabotaggio e ricadute – cambiano, crescono e si riscattano, mentre rimangono presenti gli uni per gli altri. Una vera e cruda rappresentazione di come i cambiamenti avvengono nella vita reale.
Realismo del lavello da cucina
Shameless è un esempio del genere ‘realismo dal livello della cucina’, a causa degli ambienti e contesti sociali descritti. I produttori hanno sottolineato di voler creare “un pezzo di realtà televisiva”. Inoltre, in un’intervista rilasciata dallo Showtime per la stagione finale, John Wells ha dichiarato: “Penso che fosse importante cercare di non fare nulla che fosse autocelebrativo, come se stessimo risolvendo i problemi di tutti […] perché non è ciò che avviene nelle famiglie che vivono in queste situazioni”.
Per questo, nel’ultima stagione, hanno deciso di includere anche la pandemia. La serie ne analizza le conseguenze, specialmente per famiglie numerose e coloro che sono economicamente svantaggiati. Shameless mostra le falle di un sistema, sfruttando queste lacune per scopi narrativi e per creare una satira sociale genuina e potente.
Strumenti multisensoriali
Seguendo questo genere di realismo sociale, Shameless sfrutta varie tecniche audiovisive per costruire un’ambientazione più vicina possibile alla realtà. L’uso di musica intensa, travolgente e carica di emozioni, insieme al tremolio della cinepresa, amplifica l’energia delle scene e dei movimenti, richiamando un’altra serie che esplora la crescita personale, Skins. Inoltre, il montaggio veloce implica caos e disordine, una costante nella casa della famiglia Gallagher.
Una vividezza pungente conferisce un impatto emotivo molto forte, soprattutto nelle scene di abuso di sostanze o in quelle di sesso. Ma Shameless rompe anche la quarta parete, con i protagonisti che si rivolgono direttamente agli spettatori nell’introduzione di ogni episodio. Un’arguta strategia vista anche ne House of Cards – Gli intrighi del potere, Fleabag e Euphoria.
In più, nel suo essere politicamente scorretto, Shameless riesce a non essere indulgente né a cercare di suscitare pietà per un determinato contesto sociale. Si basa su una rappresentazione fedele e critica del sistema e della sua ipocrisia. Ed è probabilmente per questo che è diventata la serie originale più longeva nella storia di Showtime.
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