The Frightened di Lethokuhle Msimang | Esperimenti nella letteratura sudafricana
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The Frightened di Lethokuhle Msimang | Esperimenti nella letteratura sudafricana

The Frightened di Lethokuhle Msimang | Esperimenti nella letteratura sudafricana

Postato il 20 Aprile, 2024

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The Frightened di Lethokuhle Msimang è un’opera che ha fatto molto rumore nella comunità letteraria sudafricana. Pubblicata da Karavan Press nel 2023, questa frammentata novella sudafricana segue il viaggio dell’autrice tra Francia, Cina, Spagna e Sud Africa. Viene rivelata, in questo modo, una nuova concezione del perdere e del ritrovare casa. Il lettore entra nel cuore e nell’anima della scrittrice. Lethokuhle Msimang è nata a Durban, KwaZulu-Natal, Sud Africa. Le sue poesie sono apparse su New Coin, Grocott’s Mail, Hanging Loose, The Paris/Atlantic e Stanzas. Ha anche pubblicato Hubris, una raccolta di poemi. The Frightened è la sua prima novella.

Avvicinare il lettore: il segreto di una buona novella

Scritta in uno stile autobiografico con l’ausilio di interventi e espedienti poetici, la novella narra in prima persona per avvicinare il lettore all’autrice: una decisione coraggiosa che, se usata in modo corretto, consente all’opera di far entrare il pubblico nel mondo più intimo e privato della scrittrice. In un’intervista con Hypercritic, Msimang spiega il processo creativo di The Frightened.

Inizialmente, non volevo scrivere un’opera autobiografica, ma non ero nello stato d’animo per creare. Mi sentivo molto rozza e vulnerabile nel periodo in cui l’ho scritta; non potevo di certo nasconderlo. Volevo qualcosa di più prosaico ma, data la mia inclinazione per la poesia, si è trasformato in un succedersi di frammenti. Non l’ho nemmeno scritta in maniera lineare, è stato più un assemblaggio di pagine di diario. In un certo senso, volevo che il lavoro rispecchiasse il mio stato d’animo di quel periodo, che era un po’ frammentato.

La luce nella violenza

Molti autori utilizzano la narrazione in prima persona per creare un’atmosfera più privata nei romanzi. In questa novella sudafricana, la narratrice condivide di aver trovato rifugio nella violenza e di aver poi dovuto ritrovare sé stessa attraverso questa esperienza. Parlare dei propri traumi non è facile per nessuno, ma per uno scrittore è ancora più intenso perché le parole mostrano come si rivive quel ricordo, come spiega Msimang a Hypercritic.

Ero in preda ad una depressione debilitante mentre scrivevo la tesi creativa per la Rhodes University. Volevo finire il corso ma stavo soffrendo profondamente. Ho ricevuto anche poco sostegno perché nessuno capiva veramente cosa stesse succedendo. E nemmeno io, ad essere sincera. Ma ho deciso di sfruttare questa situazione come un’occasione per scrivere della sofferenza. Non volevo dare un senso a cosa stavo provando, ma ho pensato che avrebbe aiutato metterlo in parola e rendere il dolore un po’ meno astratto.

The Body: il corpo e l’amore

Nel capitolo di questa novella sudafricana intitolato The Body, Msimang esplora il significato dell’amore e le sue rappresentazioni nel mondo: “Ricordi il giorno in cui hai incontrato i tuoi fratellastri e hai scoperto che avevate la stessa età? O la prima volta che hai imparato che l’amore è frizione, che sfregare i genitali contro un cuscino, una donna o un uomo può provocare la stessa reazione” (traduzione nostra).

Una volta ero isolata, protetta e al sicuro, ma la mia prima reazione all’amore fu violenta. Urlai ‘Che cosa guardi!’ al ragazzo che non riusciva a trattenere lo sguardo. Mi fissò con così tanto amore da provocare il mio disprezzo. L’amore vuole toccarti, vuole tirar fuori un bambino dal grembo di sua madre, vuole trafiggere le tue parti molli e pretendere da te coraggio. L’amore ti abitua alla volgarità degli uomini. È a causa dell’umidità, delle continue spinte, dei mesi sanguinolenti e della pancia gonfia che alla fine mi sono trovata rannicchiata in posizione fetale. L’amore mi ha resa donna troppo presto ed io ho ucciso mio figlio, ho ucciso mio figlio, ho ucciso mio figlio.

Msimang, 100-101 (traduzione nostra)

Una sensazione di violenza ovattata

Msimang presenta al lettore una raccolta dei diversi momenti in cui ha vissuto l’amore. Uno degli approcci più d’impatto che l’autrice adotta è quello di descrivere l’amore in modo così schietto da far scaturire nel lettore una sensazione di violenza ovattata.

La menzione del grembo materno e della morte nella stessa frase, ad esempio, genera disorientamento nel lettore, che inizia a interrogarsi su come vive l’amore e se ne esistono sfumature che non ha mai preso in considerazione. Msimang prende l’amore e la violenza e crea un momento contemplativo per chi legge le sue parole.

La scoperta di sé attraverso le relazioni

Passando tra Francia, Cina, Spagna e Sud Africa, l’autrice introduce personaggi che influenzano il viaggio della voce narrante alla scoperta e all’accettazione di sé. In questo modo si viene esposti alla cultura di questi Paesi e agli intrecci amorosi che vive la narratrice.

Lo stile autobiografico della novella aiuta il lettore a capire che la relazione della narratrice con l’altro le ha permesso di comprendere meglio sé stessa. “Mi ha insegnato che in passato mi legavo alle persone in maniera tossica. Usavo le relazioni per ottenere conferme o per tamponare una ferita molto più profonda. Ho anche pensato che fosse fondamentale riorientare lo sguardo. Volevo mettere in parola l’effetto debilitante dello sguardo bianco sul corpo della donna nera e dello sguardo maschile in generale come una sorta di strumento di tortura”, racconta Msimang.

Il potere dei frammenti in una novella

Attraverso uno stile frammentato, la narrazione si muove da uno spazio all’altro come all’interno di una poesia. Prima è una prosa lunga, poi breve, poi divisa in strofe e poi ancora numerata. Questo metodo lascia dei momenti al lettore per elaborare cosa ha appena letto, e l’impatto diventa sempre più forte.

In quel periodo leggevo, tra le altre, Lidia Yuknavitch, Anais Nin e Marguerite Duras. Leggevo anche Maggie Nelson – Bluets. Quindi ero molto esposta ai cambi di forme. Ognuno di questi libri offriva un approccio alternativo alla prosa che dava spazio agli interventi poetici. L’opera di Nin era anche una finestra sulla potenza del diario privato come punto di vista femminile. Ma la frammentazione è stata direttamente ispirata da Yuknavich che, scrivendo di traumi, si trova a spezzare la narrazione.

The Frightened è una novella sudafricana che esplora la varietà delle forme e delle strutture, portando nuovi effetti nella scena letteraria in Sud Africa. Lethokuhle Msimang motiva gli scrittori sudafricani a rompere gli schemi e sperimentare.

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